Ecco come fotovoltaico e auto elettrica potranno “oscurare” carbone e petrolio

Carbon Tracker ipotizza nuovi scenari energetici, determinati da un effetto “dirompente” delle tecnologie pulite. Fotovoltaico e mobilità a zero emissioni metteranno fuori gioco una parte considerevole di fonti fossili entro il 2050, grazie alle politiche climatiche e ai costi in picchiata.

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Aspettarci l’inaspettato, smetterla di credere in uno scenario business as usual (BAU), avere fiducia nel potere che hanno le energie pulite di “perturbare” la nostra economia (disruptive power).

È quanto ci chiede il nuovo rapporto pubblicato da Carbon Tracker in collaborazione con il Grantham Institute londinese, Expect the Unexpected (allegato in basso).

Lo studio si colloca nel filone più ottimista della transizione energetica verso le fonti rinnovabili, quello che vede sempre più vicina una “bolla del carbonio” che farà saltare i piani delle aziende fossili. Parliamo, ancora una volta, di stranded asset, infrastrutture di un vecchio mondo rappresentato da miniere, oleodotti, centrali termoelettriche, condannate all’obsolescenza dall’avanzata delle nuove tecnologie verdi.

Tanta fiducia si basa su due elementi:

  1. da diversi anni a questa parte le previsioni sul mix energetico hanno sempre sottostimato, e anche di molto, l’effettivo sviluppo delle rinnovabili, ragionando troppo con una logica BAU;
  2. i costi delle tecnologie green sono crollati a doppia cifra, rendendole competitive in molte aree del mondo con i combustibili fossili.

Carbon Tracker ha focalizzato la sua analisi sul solare fotovoltaico e sull’auto elettrica, per valutare quale sarà il loro impatto sulla domanda futura di carbone, petrolio e gas.

L’assunto è che i costi dei sistemi FV e delle batterie al litio continueranno a scendere, consentendo una massiccia diffusione dei grandi impianti di generazione solare e della mobilità a zero emissioni.

Ecco le proiezioni principali della ricerca:

  • Il fotovoltaico potrà valere il 23-29% della produzione elettrica mondiale nel 2040-2050, contribuendo così alla completa eliminazione del carbone dal mix, come evidenzia il grafico sotto nello scenario “Strong PV” (i termini inglesi “weak” e “strong” si riferiscono alle politiche salva-clima “deboli” o “forti”; la dicitura “orig” si riferisce, invece, ai prezzi attuali del FV, cioè senza considerare la loro riduzione futura). ExxonMobil, al contrario, ipotizza che tutte le rinnovabili costituiranno appena l’11% della torta energetica tra poco più di vent’anni.

  • Le vetture elettriche potranno superare il 50% della quota complessiva del mercato automobilistico nel 2040 e arrivare a due terzi del totale dieci anni più tardi. BP, invece, prevede che i veicoli a batterie venduti nel 2035 saranno fermi al 6% del mercato globale.
  • Tutte queste auto elettriche in circolazione faranno “sparire” 2 milioni di barili giornalieri di petrolio nel 2025, poi 16 milioni nel 2040 e 25 nel 2050, come riassume il grafico sotto. Due milioni di barili quotidiani, osserva Carbon Tracker, è il consumo perso nel 2014-2015 con il conseguente crollo dei prezzi.

  • La domanda petrolifera stagnerà nel periodo 2020-2030 per poi calare negli anni successivi, diversamente da quanto sostenuto dalle compagnie del settore (vedi anche QualEnergia.it sugli scenari del picco del petrolio).
  • Il picco della domanda di carbone si presenterà intorno al 2020; entro il 2050 si sarà dimezzato rispetto ai valori registrati nel 2012.
  • Nel volgere di un solo decennio, le fonti fossili potranno perdere il 10% della loro quota di mercato cedendola al fotovoltaico e alla mobilità elettrica.

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