DL Mezzogiorno, ok della Camera con regalo a Enel.Si e vecchie biomasse

Le due modifiche riguardanti l'energia frutteranno rispettivamente 44-66 milioni a un solo progetto della ESCo di Enel e da 78 a 129 milioni da spartire tra alcuni vecchi impianti a biomasse e bioliquidi per la produzione elettrica. Il testo votato in aula, gli emendamenti e gli ordini del giorno.

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È stato approvato dall’aula di Montecitorio il Ddl di conversione del DL Mezzogiorno 243/2016 (A.C. 4200-A), che ora passa all’esame del Senato.

Nel testo, votato ieri, sono stati incorporati gli emendamenti su efficienza energetica e biomasse di cui avevamo parlato.

La modifica sui grandi progetti di efficienza energetica – proposta dall’onorevole Cinzia Maria Fontana (PD) – come abbiamo scritto ieri – sembra concepita su misura, a beneficio di un’unica iniziativa, di Enel.Si.

La proroga di un anno disposta per gli impianti di cui all’art. 14, comma 11, del D.Lgs 4 luglio 2014 n. 102 – infatti, a quanto risulta a QualEnergia.it – interesserebbe un solo un grandissimo progetto presentato nel 2010, che dovrebbe riguardare un’acciaieria (Enel.si non ha risposto alle nostre richieste di chiarimento).

La possibilità di ritirare per un anno in più i 440.322 titoli di efficienza energetica del progetto potrebbe fruttare all’azienda da 44 milioni a 66 milioni di euro circa, a seconda del valore di mercato dei titoli considerato.

Dovrebbe portare benefici solo a pochi e vecchi impianti anche la modifica introdotta sulle biomasse, nata da un emendamento dell’onorevole Antonio Castricone (PD).

Si prorogano di un altro anno (fino al 2021) gli incentivi agli impianti a biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili per la produzione di energia elettrica che hanno cessato di usufruirne entro il 2016.

La modifica interviene sulla Legge di Stabilità 208/2015 (commi 149, 150 e 151) che aveva già concesso cinque anni di sussidi in più a questi impianti, datati e che in genere sono di grossa taglia e producono solo energia elettrica.

Secondo il calcolo fatto dal GSE in occasione della prima estensione, il costo aggiuntivo dell’operazione è da 78 a 129 milioni di euro all’anno.

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