La Cina e il suo record di auto elettriche vendute in un anno

Saranno 700.000 le vetture plug-in immatricolate in tutto il 2017 secondo le stime dell’associazione dei costruttori. Mercato in forte espansione a settembre e, in generale, nei primi nove mesi dell’anno. Dati e considerazioni sullo sviluppo dei trasporti puliti in Cina.

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In Cina le auto elettriche vendute in un anno potrebbero essere almeno 700.000, secondo le proiezioni della China Association of Automobile Manufacturers (CAAM) basate sui dati dei primi nove mesi 2017.

Il più grande mercato automobilistico mondiale continua così la sua corsa verso le energie alternative nella mobilità privata, grazie anche al recente annuncio sulle quote obbligatorie di vetture a zero emissioni, quindi 100% elettriche o ibride da ricaricare alla presa di corrente (identificate, rispettivamente, dagli acronimi BEV e PHEV).

A settembre, si legge in una nota dell’associazione cinese dei produttori di veicoli, le vendite di NEV (New Energy Vehicles) hanno raggiunto 78.000 unità, +79% in confronto allo stesso mese dell’anno precedente. Per quanto riguarda, invece, il periodo gennaio-settembre 2017, le immatricolazioni di mezzi plug-in sono state 398.000 in tutto il paese, segnando un +37% rispetto ai primi nove mesi del 2016.

Per dare un paragone, a settembre in Cina si sono venduti in totale due milioni e 343.000 di autovetture, oltre 17 milioni da gennaio alla fine dello scorso mese.

Gli ultimi tre mesi dell’anno, di solito, vedono incrementare il numero delle vendite, soprattutto nel segmento delle auto elettriche: ecco perché la CAAM stima che i NEV immatricolati nel 2017 saranno molti di più dei 500.000 segnati nel 2016. I numeri ufficiali del governo sono ancora più alti, nell’ordine di 800.000 veicoli “puliti” attesi per quest’anno.

Quale che sarà la cifra esatta, Pechino sta dettando sempre di più le regole del gioco in campo automobilistico, imprimendo un’accelerata molto decisa alla progressiva elettrificazione dei trasporti.

Il Paese del Dragone ha anche ipotizzato, per il prossimo futuro, di bandire completamente la commercializzazione di vetture benzina/diesel, al pari di certe nazioni europee, ad esempio Francia, Gran Bretagna e Olanda, anche se tempi (2040?) e modi di queste politiche restano da definire.

Intanto, sono sempre di più le case automobilistiche che hanno annunciato piani industriali molto battaglieri, con il previsto lancio di decine di modelli full-electric dal 2020 in poi (vedi QualEnergia.it).

Tra i pochi amministratori delegati ancora scettici sulla “rivoluzione” delle auto a batteria c’è Sergio Marchionne, numero uno del gruppo FCA, convinto che la strada migliore sia incrementare l’efficienza dei motori a combustione interna e puntare sul gas metano come carburante alternativo.

Intanto resta difficile per le aziende straniere “bucare” il mercato automobilistico cinese: Tesla, si legge in un’analisi di GTM Research, da diverso tempo sta cercando un modo per produrre e vendere le sue macchine senza dover pagare i pesanti dazi d’importazione.

La soluzione potrebbe arrivare da una futura fabbrica da costruire nella free-trade zone di Shanghai, come riportano recenti indiscrezioni della stampa internazionale.

Certo, a livello globale le vendite di auto elettriche sono in rapida e costante ascesa ma tuttora marginali: parliamo di nemmeno l’uno per cento delle immatricolazioni complessive 2016.

Ma la Cina, da sola, quest’anno potrebbe toccare la cifra che dodici mesi prima si era raggiunta sommando tutti i singoli mercati, circa 700.000 per l’appunto.

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