Bollette: posti contati per la Tutela Simile, a chi conviene la nuova tariffa?

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Il contratto di Tutela Simile e il problema dei posti messi a disposizione dalle aziende. Sono limitati e potrebbero restare fuori quasi 10 milioni di clienti domestici oggi ancora nel servizio di maggior tutela. Possibile una corsa ad accaparrarsi l’offerta migliore.

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Il 2017 sarà un anno di transizione per gli utenti dell’energia elettrica che saranno incentivati a passare al mercato libero.

Non c’è ancora una data certa che stabilisce la fine del mercato tutelato perché la norma che fissa il termine al 30 giugno 2018 è contenuta nel disegno di legge sulla Concorrenza che giace nei cassetti del Senato.

Proprio qualche giorno fa la discussione sul ddl è stata riaccesa direttamente dal Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che in un tweet ha precisato che la legge sulla concorrenza “va approvata perché ci sono provvedimenti utili” anche se “poteva essere più ambiziosa”.

Si attendono sviluppi su questo fronte, ma la fine del mercato tutelato nel settore dell’energia elettrica non è in forse perché deriva dal recepimento di una normativa europea.

Per invogliare chi non l’ha ancora fatto ad “aprirsi” al mercato libero l’Autorità per l’energia ha istituito il regime di Tutela Simile (vedi Qualenergia.it), partito già dal 1° gennaio 2017: tutti gli utenti domestici e non, attualmente serviti in maggior tutela, possono attivare un contratto di Tutela Simile fino al 30 giugno 2018.

Per aderire bisogna andare sul sito portaletutelasimile.it, gestito dall’Acquirente Unico, e scegliere una delle offerte commerciali presentate dai fornitori abilitati. Il contratto è standard e contiene condizioni obbligatorie e omogenee per tutti i venditori, definite dall’Autorità, e condizioni economiche analoghe a quelle del servizio di maggior tutela.

Per capirci il prezzo del singolo kilowattora pagato con la Tutela Simile dovrebbe essere uguale a quello pagato con la maggior tutela. Con la differenza che nella Tutela Simile viene offerto un bonus iniziale, diverso da fornitore a fornitore, che dovrebbe rappresentare un incentivo a diventare clienti.

A chi conviene la Tutela Simile?

I bonus offerti dalle aziende per i clienti domestici vanno da un massimo di 115 euro di Engie a un minimo di 10 euro offerto da Sinergas. In mezzo ci sono altri 28 operatori, tra cui Eni con un bonus di 106 euro, A2A con un bonus di 40 euro ed Enel Energia che offre un bonus di 33 euro.

Analizziamo da vicino quale può essere la convenienza della Tutela Simile rispetto al servizio di maggior tutela, prendendo in considerazione queste 5 offerte.

Per la fascia di consumo annua più bassa, ovvero di 1.200 kWh, si stima una spesa di circa 245 euro (escluse le imposte) nel servizio di maggior tutela che si riducono a 130 euro con l’offerta Tutela Simile di Engie. Il risparmio in questo caso è di 115 euro, pari al bonus offerto.

Con Eni, A2A, Enel Energia e Sinergas si risparmiano, rispettivamente, 106, 40, 33 e 10 euro. Quindi per i single e i nuclei familiari di due persone, che rientrano nella fascia bassa di consumo, l’offerta di Engie abbatte la spesa annua di quasi la metà.

Per chi ha consumi più elevati, naturalmente, il risparmio che è sempre di 115 euro, incide in maniera minore sul totale: chi ha consumi annui di 2.700 kWh abbatte la spesa di un terzo (320 euro contro 435), chi ha consumi di 3.500 kWh la riduce di un quarto (433 euro contro 549) e chi consuma 4.500 kWh in un anno risparmierà un quinto della spesa totale (575 euro contro 690). Vedi offerte per i clineti domestici (clicca per ingrandire).

Stesso discorso per i clienti non domestici (vedi sotto immagine, clicca per ingrandire) cui però vengono offerti bonus ancora più elevati: il primato spetta sempre ad Engie che garantisce uno sconto di 200 euro, mentre a seguire ci sono GasNatural Vendita con un bonus di 150 euro ed E.On che offre 120 euro. Eni conferma il bonus di 106 euro, A2A sale ad 80 ed Enel Energia a 90.  

Attenzione a non recedere dal contratto prima della sua scadenza naturale, altrimenti nell’ultima bolletta verrà addebitata la parte di bonus proporzionale ai mesi restanti.

E comunque il contratto di Tutela Simile ha una durata massima di 12 mesi e non può essere rinnovato. Alla sua scadenza il cliente può decidere se aderire ad un’offerta di mercato libero con lo stesso fornitore o con un altro venditore o può richiedere di tornare nel servizio di maggior tutela. E questa è un’importante novità che in origine non era prevista.

Chissà se sarà facile però tornare nel servizio di maggior tutela. Sicuramente una discriminante sarà rappresentata dal comportamento dei distributori che potrebbero porre non pochi ostacoli al passaggio.

Una criticità: la disponibilità

Ma c’è un’altra criticità non da poco: i posti disponibili per la Tutela Simile sono limitati perché ogni azienda ha riservato la possibilità ad un numero preciso di clienti. Ad esempio Engie, ad oggi, ha una disponibilità di 99.896 posti. Calcoli alla mano, questo vuol dire che potrebbero restare fuori dalla Tutela Simile circa 10 milioni di utenti domestici.

I posti “disponibili”, infatti, in totale sono circa 8 milioni e mezzo e dai dati ufficiali al 31 dicembre 2015 risultano 20 milioni di utenti domestici ancora nel servizio di maggior tutela. Dunque è possibile che nei prossimi mesi si scateni una corsa ad accaparrarsi l’offerta migliore.

Le Associazioni dei consumatori

Delicato, a tal proposito, sarà il ruolo delle Associazioni dei consumatori che potranno fare da facilitatori, ovvero “guideranno” il consumatore nella comprensione e nella scelta dell’offerta migliore di Tutela Simile, informandolo sulle caratteristiche, aiutandolo nella comparazione rispetto al servizio di maggior tutela e coadiuvandolo nell’adesione online.

C’è chi paventa il rischio che le Associazioni dei consumatori diventino quasi dei franchising di questo o quel fornitore e bisognerà vigilare: ad esempio se in una determinata zona si dovesse registrare la “corsa” verso un’azienda, che fino a quel momento aveva una presenza marginale, sarà sintomo di un invito improprio da parte di qualche associazione.

E da quest’anno le Associazioni dei consumatori hanno anche un altro compito da svolgere, ovvero assistere l’utente durante la conciliazione: dal 1° gennaio 2017 anche per le controversie nell’ambito energia elettrica e gas è diventato obbligatorio fare un tentativo di conciliazione prima di iniziare una causa.

Le conciliazioni sono svolte dal “servizio conciliazione clienti energia” dell’Autorità secondo le procedure delle nuove ADR disciplinate a livello europeo. Possono accedere gli utenti di forniture di energia elettrica e gas che abbiano già inviato al proprio gestore un reclamo scritto, decorsi 50 giorni senza risposta o nel caso in cui la risposta sia negativa o ritenuta insoddisfacente. Gli incontri si svolgono a distanza, telematicamente, attraverso il sito e si può procedere da soli o tramite un delegato di un’Associazione di consumatori.

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