TAP, una rete di interessi con Erdogan al centro

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Barroso, il cognato del premier turco, il magnate dei media che lo ha sostenuto: la nuova inchiesta dell'Espresso e Re:Common mostra un fitto e poco trasparente network di società attive attorno al gasdotto, che coinvolge molte personalità del clan di Erdogan e non solo.

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Su queste pagine di recente ci siamo chiesti se il controverso gasdotto TAP servisse veramente alla sicurezza energetica del nostro Paese (QualEnergia.it, Ma almeno ci serve il gasdotto TAP?). Avendo ottenuto come risposta un “no”, la domanda successiva sarebbe “ma allora a cosa o a chi serve?”

A rispondere in parte a questa domanda arriva la nuova inchiesta realizzata dai giornalisti dell’Espresso Paolo Biondani e Leo Sisti, con il contributo dell’organizzazione anti-corruzione Re:Common e pubblicata sul numero in edicola del settimanale: “I familiari di Erdogan e gli imprenditori più vicini al presidente turco. Gli uomini d’oro legati al dittatore dell’Azerbaijan. E i super manager dell’energia cresciuti alla corte di Putin. Presentato ai cittadini italiani come un’infrastruttura strategica per liberare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo, il Tap rischia invece di passare alla storia come il gasdotto dei tre regimi”,

L’Espresso infatti ha scoperto decine di connessioni societarie (aziende con gli stessi amministratori o azionisti) tra le imprese del metano azero, la mega-conduttura contestata in Puglia e le cerchie del potere di Baku e Istanbul.

Qui l’inchiesta dell’Espresso

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