Gli investimenti nel settore elettrico sorpassano quelli in oil&gas

Grazie anche alle rinnovabili, nel 2016 il settore elettrico nel suo complesso ha attirato più finanziamenti del comparto petrolifero e del gas. Crisi del carbone, nuove reti digitali, misure di efficienza, tecnologie pulite sempre più competitive. Queste le tendenze rilevate dalla IEA.

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Nel calo generale degli investimenti mondiali in energia – 1.700 miliardi di $ nel 2016, il 12% in meno rispetto all’anno precedente in termini reali – spicca lo storico sorpasso del settore elettrico sul comparto oil&gas.

Un dato che è evidenziato dal World Energy Investment 2017 della IEA, l’International Energy Agency (sintesi allegata in basso).

Gli investimenti in tutta la filiera petrolifera e del gas naturale, infatti, sono scesi da 873 a 649 miliardi di dollari tra il 2015 e il 2016. Al contrario, la produzione e distribuzione di energia elettrica a livello globale ha attirato risorse per complessivi 718 miliardi di $, anche se in leggero calo in confronto ai dodici mesi precedenti.

Sono le fonti rinnovabili ad aver attirato la maggior parte (il 41% sul totale) dei finanziamenti per il settore elettrico: 297 miliardi di $, in diminuzione di qualche punto percentuale in paragone con il 2015.

La IEA segnala però un notevole incremento negli ultimi cinque anni sia del numero delle installazioni che della generazione di energia pulita, rispettivamente +50% e +35% grazie alla continua discesa dei costi delle tecnologie e al miglioramento delle prestazioni per gli impianti eolici e solari (vedi anche QualEnergia.it, sulle ultime tendenze per le aste rinnovabili nel mondo).

Vediamo qualche altro dato rilevante sull’andamento di questa evoluzione della transizione energetica:

  • Crollo degli investimenti in nuove centrali a carbone, con circa 20 GW di progetti in meno in confronto all’anno precedente.
  • Le tecnologie low carbon sono salite al 43% della spesa globale in forniture di energia nel 2016, considerando tutti i settori: elettricità (nucleare incluso), efficienza, riscaldamento, trasporti.
  • I finanziamenti per le misure di efficienza energetica hanno raggiunto 231 miliardi di $, +9% sul 2015, destinati soprattutto alla riqualificazione degli edifici.
  • Nell’ambito delle infrastrutture elettriche, sono cresciuti gli interventi per trasformare le reti tradizionali in piattaforme digitali di trasmissione-comunicazione (smart grid) con sistemi di accumulo elettrochimico. Oltre 1 miliardo di dollari è stato investito nell’energy storage di rete.

La Cina è il paese che ha indirizzato le maggiori risorse finanziarie all’energia nel 2016: più di 350 miliardi di $ (21% del totale) focalizzati sulla produzione da rinnovabile e l’ammodernamento delle reti elettriche, a scapito del carbone che ha visto un declino consistente dei progetti (-25%).

Dietro la Cina troviamo gli Stati Uniti con il 16% degli investimenti globali in campo energetico, grazie soprattutto al boom delle fonti pulite, mentre le attività degli idrocarburi sono declinate, anche se per il 2017 si prevede una forte ripresa dei giacimenti non convenzionali di petrolio e gas da scisto.

Il terzo singolo paese nella classifica 2016 è l’India: +7% di capitali investiti sulla scia della politica pro-rinnovabili del governo (articolo di QualEnergia.it, sul boom indiano nel solare FV).

Tuttavia, la IEA accompagna questi numeri con la medesima riflessione che aveva supportato il nuovo scenario B2DS riguardo al graduale abbandono dei combustibili fossili: gli investimenti in fonti rinnovabili dovranno accelerare di più, anche solo per mantenere il passo di consumi elettrici in crescita.

Quindi per decarbonizzare l’economia mondiale servirà uno sforzo assai maggiore di quello riscontrato finora.

Sintesi del rapporto IEA (pdf)

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