La Svezia progetta la sua gigafactory di batterie al litio

Svelati alcuni dettagli della super fabbrica che la start-up Northvolt, guidata da Peter Carlsson e Paulo Cerruti, due ex dirigenti Tesla, vorrebbe costruire in Scandinavia. Avrà una capacità produttiva di circa 35 GWh l’anno nel 2024 e costerà intorno ai quattro miliardi di dollari. Già coinvolti diversi partner.

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Sono sempre di più gli investitori interessati a costruire enormi fabbriche di batterie agli ioni di litio.

Abbiamo parlato dei nuovi piani di Tesla, che prevedono di realizzare fino a cinque gigafactory, di cui una in Europa in una località da definire.

Altre aziende hanno messo in cantiere dei maxi stabilimenti, che dovranno sfornare i dispositivi indispensabili per la rivoluzione elettrica dei trasporti e dell’accumulo energetico: ricordiamo Samsung SDI, LG Chem, BMZ.

A queste va aggiunto il nome di una start-up svedese, Northvolt-SGF Energy, guidata da due ex dirigenti Tesla, Peter Carlsson e Paulo Cerruti, che tra 2015 e 2016 hanno lasciato il colosso americano dell’auto elettrica per dedicarsi a progetti autonomi.

Il maggiore di questi progetti, annunciato lo scorso autunno, ma senza i dettagli che sono stati in parte svelati in questi giorni, riguarda una gigafactory nordica che dovrebbe produrre 35 GWh di batterie l’anno entro il 2024, quando sarà operativa al 100% secondo i piani iniziali di sviluppo.

Il luogo esatto in cui costruirla non è stato ancora comunicato, ma di certo sarà in Scandinavia per un paio di buone ragioni: in primo luogo, la possibilità di utilizzare esclusivamente energia pulita a basso costo per alimentare la gigafactory, in secondo luogo la vasta reperibilità di materie prime impiegate nella fabbricazione dei dispositivi al litio, tra cui cobalto, nickel, manganese, grafite e ovviamente litio.

L’obiettivo dell’operazione è abbattere il costo delle batterie a 100 $/kWh, un bel salto considerando che al momento si viaggia sui 200-250 $/kWh. Per riuscirci, ha osservato Carlsson, è necessario creare grandi economie di scala, oltre a gestire l’intera filiera produttiva, dall’estrazione dei materiali alla vendita del prodotto finito, passando per tutte le fasi intermedie di lavorazione.

L’investimento complessivo sarà nell’ordine di 4 miliardi di dollari. Per il momento, Northvolt ha raccolto finanziamenti milionari da diversi partner, tra cui InnoEnergy, Vinnova e la Swedish Energy Agency.

Siamo ancora lontanissimi dalla cifra totale, ma per il momento, ha spiegato il numero uno di Northvolt, l’importante è conquistare la fiducia di un certo numero di soggetti pubblici-privati e finanziare così la prima fase del progetto, che prevede di reclutare un gruppo di 25-30 tra i migliori ingegneri disponibili sulla piazza tra Stati Uniti, Europa e Giappone.

Carlsson, al pari di Elon Musk, è convinto che saranno le batterie al litio – non l’idrogeno o altre tecnologie – a dominare la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, contribuendo a eliminare i combustibili fossili non solo dai trasporti, ma anche dalla rete elettrica, grazie ai sistemi di storage diffusi.

Secondo SGF Energy, la domanda di batterie al litio nella sola Europa ammonterà a 110 GWh nel 2025 per l’alimentazione delle auto a zero emissioni; la stima sale a 600 GWh includendo tutte le applicazioni di energy storage (residenziale, commerciale, di rete).

La gigafactory scandinava potrebbe avere il suo punto di forza, oltre che nelle dimensioni, nella “logistica efficiente”: ottime infrastrutture di collegamento e vicinanza alle miniere, infatti, sono due fattori che potrebbero assicurare un certo vantaggio competitivo al progetto svedese.

Resterà da vedere se Carlsson e i suoi soci riusciranno a trovare tutti i finanziamenti e posare la prima pietra entro la fine del 2017.

La loro idea è la stessa di Elon Musk e di altri imprenditori: trasformare l’auto elettrica da bene di lusso a prodotto di massa, con costi e prestazioni equiparabili, se non superiori, a quelli di una vettura tradizionale.

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