UE: Italia sposti le tasse dal lavoro all’ambiente

Spostare la tassazione dal lavoro ad altri settori è la sfida-chiave per la crescita economica del nostro paese. Tra le azioni suggerite da Bruxelles: una tassa nazionale sulle discariche e accise più elevate per il gasolio. Importante anche aumentare gli investimenti nelle infrastrutture idriche.

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Dallo smaltimento dei rifiuti ai carburanti utilizzati nei trasporti, passando per i servizi idrici, la qualità dell’aria e la conservazione degli habitat naturali: sono molti i settori in cui l’Italia è chiamata a compiere maggiori sforzi, puntando a quell’economia circolare, a basse emissioni di carbonio, che è diventata un obiettivo prioritario per Bruxelles.

Lo si legge nel rapporto della Commissione UE per ciascuno dei 28 Stati membri, Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali dell’UE (allegato in basso), presentato oggi.

Nel 2014 l’Italia – si legge nella relazione – risulta avere entrate derivanti da tasse ambientali pari al 3,6% del PIL. Nello stesso anno le entrate derivanti dalle tasse ambientali rappresentavano l’8,28% del totale delle entrate risultanti da imposte e contributi previdenziali.

Spostare la tassazione dalla manodopera a imposte meno penalizzanti per la crescita resta una sfida chiave in Italia e ciò è stato raccomandato allo Stato membro sotto forma di una raccomandazione specifica per paese nell’ambito del semestre europeo 2012-2014. Tale spostamento proposto delle imposte, da parte dell’Italia, rimane abbastanza modesto con un valore pari allo 0,2% del PIL”, si sottolinea.

La Commisione cita uno studio del 2016 (di Eunomia Research and Consulting e altri allegato in basso) per mostrare quanto si potrebbe fare.

Lo studio, si legge “mostra che esiste un notevole potenziale per spostare le tasse dalla manodopera all’ambiente. In uno scenario di buone pratiche dette tasse potrebbero generare ulteriori 10,85 miliardi di EUR entro il 2018, salendo a 19,53 miliardi di € entro il 2030 (entrambi i valori sono espressi in termini reali al 2015). Ciò equivale a un aumento, rispettivamente, dello 0,64% e dell’1,4% del PIL nel 2018 e nel 2030.”

Vediamo in dettaglio le principali osservazioni comunitarie contenuti nel rapporto. Le azioni suggerite sono diverse:

  • Introdurre una tassa nazionale sulle discariche o armonizzare le imposte regionali, così da eliminare gradualmente il conferimento in discarica di rifiuti riciclabili-recuperabili. Le relative entrate dovrebbero finanziare i programmi per la raccolta differenziata e la costruzione di nuove infrastrutture per il trattamento degli scarti residui.
  • Aumentare l’efficienza della raccolta differenziata (quindi il tasso di riciclo), concentrandosi sulle regioni più in ritardo.
  • Completare le assegnazioni dei siti da tutelare nell’ambito di Natura 2000, stanziando risorse adeguate per mantenere/ripristinare le specie e gli habitat delle aree protette.
  • Ridurre le emissioni e le concentrazioni di ossidi di azoto e polveri sottili provenienti dai trasporti, soprattutto nelle aree urbane.
  • Lanciare una politica di tariffazione dell’acqua sulla base di linee guida nazionali adottate, includendo la misurazione per un uso più efficiente delle risorse idriche. I permessi di estrazione dell’acqua dovrebbero essere rivisti in modo da renderli coerenti con gli obiettivi ambientali.
  • Aumentare gli investimenti in infrastrutture idriche per garantire l’attuazione della raccolta e un adeguato trattamento delle acque reflue.
  • Armonizzare le tasse sui carburanti per i trasporti, cioè aumentare le accise sul gasolio considerando che le sue esternalità negative (emissioni) sono superiori a quelle della benzina.

Le sovvenzioni – prosegue la relazione di Bruxelles – “che hanno un impatto negativo sull’ambiente persistono in Italia, in particolare, un’aliquota IVA ridotta per l’energia e una bassa tassazione delle auto aziendali. Ci sono stati dei progressi molto limitati in termini di rimozione delle sovvenzioni che hanno un impatto negativo sull’ambiente, con alcuni aumenti delle accise e un’estensione delle sovvenzioni a favore dell’efficienza energetica (che risulta quindi essere una sovvenzione positiva dal punto di vista ambientale) offerta nell’ambito del bilancio 2015, ma finora non ancora promulgata”.

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