Il PM10 è oltre la soglia, ma i riscaldamenti sono ancora spenti

Anche senza i riscaldamenti i livelli di PM10 già ora superano la soglia di sicurezza. "Colpa del traffico", commenta l'AIEL, che in una nota stampa ha ribadito che piuttosto che demonizzare le biomasse legnose, sarebbe meglio promuovere la diffusione di generatori a basse emissioni.

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Sono scattati i primi divieti alla circolazione dei mezzi diesel più inquinanti in alcune delle principali città della Pianura Padana, tra cui Torino, Milano e Bergamo.

Da sette giorni infatti le polveri fini (PM10) sono tornate a superare i limiti di legge in tutta l’area metropolitana torinese e in buona parte del Piemonte. Situazioni analoghe si registrano a Milano e in Veneto dove, secondo Legambiente, Padova è la terza città più inquinata d’Italia dopo Torino e Cremona.

Nel nuovo report di Legambiente “L’emergenza smog e le azioni (poche) in campo”, l’associazione ambientalista ha denunciato i ritardi di Regioni e sindaci che in questi mesi avrebbero dovuto definire azioni ad hoc e misure stagionali nei rispettivi Piani di risanamento, anche alla luce del piano antismog, firmato dal Ministero dell’ambiente con Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto a fine giugno, che imponeva limiti anche sull’utilizzo di stufe e caldaie. Ma con un autunno quasi estivo risulta difficile imputare questa nuova emergenza ai riscaldamenti.

Questo il parere di AIEL, che in una nota stampa ha sottolineato come il traffico e l’assenza di piogge siano tra le princiali cause del superamento della soglia di PM10 nel mese in corso.

Già dal 10 ottobre, infatti, i valori registrati in molte località delle città della Pianura Padana dalle centraline dell’ARPA superano la soglia di sicurezza per i PM10 (50 μg/m3), definita dannosa per la salute dall’OMS. La data di accensione degli impianti termici in pianura è invece fissata al 15 ottobre.

Inoltre, considerando le temperature elevate che continuano a caratterizzare questo autunno anomalo (massime giornaliere fino a 26 °C e temperature medie tra i 15-19 °C), è difficile immaginare un uso massiccio dei riscaldamenti nelle aree collinari e metropolitane anche dopo il 15 ottobre.

“Una chiara evidenza, commenta l’associazione, che il traffico è la principale causa dell’inquinamento atmosferico da PM10”.

“I superamenti che osserviamo in questi giorni – afferma Marino Berton, direttore generale di AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestale – dimostrano il ruolo preponderante delle emissioni di particolato da traffico, che da sole sono in grado di mandare in crisi la qualità dell’aria in Pianura Padana già dalla prima metà di ottobre. Un contributo, quello del traffico, largamente prevalente rispetto a quello di caldaie e stufe a biomassa legnosa, pressoché assenti in questi giorni di emergenza malgrado siano spesso erroneamente additati come maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico”.

Questo quadro dovrebbe stimolare un approccio razionale all’uso delle biomasse, che “non vanno vietate tout court – spiega Berton – ma andrebbero regolamentate in modo tale da promuovere gli apparecchi con le più basse emissioni e le migliori prestazioni in termini di rendimento”.

Ciò in linea con quanto dice il Nuovo Accordo di Programma per la qualità dell’aria nel Bacino Padano sottoscritta a giugno dal Ministero dell’Ambiente insieme alle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, secondo cui i divieti d’uso dei generatori a biomassa vanno limitati ai soli apparecchi con performance emissive e di rendimento inferiori alla classe di qualità 3 e 4 stelle secondo la classificazione prevista dal decreto attuativo dell’articolo 290 del dlgs 152/2006.

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