Spostare gli investimenti dalle fonti fossili alle rinnovabili

Partendo dal rapporto di Oil Change International, intitolato “The Sky’s Limit", si mette in relazione il rapporto tra obiettivi di riduzione dei gas serra e produzione ed uso dell’energia. Attraverso un graduale e ben governato processo andrà chiusa necessariamente l'epoca dello sfruttamento delle fonti fossili.

ADV
image_pdfimage_print

Le politiche climatiche potrebbero essere semplici se fossero coerenti con la scienza del clima. Poiché la CO2 accumulata nel tempo determinerà l’entità del cambiamento climatico occorre tenere sotto controllo il “bilancio di carbonio”.

In estrema sintesi è questo l’esito di uno studio pubblicato recentemente da Oil Change International, intitolato “The Sky’s Limit: why the Paris climate goals require a managed decline of fossil fuel production” (pdf), che esamina il rapporto tra gli obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra e la produzione e l’uso dell’energia e suggerisce le politiche più adeguate per il conseguimento degli obiettivi medesimi.

I principali interventi raccomandati sul fronte delle fossili

  • Non bisogna più sviluppare nuove infrastrutture di sfruttamento e trasporto dei combustibili fossili e i governi devono cessare di rilasciare i permessi.
  • Alcuni giacimenti, in particolare nei paesi ricchi, dovranno cessare le operazioni di estrazione prima del loro esaurimento e dovrebbe essere fornito adeguato sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo affinché intraprendano il percorso di un’economia a bassa impronta di carbonio.
  • La produzione di combustibili fossili dovrebbe fermarsi ogniqualvolta esista una violazione dei diritti delle popolazioni locali, comprese le popolazioni indigene, oppure si rechi un grave danno alla biodiversità.
  • Questo non significa la fine immediata dell’uso dei combustibili fossili: i governi e le imprese devono gestire una riduzione graduale della produzione di energia fossile e muoversi verso una transizione energetica giusta per i lavoratori e le comunità che dipendono da queste industrie.

Le previsioni e gli interventi raccomandati sul fronte delle fonti rinnovabili

Mentre i depositi e l’estrazione di combustibili fossili ridurranno la loro produzione, le fonti rinnovabili cresceranno allo stesso ritmo della domanda mondiale. Bisognerà sostenere politicamente le energie rinnovabili in modo da soddisfare la crescente richiesta, ma queste prospereranno a prescindere.

Infatti, già in diversi paesi, grandi e piccoli, ricchi e poveri, le rinnovabili stanno crescendo molto rapidamente.

In generale, i prezzi dell’energia eolica e solare sono ora equivalenti a quelli di petrolio e gas, o addirittura inferiori in alcuni paesi. Lo sviluppo delle energie rinnovabili sarà più difficile nei paesi in via di sviluppo, dove le reti di distribuzione sono deboli, da qui l’importanza di finanziare la transizione di questi paesi verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

In materia di trasporti, i veicoli elettrici sono sempre più disponibili sul mercato e i loro costi sempre più bassi.

Attraverso le politiche pubbliche e investimenti oculati, l’aumento delle fonti rinnovabili sarà proporzionato al declino della produzione e dell’uso di combustibili fossili.

I governi e le imprese devono procedere ora alla transizione energetica, che deve essere giusta ed equa per i lavoratori e le comunità che dipendono dal settore dei combustibili fossili. Sebbene ci siano evidenti vantaggi per lo sviluppo delle energie rinnovabili (riduzione dei costi, creazione di posti di lavoro, riduzione dell’inquinamento, migliori rendimenti finanziari, ecc.), la transizione energetica sarà comunque difficile.

Le competenze e l’allocazione dei lavoratori del settore dei combustibili fossili non corrispondono necessariamente alle nuove esigenze. Intere comunità sono attualmente dipendenti dal settore dei combustibili fossili: è fondamentale che la transizione energetica sia, come detto, equa per loro. Bisogna massimizzare i benefici per il clima, riducendo l’impatto su questi occupati.

I governi dovranno allora garantire formazione e protezione sociale per i lavoratori e le comunità colpite. Se necessario, i governi dovrebbero richiedere che l’industria dei combustibili fossili assegni i suoi lavoratori a mansioni nei settori non inquinanti, consultando inoltre le comunità interessate a sviluppare questa nuova economia. Lo status quo non è un’opzione, la pianificazione e l’attuazione della transizione energetica devono iniziare da subito.

Il bilancio di carbonio e i risultati chiave individuati dallo studio

Tornando al bilancio di carbonio ricordiamo che questo ci indica quanta CO2 può essere rilasciata senza superare i limiti di temperatura pericolosi per la vita sul pianeta.

Le ipotesi considerate nello studio di Oil Change International sono due: una probabilità del 66% di mantenere il cambiamento climatico sotto i 2 °C, causando ancora gravi danni ambientali, e una del 50% di raggiungere l’obiettivo del limite di +1.5 °C.

Se sfruttate, le riserve mondiali conosciute di combustibili fossili causerebbero una quantità di emissioni totalmente incompatibile con questi obiettivi.

Infatti, per raggiungere i limiti di +2 °C queste riserve dovrebbero rimanere nel sottosuolo per il 71%; nel caso del target di 1,5 °C per l’87%.

  • Le emissioni di gas serra generate dalle estrazioni di petrolio, gas e carbone – previste dagli impianti e miniere attualmente esistenti – conducono già a un riscaldamento globale superiore ai 2 gradi.
  • Da soli, i giacimenti di petrolio e di gas attualmente sfruttati porterebbero a un aumento di oltre 1.5  °C.

Le energie rinnovabili possono soddisfare la domanda di energia nel corso dei prossimi decenni, promuovendo la creazione di posti di lavoro per i lavoratori e le comunità colpiti dal necessario calo della produzione di combustibili fossili.

Una delle politiche climatiche più potenti e anche una delle più semplici è pertanto quella di mettere fine allo sfruttamento dei combustibili fossili.

ADV
×