Come utilizzare l’impianto di riscaldamento, 7 consigli dalla CNA

  • 27 Settembre 2017

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In una breve guida della CNA alcuni consigli per un utilizzo corretto e consapevole del proprio impianto di riscaldamento, in modo da mantenerne la sicurezza e l’efficienza energetica.

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Con l’arrivo dell’autunno torna d’attualità il tema della manutenzione degli impianti di riscaldamento che dovranno assicurare il nostro comfort in inverno.

Per questo CNA Impianti ha pubblicato una breve guida per suggerire alcuni comportamenti utiliti da adottare per un utilizzo corretto e consapevole del proprio impianto di riscaldamento.

“Innanzitutto – scrive CNA – va precisato che spetta all’installatore decidere quando effettuare un intervento di manutenzione. Lo dice in modo inequivocabile la legge, il DPR 74/2013 all’articolo 7, smentendo così quelle interpretazioni a volte fantasiose, a volte decisamente di parte (del tipo “la manutenzione della caldaia va fatta ogni 4 anni”) che puntualmente vengono propagandate sui media in questo periodo.”

Altro aspetto al quale si deve prestare attenzione è che, per quanto riguarda il controllo e la manutenzione degli impianti termici, gli utenti hanno l’obbligo di affidare i lavori a ditte abilitate ai sensi del DM 37/08.

Queste, oltre a specificare al cliente con quale frequenza gli interventi di manutenzione devono essere effettuati, devono anche dichiarare in forma scritta quali siano le operazioni da svolgere per mantenere l’impianto sicuro nel tempo. È chiaro che, se l’utente in questione non ottempera a quanto prescritto dall’installatore, è sua la responsabilità di eventuali danni derivanti da un non corretto funzionamento dell’impianto.

Molto meno chiara – prosegue la Confederazione – nonostante le numerose richieste di delucidazioni avanzate in questi anni al Ministero dello Sviluppo Economico da parte delle associazioni di categoria, è la tempistica dei controlli per verificare l’efficienza energetica di un impianto.

“Anche in questo caso – si spiega – c’è chi preferisce fare riferimento ad una interpretazione piuttosto estensiva, e permessa dalla formulazione poco chiara della legge (DPR 74/2013 ed Allegato A), della tempistica fissandola a 4 anni; in pratica, si vorrebbe far credere che un impianto possa essere considerato efficiente se controllato con questa cadenza”, commenta CNA. Non è un caso che diverse Regioni abbiano ridotto a 2 anni il lasso di tempo che deve intercorrere tra un controllo di efficienza energetica e l’altro.”

“In molti, ancora, considerano erroneamente queste operazioni come uno spreco di tempo e di denaro. Deve invece essere chiaro a tutti che le attività di manutenzione e controllo degli impianti termici hanno la finalità di garantire un corretto funzionamento dell’impianto e quindi sono fondamentali per garantirne la sua sicurezza e la sua funzionalità, mentre i controlli dell’efficienza energetica sono finalizzati a verificare il rendimento di combustione del generatore di calore che, se corretto, consente alla caldaia di funzionare a dovere con il minor utilizzo di energia possibile, e, di conseguenza, con minor impatto ambientale”, scrive la Confederazione.

Di seguito i consigli della CNA riassunti in 7 punti:

  1. Rivolgersi esclusivamente ad installatori abilitati
    • Affinchè l’installazione e la manutenzione del proprio impianto venga fatta a regola d’arte,  rivolgersi ad un installatore abilitato ai sensi del DM 37/08
  2. Far controllare l’impianto periodicamente
    • Gli interventi di manutenzione sull’impianto, devono essere eseguiti secondo la periodicità prestabilita dall’installatore dell’impianto medesimo (è consigliabile un controllo annuale).  Qualora abbia omesso di indicarla che ci si deve riferire alle istruzioni tecniche elaborate dal costruttore del generatore di calore. Il tecnico abilitato, sia esso l’installatore che il manutentore dell’impianto, deve inoltre dichiarare per iscritto al proprio cliente quali siano le operazioni di controllo e manutenzione  di cui necessita l’impianto da loro installato o manutenuto per garantirne la necessaria sicurezza, nonché la frequenza con la quale queste operazioni devono essere effettuate.
  3. Far controllare le parti dell’impianto di riscaldamento più soggette ad usura
    • Ad esempio:  ugelli gas, ventilatori, camera di combustione, pressostati, elettrodi, guarnizioni di tenuta.
  4. Far effettuare le principali operazioni di manutenzione e controllo
    • Ad esempio: Pulizia dello scambiatore lato fumi, prova di tiraggio della canna fumaria, regolazione del funzionamento dei dispositivi di comando e regolazione, pulizia del bruciatore, verifica dei dispositivi di protezione, controllo e sicurezza, controllo della regolarità dell’accensione e  del funzionamento, verifica visiva dell’assenza di perdite di acqua, che non siano presenti oggetti che impediscano il regolare deflusso dei prodotti della combustione, che non sia ostruita la presa d’aria.
  5. Installare le valvole termostatiche
    • A partire dal 30 giugno 2017 è diventato obbligatorio installare le valvole termostatiche, strumenti che aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e ad evitare sprechi.
  6. Usare correttamente i cronotermostati
    • Dato che surriscaldare la propria abitazione è dannosa sia per la salute che per il portafoglio, è opportuno regolare sia la temperatura (massimo 20-22°, ma anche 19° bastano ed avanzano) che le ore di accensione giornaliera che possono variare a seconda della zona climatica nella quale vi trovate.
  7. Non mettere ostacoli davanti o sopra il termosifone
    • “Coprire” il termosifone con rivestimenti v ari o collocarci davanti un divano, delle tende etc. riduce significativamente la sua capacità di riscaldare l’ambiente con conseguente spreco di energia (e denaro).
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