Sistemi di accumulo, una start-up che vuole battere il litio

La società americana ViZn è convinta di poter sviluppare su vasta scala batterie di flusso zinco-ferro a costi più competitivi della tecnologia dominante, il litio. In futuro avremo contratti PPA per le rinnovabili con storage integrato a meno di 4 centesimi di dollaro per kWh? Prospettive e analisi.

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Se non è una vera e propria dichiarazione di guerra al litio, poco ci manca: una start-up americana specializzata nelle soluzioni di accumulo energetico per la rete elettrica, ViZn Energy Systems, ha appena affermato di poter battere la tecnologia al momento più accreditata nel campo dell’energy storage.

La sua nota, ripresa da diversi siti web statunitensi, elenca una serie di vantaggi che le batterie allo zinco avrebbero sui dispositivi al litio, tanto da candidarsi a diventare il nuovo punto di riferimento per i progetti delle rinnovabili con accumulo elettrochimico integrato.

Facciamo un rapido passo indietro: lo scorso maggio, in Arizona, l’utility Tucson Electric Power aveva siglato un accordo di lungo termine (PPA, Power Purchase Agreement) per acquistare per vent’anni l’elettricità prodotta da un parco fotovoltaico da 100 MW sviluppato da NextEra Energy (articolo di QualEnergia.it sulle caratteristiche dei contratti PPA).

La particolarità di questo progetto solare, la cui entrata in funzione è prevista alla fine del 2019, è il suo abbinamento a 30 MW/120 MWh di storage energetico.

Sui valori esatti dell’accordo era sceso un certo riserbo: secondo il comunicato ufficiale diffuso dai diretti interessati, Tucson Electric Power pagherà meno di 3 centesimi di $/kWh, escludendo però il costo dell’accumulo.

Diversi esperti del settore, tra cui gli analisti di GTM Research, riportano che il prezzo totale all-in-one sarà inferiore a 4,5 cent$/kWh quindi un valore veramente molto competitivo con tutte le altre fonti di generazione elettrica, compreso il carbone.

ViZn è convinta di poter offrire un sistema ancora più conveniente: aggiungendo batterie di flusso allo zinco-ferro per complessivi 30 MW a 100 MW di fotovoltaico, si legge nella nota, si potrebbe toccare il prezzo record di 4 cent$kWh in un ipotetico contratto PPA, il 20% in meno di quanto visto in Arizona.

I benefici del ferro-zinco in confronto al litio, prosegue il comunicato della società USA, sono essenzialmente due: innanzitutto la maggiore flessibilità operativa, con la possibilità di sfruttare due cicli completi giornalieri di carica-scarica, attingendo al 100% dell’energia immagazzinata sia per servizi in potenza con scariche rapide, sia per servizi in energia con scariche più lente e prolungate.

Il secondo vantaggio della tecnologia ViZn è la garanzia estesa a 20 anni senza degrado delle prestazioni.

Al contrario, le batterie al litio si degradano con un tasso del 3-5% ogni dodici mesi e dopo 7-10 anni in media vanno sostituite o rigenerate.

Il problema del litio, allo stato odierno della tecnologia, è la minore durata delle batterie rispetto ai pannelli fotovoltaici, rendendo necessario un intervento di manutenzione-sostituzione a circa metà della vita utile di un tipico progetto regolato da un PPA, con relativo aggravio di costi.

Tuttavia, non sarà facile per ViZn spodestare la tecnologia dominante, per diverse ragioni evidenziate da GTM Research.

In primo luogo, perché parliamo di una giovane società che ha tutto da dimostrare, avendo realizzato finora solo cinque sistemi di accumulo di tipo commerciale nel mondo, ben lontani da quei 30 MW che rappresentano la taglia massima attuale delle installazioni al litio (monster projects come li definisce GTM, ricordando che Tesla sta sviluppando un progetto al litio da 100 MW in Australia).

La start-up, inoltre, dovrà convincere gli investitori di essere davvero capace di rispettare la sua garanzia ventennale, con una tecnologia innovativa che ha pochi anni di servizio alle spalle.

Di certo, osservano infine gli analisti, la battaglia commerciale per i contratti di lungo termine delle rinnovabili con storage integrato riserverà parecchie sorprese, perché varie aziende concorrenti stanno affilando le armi.

Vedi anche articolo sulle batterie a flusso

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