“Efficienza, obblighi al ribasso segnale negativo per investitori”, la lettera di EU-ASE a Calenda

Una lettera per rivedere la posizione del Governo assunta a Malta al Consiglio informale dei Ministri dell'energia UE rispetto all’estensione al 2030 dell’impegno a ridurre dell’1,5% delle vendite medie annue di energia ai clienti finali, prevista dall'articolo 7 della Direttiva.

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“Rivedere gli obblighi al ribasso significa mandare un segnale negativo a investitori e consumatori e rallentare ulteriormente la necessaria azione per ridurre il consumo energetico che resta urgente anche in Italia”.

Questo in estrema sintesi il messaggio contenuto nella lettera inviata al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, firmata dalle imprese dell’efficienza energetica che fanno parte di EU-ASE (European Alliance to Save Energy), tra cui Kyoto Club.

La lettera fa riferimento alla posizione assunta dal nostro Governo sull’art. 7 della Direttiva Europea sull’Efficienza energetica (DEE).

Infatti, nella fase finale della discussione della nuova Direttiva sull’efficienza energetica – a Malta durante il Consiglio informale dei Ministri dell’energia dove si è discusso il Pacchetto legislativo “Clean Energy for All Europeans” – il nostro Paese si è detto favorevole all’innalzamento dell’obiettivo, legalmente vincolante, del 30% al 2030, ma sembra avere delle perplessità rispetto all’estensione al 2030 dell’impegno a ridurre dell’1,5% delle vendite medie annue di energia ai clienti finali, prevista dall’articolo 7 della Direttiva.

“L’Italia vorrebbe dividere l’obbligo 2021-2030 in due periodi, ipotizzando che dopo il 2025 il taglio scenda all’1%, salvo verifica da parte della Commissione sull’andamento dei consumi energetici”, spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, QualEnergia e Presidente del Green Building Council.

“Una posizione che preoccupa: considerando infatti gli attuali equilibri tra gli Stati membri, la posizione italiana rischia di indebolire notevolmente l’impianto complessivo della Direttiva”, ha sottolineato Silvestrini.

Nel merito, Silvestrini ricorda che una quota considerevole di questi risparmi verrà dalla riqualificazione spinta del patrimonio edilizio. “Abbiamo salutato con soddisfazione la sottolineatura dell’importanza della “deep renovation” nel corso della presentazione in Parlamento della nuova Strategia Energetica Nazionale”, conclude Silvestrini.

“La proposta italiana sull’art. 7 della direttiva UE, che ha lo scopo di ridurne radicalmente il livello di ambizione attuale, già modesto portando gli obiettivi di risparmio da conseguire annualmente da parte degli utenti finali dall’1,5% all’1% dopo il 2025, contiene l’intenzione di evitare che un target troppo ambizioso possa mettere in pericolo la crescita economica”, dichiara Monica Frassoni, Presidente European Alliance to Save Energy (EU-ASE).

Monica Frassoni sottolinea che una politica ambiziosa in materia di efficienza energetica può avere importanti ricadute positive su occupazione e attività economica, come è stato recentemente riconosciuto nella presentazione della SEN (Strategia Energetica Nazionale) al Senato.

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