Pompa di calore, quanto consuma e come cambia la spesa con la nuova tariffa

Quanto pesa in bolletta una pompa di calore? Con la riforma delle tariffe elettriche per i clienti domestici iniziata e che sarà completata l'anno prossimo molto meno. Qualche calcolo di spesa riferito a pompe aria-aria e aria-acqua sia per coloro che hanno aderito alla tariffa D1 che per chi non l'ha fatto.

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La riforma delle bollette elettriche degli utenti domestici è entrata nel vivo, anzi siamo nel pieno di una fase intermedia che ci accompagnerà per tutto il 2017 e ci proietterà nel 2018, quando tutte le modifiche entreranno a pieno regime e la nuova tariffa non più progressiva sarà valida per tutti i clienti.

La ratio della riforma è quella di premiare le tecnologie efficienti, che nella visione dell’Autorità, sono quelle che spostano i consumi sul vettore elettrico. Proprio ciò che fa la pompa di calore elettrica, che permette di fare a meno del gas usando in maniera efficiente i consumi elettrici.

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La pdc, come spiega a QualEnergia.it il dottor Fernando Pettorossi di Assoclima, “è tra le tecnologie attualmente in uso quella che assolve in modo eccellente e nei termini paretiani la funzione di climatizzazione, agendo nel contempo sia dal punto di vista dell’efficienza, sia da quello delle rinnovabili”.

“I consumi energetici – aggiunge Pettorossi – vengono ridotti al minimo per ogni unità di prodotto o di energia termica generata. Inoltre la pompa di calore si trascina con sé il fotovoltaico, rendendo conveniente l’installazione di un impianto in coincidenza con la pompa di calore, con un effetto moltiplicatore positivo che ricade su tutta la comunità. Questa tecnologia ha ancora potenziali margini di miglioramento e non è escluso che fra pochi anni potremmo avere delle sorprese positive”.

La pompa di calore, se fa risparmiare sul gas, come noto pesa molto sui consumi elettrici: per questo una delle novità che interessa chi ha installato una pompa di calore è proprio la nuova tariffa.

La D1 e la sua erede

A luglio 2014 è entrata in vigore la D1, una tariffa speciale prevista ad hoc per la categoria di consumo “Domestico con pompa di calore”.

La D1 prevedeva che il costo di ogni kWh consumato fosse costante e non dipendesse dai kWh consumati, proprio per andare incontro alle esigenze di chi, spostando i propri consumi maggiormente sul vettore elettrico con la pompa di calore, non si trovasse con un salasso in bolletta a causa della tariffa progressiva.

Non tutti però hanno potuto attivare la tariffa D1 essendo previsti una serie di requisiti minimi, come la presenza di un contatore elettronico telegestito e l’assenza di un altro impianto di riscaldamento.

Gli ultimi dati ci dicono che a dicembre 2016 gli impianti in categoria D1 erano 16mila: il 74% sono stati installati proprio durante la fase di sperimentazione, tra il 2014 e il 2016, e il 70% del totale degli impianti sono ubicati al Nord con maggiore concentrazione in Lombardia e Veneto.

Si paga meno

La fase di sperimentazione, comunque, è terminata il 31 dicembre 2016 e dal 1° gennaio 2017 chi ha aderito alla D1 paga l’energia elettrica secondo la nuova tariffa TD non progressiva, che entrerà in vigore per tutti dal 2018.

Mentre chi ha una pompa di calore e non è riuscito ad aderire alla tariffa sperimentale si troverà nella “fase 2” della riforma, ovvero quella che prevede soltanto un calo degli oneri generali di sistema (di circa il 5%) che si spostano verso i costi fissi (anche se al Senato è in discussione un emendamento al Milleproroghe che chiede la proroga della tariffa D1 per tutto il 2017, aggiorneremo qui in caso venga approvato).

Infine, un’altra novità introdotta dalla riforma delle tariffe riguarda le variazioni della potenza elettrica impegnata, fatto non trascurabile dato che installare una pdc implica molto spesso un chiedere un aumento della potenza contrattuale.

Dal 2017 c’è una maggiore possibilità di scelta dei livelli di potenza impegnata. È stata infatti introdotta una gradualità più fitta rispetto a quanto previsto in precedenza, in modo da permettere all’utente di individuare il livello più adatto alle proprie esigenze e il passaggio da un livello all’altro è meno oneroso (si veda QualEnergia.it, Cambiamo la potenza del contatore. Ma quanto costa?).

Guardando al portafoglio, viste le evoluzioni delle tariffe, quale bolletta mi devo aspettare se ho una pompa di calore?

Come si può vedere dalle seguenti stime di spesa – realizzate da QualEnergia.it con l’aiuto di Assoclima e altri consulenti – chi ha aderito alla tariffa D1, da gennaio 2017 pagherà ancora meno poiché vengono eliminati alcuni costi aggiuntivi previsti fino a dicembre.

Abbiamo considerato 4 casi e siamo andati a vedere come varia la spesa.

Appartamento in zona E con pompa di calore aria-aria

Un cliente domestico con un appartamento di 80 m2 di 4 vani, che ha installato una pompa di calore aria-aria che fa caldo e freddo, se abita in zona climatica E consumerà in media 4.500 kWh all’anno.

Se ha aderito alla D1, oggi spenderà:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 854 euro con un costo di 0,190 €/kWh, mentre nel 2016 spendeva 1.070 euro (216 euro in più, con un costo di 0,238 €/kWh);

  • con una potenza impegnata di 6 kW circa 890 euro, mentre nel 2016 spendeva 1.096 euro.

Se non ha aderito alla D1 gli viene applicata la tariffa D3, valida per i non residenti e per le potenze oltre i 3 kW, e nel 2017 spenderà:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 1.040 euro, mentre nel 2016 spendeva 1.197 euro;

  • con una potenza impegnata di 6 kW circa 1.076 euro, mentre nel 2016 spendeva 1.233 euro

Nel 2018 la citata tariffa TD non progressiva sarà applicata a tutti i clienti domestici residenti. A questa, per i non residenti sarebbe poi necessario aggiungere 135 euro/anno per punto di prelievo. Anche chi non aveva aderito alla D1, dunque, dall’anno prossimo pagherà come paga già nel 2017 chi vi aveva aderito:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW nel 2018 pagherà circa 854 euro.

  • con una potenza impegnata di 6 kW nel 2018 pagherà circa 890 euro.

Appartamento in zona D con pompa di calore aria-aria

Considerando che lo stesso appartamento di 80 m2 di 4 vani, con installata una pompa di calore aria-aria che fa caldo e freddo sia in zona D (ovvero in una zona più calda), abbiamo ipotizzato consumi annuali di 3.800 kWh all’anno.

Se ha aderito alla D1, l’utente oggi spende:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 749 euro, mentre nel 2016 spendeva 931 euro.

  • con una potenza impegnata di 6 kW spenderà 785 euro, mentre nel 2016 spendeva 957 euro.

Se non ha aderito alla D1 oggi spende:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 914 euro, contro i 1.027 euro di spesa del 2016;

  • con una potenza impegnata di 6 kW circa 955 euro, contro i 1.069 euro di spesa del 2016.

Nel 2018 sia chi aveva aderito alla D1 sia chi non vi aveva aderito pagherà:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 749 euro.

  • con una potenza impegnata di 6 kW spenderà 785 euro.

Pompa di calore aria-acqua per climatizzazione e acs in zona E

Il terzo caso riguarda un cliente domestico con un appartamento di 80 m2 di 4 vani che ha installato una pompa di calore aria-acqua che fa caldo e freddo + acqua calda sanitaria per 4 persone e si trova nella zona E, con un consumo medio di 6.000 kWh all’anno.

Se ha aderito alla D1, oggi spende:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 1.080 euro, contro i 1.368 del 2016;

  • con una potenza impegnata di 6 kW circa 1.117 euro, contro i 1.394 del 2016.

Se non ha aderito alla D1 nel 2017 spende:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW oggi spenderà 1.300 euro contro i 1.550 del 2016;

  • con una potenza impegnata di 6 kW oggi spenderà 1.337 euro contro i 1.585 del 2016.

Dal 2018 sia chi ha aderito alla D1 che chi non vi ha aderito pagherà:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 1.080 euro;

  • con una potenza impegnata di 6 kW circa 1.117 euro.

Pompa di calore aria-acqua per climatizzazione e acs in zona D

Se l’appartamento del caso precedente, in cui la pdc da sia climatizzazione che acqua calda sanitaria, si trovasse in zona D, avrebbe indicativamente un consumo medio di 5.000 kWh all’anno.

Se ha aderito alla D1, oggi spende:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 929 euro, contro i 1.196 del 2016;

  • con una potenza impegnata di 6 kW circa 965 euro, contro i 1.250 del 2016

Se non ha aderito alla D1 nel 2017 spende:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW oggi spenderà 1.127 euro contro i 1.315 del 2016;

  • con una potenza impegnata di 6 kW oggi spenderà 1.163 euro contro i 1.350 del 2016.

Nel 2018 sia chi aveva aderito alla D1 che chi non vi aveva aderito pagherà:

  • con una potenza impegnata di 4,5 kW circa 929 euro;

  • con una potenza impegnata di 6 kW circa 965 euro.

L’abbinamento con l’impianto fotovoltaico

E se avessimo anche un impianto fotovoltaico quanto risparmieremmo?

Considerando un impianto con 3 kW di picco, che genera circa 4.000 kWh all’anno – stima Pettorossi –  riusciremmo ad ottenere un risparmio in bolletta di quasi 700 euro l’anno in accoppiata ad una pompa di calore con 6 kW di potenza impegnata.

Ovviamente il risparmio dipende anche molto dalla zona in cui mi trovo e dalla potenza dell’impianto fotovoltaico che ho la possibilità di installare (per un impianto con 3 kW di picco ho bisogno di almeno 20 mq).

Ma il risparmio è notevole: riuscirei ad ammortizzare l’investimento iniziale per il FV, che si aggira sui 6000-7000 euro, in appena 5 anni, considerando che la metà della spesa per l’impianto viene rimborsata dalla detrazione fiscale del 50% (mentre per l’acquisto di una pompa di calore – nei casi che abbiamo ipotizzato circa 4-6mila euro per la configurazione aria aria e 6-10 mila per la aria-acqua –  oltre alle detrazioni del 50% ci sono altri incentivi, vedi la guida di QualEnergia.it sugli incentivi per le pdc).

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