L’energia italiana sotto la lente di ingrandimento della IEA

La recente storia energetica dell’Italia: politiche, numeri, obiettivi, i recenti passaggi normativi e regolatori in un approfondito report dell'International Energy Agency, condito da diverse raccomandazioni per i diversi settori energetici. Le carte in regola per una leadership italiana nelle rinnovabili.

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Dal 2009 l’Italia ha registrato un forte incremento delle energie rinnovabili sui consumi finali: nel 2010 era al 10% e nel 2013 aveva raggiunto quota 13,5%. Le previsioni parlano di un possibile superamento del target 2020 (fissato al 17%, vedi grafico più in basso).

Tuttavia l’obiettivo degli ultimi governi nazionali è stato di ridurre, con diverse modalità, l’impatto degli incentivi alle fonti pulite. Sull’efficienza energetica l’Italia ha raggiunto dei risultati significativi e oggi, con appena 2,5 tep all’anno, ha consumi di energia procapite tra i più bassi dei paesi Ocse (membri IEA).

I nostri lettori conoscono bene la storia energetica dell’Italia e i suoi numeri, i più recenti passaggi normativi e regolatori, le sue luci e le sue ombre (vedi spalma-incentivi), i suoi progressi e i suoi rallentamenti.

Ma di questo se ne occupa in maniera molto ampia e con tantissime informazioni anche l’International Energy Agency (IEA) in un rapporto sul sistema energetico del nostro paese e sulle sue politiche, realizzato grazie anche all’ausilio delle istituzioni energetiche italiane (MiSE, GSE, Aeegsi, Terna, GME, ecc.).

Non accadeva dal 2009, e con questo report di 214 pagine (vedi allegato in basso) si ripercorrono le tappe del settore energia da quell’anno e si forniscono per i diversi comparti alcune raccomandazioni.

Oltre a quelle più settoriali, tra queste ci sono quelle più generali.

Si chiede infatti al nostro governo di sviluppare una chiara strategia energetica (peraltro annunciata dal Ministro Calenda per la prossima primavera). Il programma che deve essere alla sua base, secondo la IEA, dovrebbe comprendere precise scadenze per le politiche e gli obiettivi previsti, con un regolare monitoraggio e valutazione della loro efficacia. In una nuova SEN (Strategia Energetica Eazionale) andranno definite politiche ed obiettivi per il periodo post 2020 fino al 2050.

Si chiede al nostro paese anche di rafforzare la competitività dell’economia attivandosi per una riduzione dei prezzi dell’energia (gas ed elettrico) ancora tra i più alti nell’UE.

A tal proposito la IEA chiede al governo italiano di completare la liberalizzazione dei mercati elettrici e del gas migliorando la vigilanza su essi, semplificando la struttura delle tariffe energetiche al dettaglio e aumentando la liquidità nel mercato del gas all’ingrosso.

L’agenzia energetica interviene perfino sul Titolo V della nostra Costituzione, ovviamente in materia di energia, chiedendo di disciplinare meglio le competenze tra Stato e Regioni, anche attraverso una più attenta pianificazione delle infrastrutture sia su scala nazionale che locale. Andrebbe, secondo la IEA, rafforzata la procedura, da poco introdotta, della discussione pubblica sui progetti.

Vanno poi chiariti anche i ruoli dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente e soprattutto degli organi che sottostanno ai due dicasteri.

In tema di fonti rinnovabili l’agenzia internazionale ritiene che sia rilevante sviluppare politiche in grado di consentire all’Italia di costruire una sua leadership in diversi comparti delle fonti pulite.

L’Italia può essere “trasformata”, così si spiega, in una delle economie industrializzati con la maggiore penetrazione di rinnovabili nel mix elettrico.

Proprio per questo scopo vanno evitate misure retroattive nell’incentivazione dei progetti per evitare di minare la fiducia degli investitori, con il rischio anche di aumentare nel lungo periodo i costi degli impianti a fonti rinnovabili.

La IEA considera positivo rendere alta la competizione tra le tecnologie attraverso le aste, ad esempio, calibrando l’ammontare della potenza da ottenere con i prezzi offerti.

Non viene trascurato nemmeno il fotovoltaico, che dovrebbe, a dire della IEA, essere incoraggiato anche nell’ambito delle riforme delle tariffe elettriche.

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