Critiche e proposte sulla Strategia Energetica Nazionale del Coordinamento FREE

Il position paper di FREE con le osservazioni sulla SEN: necessità di uno scenario 2050 e di una governace per l'attuazione della strategia, le contraddizioni sul peso del gas nel mix energetico, riforma del mercato elettrico, autorizzazioni, efficienza energetica e mobilità sostenibile.

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Subito dopo la chiusura delle consultazioni del documento preliminare sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN), il Coordinamento FREE, che rappresenta le associazioni delle rinnovabili e delle fonti rinnovabili, presenta pubblicamente il suo position paper con le relative osservazioni.

Un documento di 10 pagine che, sebbene metta in luce l’aspetto positivo di una certa discontinuità di questa strategia rispetto alle precedenti vaghe proposte di programmazione energetica, critica innanzitutto l’assenza di uno scenario al 2050, previsto peraltro dalla comunicazione della Commissione Europea sulle modalità di stesura dei relativi Piani nazionali.

Una scelta – spiega FREE – che non permette di verificare la coerenza tra gli obiettivi al 2030 e quelli a lungo termine e, soprattutto, l’effettiva necessità di effettuare tutti gli investimenti in infrastrutture, indicati nel documento, tenendo conto che si tratta di realizzazioni destinate a operare ben oltre il 2030.

Al termine del documento, FREE ritiene che mettere in pratica una simile programmazione (da considerare insieme al Piano nazionale clima-energia) richieda una governance efficace che potrebbe essere attuata con due soluzioni: a) una cabina di regia del governo, sotto la responsabilità di un sottosegretario con delega ad hoc; b) l’accorpamento delle competenze in un unico ministero, come accade oggi in Francia e in Germania.

Un aspetto molto critico che emerge dal documento è legato al ruolo del gas, che secondo le associazioni di settore risulta piuttosto contraddittorio: “malgrado l’affermazione iniziale sul ruolo del gas come backup nella transizione energetica, in più passaggi emerge un capovolgimento dei ruoli, con indirizzi volti a tutelare il gas dalla penetrazione delle rinnovabili” (vedi ad esempio metanizzazione della Sardegna).

Sempre su questo aspetto c’è da considerare la sottovalutazione delle soluzioni demand response in caso di dismissioni di centrali a carbone nell’ottica di garantire l’adeguatezza del sistema elettrico. Altro indizio che spiega l’approccio poco coerente sul diverso peso che dovrebbero avere fossili e rinnovabili è un obiettivo troppo timido (48-50%) fissato per le rinnovabili elettriche al 2030, malgrado la stessa SEN evidenzi un andamento in discesa dei costi medi di tecnologie come l’eolico e il fotovoltaico che, per questo motivo, non avranno la necessità di incentivi.

Secondo FREE sarebbe invece fattibile spostare 16-20 TWh dalla generazione termoelettrica alla generazione con rinnovabili al 2030, portando al 55% la quota delle rinnovabili sui consumi elettrici, in linea con gli obiettivi UE al 2050. E il Coordinamento FREE spiega anche come ottenere questo risultato.

Il documento entra inoltre nel dettaglio di alcuni aspetti presenti nella SEN come la riforma del mercato elettrico, anche alla luce dell’entrata nel settore elettrico delle tecnologie degli accumuli e della digitalizzazione; vengono poi analizzate le problematiche e le possibili soluzioni legate all’autorizzazione di impianti e infrastrutture energetiche, all’efficienza energetica, soprattutto in campo edilizio; infine sono analizzate alcune posizioni del documento ministeriale riguardo alla mobilità sostenibile.

Anche di questi argomenti si parlerà a Roma nel convegno del 15 settembre, dal titolo “I futuri strumenti di promozione delle Fonti di Energia Rinnovabile”.

Osservazioni del Coordinamento FREE sulla SEN 2017 (pdf)

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