Nelle settimane che hanno preceduto il voto unanime dell’agenzia federale per il commercio (USITC, U.S. International Trade Commission) sulla petizione Suniva-SolarWorld, l’associazione statunitense del fotovoltaico (SEIA, Solar Energy Industries Association) ha criticato tante volte la richiesta di imporre nuove tariffe protezioniste sui prodotti stranieri.
Lo scenario peggiore emerso da quelle critiche – fino a 88.000 posti di lavoro persi e crollo del mercato del 66% in quattro anni secondo le stime riportate da SEIA e GTM Research – presupponeva che Donald Trump, dopo che avrà letto la relazione finale dell’USITC a novembre, deciderà di applicare alla lettera le misure più severe sollecitate dalle due aziende in crisi, vale a dire, barriere commerciali a 360 gradi.
Tuttavia, appurato il “serio danno” causato dalle importazioni crescenti di celle e moduli FV fabbricati oltreconfine, la commissione competente ha anche stabilito che non tutti i paesi costituiscono una minaccia per l’industria fotovoltaica nazionale (articolo di QualEnergia.it con tutti i dettagli) …