In crescita la forza lavoro nelle rinnovabili: quasi 10 milioni di addetti nel mondo

Nel 2016 tutti gli occupati nel comparto delle rinnovabili erano stimati in 9,8 milioni. Senza considerare l'idroelettrico, l'incremento sul 2015 è del 2,8%, un aumento inferiore agli anni scorsi a causa di alcuni fattori. Per il FV +12%. Calano gli occupati nel carbone e nell'oil&gas. Il report di IRENA.

ADV
image_pdfimage_print

A fine 2016 la stima di tutti gli occupati diretti e indiretti nel comparto delle fonti rinnovabili di energia sommava a circa 9,8 milioni, con un aumento dell’1,1% sul 2015.

Senza contare il grande idroelettrico (1,5 milioni di addetti, in diminuzione del 7%), gli occupati nelle rinnovabili ammontano a circa 8,3 milioni (crescita pari a +2,8% sul 2015).

Questi alcuni dati globali sull’occupazione nelle energie verdi tratti dall’Annual Review 2017 del report “Renewable Energy and Jobs” di IRENA (International Renewable Energy Agency) alla sua quarta edizione (allegato in basso).

Nel grafico ecco come negli ultimi anni è cresciuta l’occupazione nelle fonti pulite. Si veda come ad esempio in 5 anni nel fotovoltaico sia più che raddoppiata.

Dietro questo trend ci sono diversi fattori, come il calo dei costi delle tecnologie e, in diversi paesi, il sostegno di specifiche politiche pro-rinnovabili.

Dall’altra parte spingono in direzione opposta alla crescita del lavoro i minori investimenti in alcuni paesi importanti (Brasile, Giappone, Germania e Francia, ad esempio) collegati anche a cambi di politiche, oggi meno favorevoli rispetto al passato per il settore e, soprattutto, la forte spinta all’automazione nell’industria, come anche nell’O&M.

Nel report si legge che Cina, Brasile, Usa, India, Giappone e Germania detengono comunque la quota più rilevante di occupati nei settori delle rinnovabili: quasi 6,3 milioni di persone.

Grazie anche al peso del colosso cinese (3,6 milioni di occupati), il baricentro mondiale si sposta anche in questo ambito in Asia: dove c’è il 62% degli impiegati nel settore a livello globale.

Sebbene negli ultimi due anni l’incremento occupazionale nell’ambito delle rinnovabili sia stato moderato, la tendenza alla quale si assiste è comunque di crescita, mentre al contrario nella filiera delle fossili è in calo e non solo per l’automazione e l’innovazione tecnologica.

Nell’industria del carbone cinese, solo per fare un esempio, si prevede un crollo degli occupati nel settore dell’estrazione di 1,3 milioni di lavoratori per la chiusura di quasi seimila miniere, cioè un numero pari al 20% di tutta la forza lavoro cinese nel settore carbone.

Anche in India, principale produttore di carbone mondiale, dal 2002 sono quasi 200mila i lavoratori che hanno perso il posto. E mentre in Europa il calo degli occupati resta costante da 30 anni, significativo è il dato per gli Stati Uniti: in 30 anni gli impiegati in questa fonte fossile sono passati da 174mila a 55mila.

Anche nel settore oil & gas, la crescita delle rinnovabili, i bassi prezzi del petrolio e l’oversupply, hanno ridotto gli addetti: 440mila in meno nel periodo 2015-2016, di cui 196mila solo nei servizi di supporto.

L’occupazione nel fotovoltaico (circa 3,1 milioni di addetti) è in crescita del 12% sul 2015. Nell’Unione Europa si registra però ancora un calo dei lavoratori nel settore.

Nell’eolico gli occupati crescono del 7% rispetto all’anno precedente, arrivando a 1,2 milioni di occupati, poco meno del dato del settore dei biocombustibili liquidi (1,7 milioni, +2%).

Qui i numeri più dettagliati degli occupati per paese e per tecnologia.

Una proiezione della forza lavoro nelle fonti rinnovabili stima in 26 milioni gli occupati al 2050.

Di questi una parte rilevante sarà costituita da lavoratrici. Un aspetto che in questa edizione si è affrontato è proprio il peso delle donne nella forza lavoro del mercato delle rinnovabili, con particolare attenzione all’area del Medio Oriente e Africa.

In questo ambito le donne sembrerebbero meno discriminate rispetto ad altri comparti energetico-industriali, nonostante molto ancora dovrà essere fatto soprattutto in termini di divario nel salario.

Una recente ricerca su 90 grandi aziende delle rinnovabili nel mondo ha scoperto che la quota delle donne occupate costituiva il 35% del totale, una percentuale in netta crescita rispetto ad alcuni anni fa.

Da segnalare nel documento di IRENA una utile e ampia bibliografia sul tema dell’occupazione nelle rinnovabili.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:   

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×