Nuovo accordo UE sull’etichetta energetica: cosa prevede e con quali limiti

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Raggiunta l’intesa informale tra Europarlamento e Consiglio UE sulla classificazione unificata degli elettrodomestici, con il ritorno alla scala A-G, un database europeo dei modelli e l’apertura alle tecnologie smart. Ma dovremo aspettare ancora diversi anni per una riforma completa.

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L’Europa ha compiuto un altro passo avanti per le nuove etichette energetiche.

I negoziatori dell’Europarlamento e del Consiglio UE, in questi giorni, hanno raggiunto un accordo informale sulle norme che regoleranno la classificazione degli elettrodomestici secondo le rispettive prestazioni.

Sull’etichettatura energetica del futuro si sta discutendo da diverso tempo (vedi anche QualEnergia.it), consapevoli che il sistema attuale non è più in grado di riflettere la reale evoluzione tecnologica degli apparecchi e soprattutto è molto caotico, perché coesistono molteplici scale di valore che rischiano di disorientare gli acquirenti.

Come spiegava Dario Tamburrano, eurodeputato M5S che ha guidato i negoziati con il Consiglio per l’approvazione del testo finale, il problema è che ci sono fino a nove scale diverse in uso in Europa. Così per alcuni prodotti la “forchetta” va dalla classe A+++ alla D, per altri continua a essere valida la graduatoria A-G, per altri ancora la categoria che contraddistingue la massima efficienza è A++ mentre in fondo all’etichetta c’è la lettera E.

Allora tra un’apparecchiatura di classe A e una di classe A+++, ha precisato Tamburrano, può esserci la stessa differenza che passa tra le categorie A-D di una scala differente. “Una giungla in cui è facile smarrirsi e fare acquisti errati”, ha concluso l’eurodeputato.

Le novità

Che cosa prevede la bozza normativa appena concordata tra le due istituzioni europee? Innanzitutto, facilitare le scelte dei consumatori con un’unica scala A-G dal verde al rosso per lavatrici, frigoriferi, televisori e così via. “Back to the basics”, cioè un ritorno alle origini con più chiarezza e trasparenza, ma anche lo sguardo rivolto alle tecnologie intelligenti.

Alla tradizionale etichetta di carta esposta sui prodotti, infatti, potranno abbinarsi moltissime informazioni aggiuntive, grazie alla creazione di una banca dati europea che conterrà tutti i modelli dei diversi marchi soggetti all’etichettatura Energy Label.

L’etichetta potrà includere un QR Code per accedere con il proprio telefonino alla banca dati e confrontare in tempo reale le caratteristiche di elettrodomestici differenti.

I produttori, inoltre, potranno inserire un simbolino speciale per indicare ai potenziali acquirenti che quel dato apparecchio è “smart”, capace di dialogare da remoto con l’utente per essere programmato e quindi funzionare secondo determinati input.

L’utente, attraverso un’applicazione dello smartphone potrebbe “ordinare” all’apparecchio di attivarsi in determinate circostanze, ad esempio nelle fasce orarie in cui l’energia elettrica costa di meno, o quando è disponibile un surplus energetico stoccato nelle batterie di accumulo integrate con un impianto fotovoltaico.

Entriamo qui nel campo dell’Internet delle Cose (IoT, Internet of Things) con le sue soluzioni per incrementare l’efficienza dei dispositivi e ridurre i consumi (vedi anche QualEnergia.it).

Le note dolenti

Tra i lati negativi del compromesso raggiunto sulle nuove etichette, evidenzia a QualEnergia.it Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente, c’è la tempistica.

Dal 2019 dovremmo vedere nei negozi solo un numero limitato di prodotti con l’energy label unificata, tra cui lavatrici, lavastoviglie e televisori, “mentre dovremo aspettare in media sei anni, arrivando a nove per le caldaie, prima di avere un’etichetta uguale per tutti i prodotti in commercio”.

Un altro aspetto negativo, termina Sabbadin, è che il testo non prevede alcuna compensazione economica per chi acquisterà un apparecchio che consumerà più energia di quella indicata nella classe energetica di appartenenza, una sorta di rimborso per etichetta infedele che l’associazione ambientalista avrebbe voluto inserire nelle future norme.

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