Gli impetuosi numeri del fotovoltaico nel mondo e i presupposti per un rilancio in Italia

L'impressionante incremento di potenza del fotovoltaico su scala globale, il continuo calo dei costi e le nuove opportunità del mercato. In Italia invece bisognerà correre per arrivare ai 60 TWh/anno FV entro il 2030. Ostacoli e possibilità per prosumer, grandi impianti a terra e isole. Se ne parlerà a Rimini, a Key Solar, in otto convegni.

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A poco più di due settimane dall’apertura di KeySolar alla Fiera di Rimini (7-10 novembre, vedi programma convegnistico in fondo all’articolo) è interessante fare il punto delle prospettive della filiera fotovoltaica.

Innanzitutto uno sguardo al mondo. La IEA nel suo ultimo rapporto evidenzia come per la prima volta nel 2016 l’incremento di potenza del fotovoltaico sia stato superiore a quello di tutte le altre fonti, inclusa la variazione netta dei MW delle centrali a carbone.

Una corsa destinata a proseguire, facendo del fotovoltaico la tecnologia leader delle rinnovabili con una potenza cumulativa mondiale che nel 2022 potrebbe arrivare a 740-880 GW. E, come già successo in passato (vedi grafico), le stime della IEA potrebbero essere superate, considerato che l’incremento di potenza di quest’anno viene stimato in 90-100 GW.

Il continuo calo dei costi rappresenta la principale spinta allo sviluppo del solare.

Se ha fatto molta impressione la recente offerta di 17 $/MWh in un’asta per 300 MW in Arabia Saudita, credo che ancora più interessanti siano le notizie che vengono dal Portogallo, con un impianto da 46 MW in costruzione senza incentivi, e dalla Germania, dove in una gara per impianti compresi tra 750 kW e 10 MW il valore medio delle proposte è stato di 49 €/MWh, in calo del 46% rispetto alla prima asta del 2015 (vedi grafico).

Considerando poi che l’offerta tedesca più bassa è stata di 43 €/MWh, un valore inferiore ai 50 € dell’attuale prezzo di riferimento dell’energia elettrica sulla borsa elettrica italiana, si capisce come siano in molti a considerare nei prossimi anni le opportunità di questo mercato, viste le condizioni di insolazione delle regioni del centro-sud.

Ma approfondiamo meglio la situazione dell’Italia.

I primi otto mesi dell’anno hanno visto l’installazione di 291 MW, +18% rispetto allo stesso periodo del 2016. Accanto a questo dato va però sottolineato un calo del 13% della produttività degli impianti nell’ultimo quinquennio, un indicatore del notevole spazio esistente per migliorare il rendimento dell’attuale parco solare. 

Se questi numeri indicano che il settore sta lentamente riprendendo fiducia, occorrerà però un netto cambio di marcia per passare dagli attuali 23 TWh/anno agli oltre 60 che la SEN indica per il fotovoltaico alla fine del prossimo decennio. 

Per ottenere questi risultati gli incrementi medi annui dovranno infatti rapidamente passare a 2,6 GW, cioè un valore 7 volte superiore rispetto al livello delle installazioni del 2016. Questa accelerazione è ottenibile non tanto con nuovi incentivi, quanto con un adeguamento normativo e regolatorio in sintonia con quanto già avviene in altri paesi europei.

Le due aree che potranno vedere un notevole sviluppo sono quelle dei “prosumers”, con una decisa crescita dell’abbinamento solare + accumulo, e degli impianti di grande scala.

Sul primo fronte va evidenziato il grande potenziale ancora da sfruttare delle installazioni sugli edifici. Secondo la IEA la superficie utilizzabile in Italia è di oltre 1.000 km2 con una produzione teorica di 127 TWh, pari ad oltre un terzo della domanda elettrica sul lungo periodo e al doppio dei GW che stiamo ipotizzando al 2030.

Ma per aggredire questo mercato occorre un’evoluzione della normativa che consenta, ad esempio, di installare impianti sulle coperture degli edifici favorendo l’impiego della produzione da parte dei condomini e di effettuare scambi di energia attraverso la rete.

La possibilità di collegare fra loro utenze diverse dotate di fotovoltaico ed accumulo e di valorizzare gli scambi di energia, come pure l’apertura dei servizi di bilanciamento alle rinnovabili non programmabili e ai sistemi di accumulo, sono tutte soluzioni che apriranno opportunità molto interessanti nel prossimo decennio (micro-grids, Blockchain, VPP, ecc.).

Per quanto riguarda gli impianti a terra, che già vedono primi risultati come nel caso di Montalto, occorrerà individuare con attenzione le aree e andranno garantiti processi autorizzativi chiari e certi. Prima di considerare le aree agricole non utilizzate si dovranno valorizzare le aree industriali dismesse, le aree demaniali demilitarizzate, le cave non più utilizzate, i bacini delle dighe, ecc.

Le aree industriali dismesse vengono stimate pari a 13.000 ettari, lo 0,04% della superficie complessiva del nostro Paese. Un’altra opzione interessante riguarda le aree demilitarizzate, che nel solo Friuli superano i mille ettari. Come pure potrà essere utilizzata una parte delle 14.000 cave dismesse.

Ma anche per realizzare i grandi impianti occorrono segnali chiari, con l’introduzione di aste tecnologicamente neutrali e con l’adeguamento delle norme per rendere anche da noi fattibili le contrattazioni a lungo termine e per aprire i servizi di bilanciamento della rete alle rinnovabili non programmabili e ai sistemi di accumulo.

Ci sono poi due altri settori, molto interessanti, da seguire. Il primo riguarda la realizzazione all’estero di impianti a fonti rinnovabili da parte di aziende italiane che in questi anni hanno accumulato una significativa competenza. Nel 2016 sono stati investiti fuori dai nostri confini in questo settore ben 4,6 miliardi di euro. 

L’altro ambito da seguire con attenzione è invece molto più limitato, ma presenta, per le sua specificità, una sfida avvincente. Parliamo delle molte piccole isole che stanno avviando una trasformazione energetica che potrebbe essere decisamente innovativa nel percorso verso le rinnovabili, la mobilità elettrica e la sostenibilità ambientale.

Insomma, le aree di intervento sono molteplici. Se verranno create con intelligenza le condizioni favorevoli, si spalancherà una nuova fase in grado di garantire un deciso rilancio del mercato con benefici non solo per cittadini e imprese, ma con un vantaggio complessivo per il sistema.

Programma convegnistico di Key Solar 2017

martedì 7 novembre

mercoledì 8 novembre

giovedì 9 novembre

venerdì 10 dicembre

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