Carbon tax sulle merci, una risoluzione impegna il Governo

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La risoluzione, approvata ieri dalle commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato, impegna il Governo a proporre all'UE l'adozione di dazi sulle importazioni proporzionali alla CO2 incorporata nei beni e a rimodulare l'Iva in Italia per favorire la riduzione delle emissioni climalteranti.

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Proporre all’UE l’adozione di dazi sulle importazioni proporzionali alla CO2 incorporata nei beni e rimodulare l’Iva in Italia per favorire la riduzione delle emissioni climalteranti.

A chiederlo è risoluzione approvata ieri dalle Commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato, nell’ambito dell’affare assegnato n. 1002 “Asimmetrie competitive per l’industria europea derivanti dai bassi costi energetici e dai bassi standard ambientali in Paesi extra-Ue” (allegato in basso).

La produzione industriale europea, si premette nel testo (neretti nostri), è “gravemente penalizzata” dal costo energetico e ambientale nei confronti dei competitori internazionali a dimostrarlo “le crescenti delocalizzazioni degli impianti e le percentuali dell’importazione di beni prodotti da nazioni ormai industrializzate che sono, di fatto, anche dei ‘paradisi emissivi”.

Le attuali politiche europee sui vincoli ambientali premiano l’industria extra UE e i consumatori europei di fatto incentivano l’aumento delle emissioni globali acquistando beni prodotti in aree ad alta intensità emissiva”, si denuncia e per questo si chiede di “ripensare la competitività” dell’industria europea “alla luce di una perequazione dei costi energetici e ambientali”.

Finora, si legge nel documento, la risposta dell’Unione europea “non è stata efficace” e l’Emission trading scheme (ETS) “ha fallito la sua missione, a causa di un prezzo delle quote di emissione troppo basso, tanto da incentivare parte dell’industria europea (soprattutto tedesca e polacca) a produrre utilizzando carbone e lignite.

Per questo le due Commissioni invitano l’Esecutivo ad agire, ricordando la risoluzione approvata il 4 giugno 2015 dalle Commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato che chiede “l’introduzione graduale di forme articolate di carbon tax a valere sia sulle merci prodotte nella UE sia su quelle di importazione” e quella approvata dall’Assemblea parlamentare dell’OSCE il 9 luglio scorso, che ha invitato i Governi dei Paesi membri a sperimentare forme di tassazione al consumo del contenuto di CO2 dei prodotti, al fine di attenuare le asimmetrie competitive e agevolare le produzioni virtuose.

In conclusione, la Xa e la XIIIa del Senato impegnano il Governo “a prendere iniziative in sede europea, per rompere il meccanismo vizioso dell’attuale politica UE di decarbonizzazione, affiancando all’Emission trading scheme la previsione di una Imposta sulle Emissioni Aggiunte (ImEA), quale strumento per la perequazione internazionale dei costi energetici e ambientali sulla produzione dei beni, sulla base del carbonio emesso, a prescindere dal luogo di fabbricazione

E a “individuare misure direttamente applicabili a livello nazionale che agiscano come leva di fiscalità ambientale tramite la modulazione delle aliquote IVA. Tali misure non avranno l’obiettivo di aumentare il gettito fiscale, ma saranno finalizzate ad incentivare le produzioni più pulite e a disincentivare le altre, a prescindere dal luogo di produzione dei beni.

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