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Eolico offshore, record europeo di produzione giornaliera

Dato record quello della produzione eolica offshore dell'11 settembre 2017 in Europa: 251 GWh. Una giornata comunque molto positiva per la generazione elettrica dal vento nel suo complesso: 1,6 miliardi di chilowattora, pari al 19,8% della domanda dell’UE28. Ma resta alta la variabilità della produzione.

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La produzione quotidiana di energia eolica in Europa, come si sa, soffre di alti e bassi.

Ieri, 11 settembre, è stato però un giorno molto positivo per la generazione di elettricità dal vento: 1,6 miliardi di chilowattora, pari al 19,8% della domanda elettrica dell’Unione Europea.

Una quantità di elettricità – spiega WindEurope che riporta quotidianamente la produzione eolica europea – equivalente a quella consumata da 162 milioni di famiglie del continente o, in alternativa, al 56% di quella consumata mediamente dall’industria dell’UE28 (riferita al 2015).

Ma il dato record di ieri è quello della produzione eolica offshore: 251 GWh. Come abbiamo scritto spesso su questo sito seguendo l’andamento del mercato eolico offshore, negli ultimi due anni e mezzo nei mari europei ogni giorno è stata installata una turbina.

A fine giugno 2017 il dato cumulativo europeo era pari a 13,9 GW di potenza eolica offshore, con ormai quasi 4000 macchine installate in 10 paesi (qui il mercato a fine 2016).

E i costi sono in continua discesa (vedi anche, In Gran Bretagna anche l’eolico offshore è più economico del nucleare).

Nella giornata di ieri in testa per la copertura da eolico è la Danimarca. Le sue turbine hanno generato l’82,7% della richiesta elettrica del giorno: 50 GWh da impianti su terraferma e 24 GWh da offshore.

Buona la performance degli impianti tedeschi che hanno soddisfatto il 41,8% della domanda di ieri: dei 576 GWh generati, 91 sono da impianti offshore. In Italia l’eolico ha coperto ieri il 12,4% della richiesta di elettricità: 101 GWh (ovviamente tutti da impianti onshore) pari al 33% delle necessità dell’industria nazionale oppure ai consumi di 10 milioni di famiglie italiane (qui alcuni dati nazionali).

A proposito di estrema variabilità della produzione di eolico in Europa, uno studio ha spiegato come, in relazione alle diverse configurazioni dei venti, si possa evidenziare chiaramente uno sbilanciamento del posizionamento degli impianti, con impatti anche di natura economica.

Finora si è infatti fortemente puntato quasi esclusivamente nell’area del Mare del Nord-Atlantico (onshore e offshore) e molto meno in impianti in aree europee ventose per venti prevalenti diversi da quelli del Nord Europa, per esempio i Balcani. La produzione eolica europea complessiva ha così registrato sbalzi praticamente tutto l’anno, con settimane di eccesso produttivo, difficile da gestire localmente e altre di forte carenza, da compensare con le energie fossili.

Sono state indicate alcune soluzioni. Oltre a coordinare meglio fra loro la costruzione di centrali eoliche, installandole in modo più equilibrato sul territorio e investendo in una maggiore interconnessione elettrica transfrontaliera, lo studio propone anche di compensare gli sbilanciamenti dell’eolico con il fotovoltaico e/o di trasformare l’eccesso di produzione eolica in idrogeno o metano, con le tecnologie “power to gas”.

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