Emissioni e consumi auto: aumenta il divario tra dati ufficiali e test “reali”

L’ultimo rapporto di Transport&Environment mostra che le case automobilistiche in Europa modificano a loro vantaggio i risultati delle prove, con una differenza media nei consumi del +42% rispetto alle condizioni di guida rilevate da organismi indipendenti. Il punto della situazione dopo il dieselgate.

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Il dieselgate innescato da Volkswagen lo scorso anno continua a stendere la sua ombra sull’industria automobilistica: non ha dubbi Transport&Environment, l’organizzazione no profit che si batte per rendere più puliti i trasporti in Europa.

L’ultimo rapporto, Mind the Gap 2016 (allegato in basso), evidenzia un divario sempre più ampio tra risultati ufficiali dei test in laboratorio su consumi ed emissioni delle vetture e condizioni reali di guida.

Tale differenza è cresciuta in modo incontrollabile, si legge nel documento, tanto da segnare il suo punto più alto nel 2015, come riassume il grafico sotto: in media le auto consumano il 42% in più di quanto dovrebbero.

Lo scandalo era scoppiato a settembre 2015 negli Stati Uniti, quando l’EPA (Environmental Protection Agency) aveva scoperto che Volkswagen stava barando sui test, grazie a un software installato nella centralina del motore che permetteva di falsificare i dati sulle emissioni.

Difatti il programma modificava il funzionamento del propulsore quando l’auto eseguiva i controlli, in modo da abbassare il livello delle sostanze inquinanti, che poi tornavano “normali” dopo le prove (vedi QualEnergia.it).

Qualche mese fa, Transport&Environment ha dichiarato che l’affare Volkswagen è solo la punta di un iceberg, perché la maggior parte delle case automobilistiche ha escogitato diversi trucchi per ridurre le emissioni di ossidi di azoto durante i test sui rulli e su strada.

Secondo le stime, basate sulle investigazioni di alcuni governi europei e su banche dati indipendenti, in Europa stanno circolando circa 29 milioni di veicoli diesel “sporchi”, così definiti perché emettono almeno il triplo degli inquinanti consentiti dalle norme Euro 5-6 (Dieselgate un anno dopo: emissioni fuori controllo per milioni di auto in Europa).

Con Mind the Gap l’occhio è puntato sui consumi di carburante e sulle emissioni di CO2, partendo dalle verifiche incrociate compiute dall’International Council on Clean Transportation (ICCT) su quasi un milione di vetture in tutto il vecchio continente.

Come si vede nel grafico sotto, stavolta è Mercedes in cima alla lista dei costruttori accusati di manipolare le prove in laboratorio, seguita da Audi, Smart, Volvo e Peugeot.

La casa tedesca, infatti, ha superato il 50% di divario tra test ufficiali e guida su strada, sempre secondo le rilevazioni di organismi indipendenti citati da T&E nel suo documento.

L’info grafica sotto riassume i principali accorgimenti introdotti dai fabbricanti, per far rientrare le vetture nei valori-limite delle emissioni. Le tecniche per aumentare la “flessibilità” dei test sono note: si va dal gonfiare di più gli pneumatici per diminuire l’attrito sull’asfalto all’utilizzare lubrificanti speciali, passando per una serie di adattamenti del motore e di altre componenti del mezzo.

Tuttavia, sostiene Transport&Environment, alcuni risultati sono inspiegabili, se non ipotizzando che il costruttore abbia barato con particolari apparecchi (defeat devices), che consentono al modello testato di funzionare con un settaggio irreale di basso consumo.

Per quanto riguarda le emissioni di CO2, il prossimo grafico che proponiamo sintetizza bene la situazione definita da T&E.

La linea blu continua rappresenta i dati ufficiali: dal 2008 al 2015 la media delle emissioni delle nuove automobili è scesa da 155 a meno di 120 grammi di CO2/km.

La linea blu tratteggiata, invece, mostra l’andamento reale della CO2 nello stesso periodo; il calcolo, però, considera la differenza (gap) tra dati di laboratorio e condizioni di guida riscontrata nel 2008, che era pari al 15-20%, quindi circa la metà rispetto a oggi.

La linea rossa, infine, rispecchia l’evoluzione delle emissioni tenendo conto del divario crescente tra risultati ufficiali e verifiche indipendenti: il guadagno netto dal 2008 al 2015 sarebbe appena di 14,6 grammi di CO2/km, con una media di circa 165 grammi per le vetture nuove.

Intanto anche la competente agenzia europea (EEA, European Environmental Agency) ha pubblicato i suoi dati per il 2015: Monitoring CO2 emissions in cars and vans (allegato in basso), rendiconto basato proprio su quei protocolli standard criticati dall’organizzazione dei trasporti puliti.

Le auto vendute nel 2015, riporta l’EEA, si sono attestate su un livello medio di emissioni pari a 119,5 grammi di CO2/km, segnando così un -27% rispetto al 2004 e rientrando ampiamente (-8%) nell’obiettivo dei 130 grammi fissato da Bruxelles per lo scorso anno.

Mind the Gap 2016 (pdf)

I dati ufficiali europei (EEA – pdf)

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