Pacchetto Energia Commissione UE, le prime reazioni di ambientalisti e associazioni

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Fortemente critiche Legambiente e FREE sul pacchetto sull’energia “Clean Energy for All Europeans” pubblicato oggi dalla Commissione Europea. Pochi gli aspetti positivi, “ma insufficienti” come il target efficienza e altri “in contraddizione con gli impegni di Parigi, come quelle sulle rinnovabili".

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“Le proposte della Commissione Ue, presentate oggi con il cosiddetto Pacchetto di inverno, non consentono all’Europa di accelerare la transizione verso un sistema energetico libero da fossili entro il 2050 e sono in piena contraddizione con gli impegni assunti a Parigi e ribaditi solo pochi giorni fa a Marrakech.”

Tra le prime reazioni al nuovo pacchetto della Commissione Europea sull’Energia, c’è quella di Legambiente.

“Per poter contenere l’aumento della temperatura globale entro 1.5 °C, secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi – si legge in una nota – serve un cambio di rotta per stare al passo con il resto del mondo accompagnato da obiettivi climatici ed energetici europei più ambiziosi, a partire da rinnovabili ed efficienza energetica, insieme a efficaci misure attuative a livello nazionale per dare fiducia a cittadini ed imprese sempre più interessati a investire nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica”.

Il pacchetto varato oggi non convince Legambiente. L’aumento dal 27 al 30% dell’obiettivo proposto dalla Commissione per l’efficienza energetica è “un primo insufficiente passo nella giusta direzione”. Come anche il riconoscimento dell’importanza delle “comunità energetiche” e del ruolo dei “prosumer”.

Per le rinnovabili, invece, la Commissione fissa il target comunitario al 27%: “obiettivo fortemente inadeguato, se si tiene conto che il suo trend attuale è del 24%”.

L’associazione è molto critica sull’eliminazione della priorità di dispacciamento delle rinnovabili (ad eccezione dei piccoli impianti), “architrave dell’attuale politica europea che consente la priorità di accesso alla rete rispetto all’elettricità prodotta da fonte fossili, consentendone di fatto un loro rilancio. Proprio quando la transizione globale verso un sistema energetico efficiente e 100% rinnovabile sta vivendo una forte accelerazione.”

“Molti governi – prosegue la nota di Legambiente – hanno compreso che le fonti fossili non hanno futuro. A Marrakech, con uno storico impegno, 48 paesi in via di sviluppo, raggruppati nel Climate Vulnerable Forum, si sono impegnati a raggiungere il 100% di rinnovabili entro il 2050. La Commissione, invece, con queste proposte fortemente inadeguate strizza ancora l’occhio ad alcuni governi che continuano a guardare al passato offrendo un salvagente ai dinosauri delle fonti fossili. E mentre nel resto del mondo gli investimenti nelle rinnovabili sono triplicati nel corso degli ultimi 10 anni, in Europa si sono ridotti per quattro anni di fila. Con queste proposte, l’Europa rischia di perdere la storica opportunità di invertire questo trend ed essere a capo della rivoluzione energetica dei prossimi anni, divenendo numero uno al mondo nelle rinnovabili, come promesso dal Presidente della Commissione Juncker al momento del suo insediamento.”

Dura anche la reazione del Coordinamento FREE – Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa circa trenta associazioni del settore.

“Oggi – si legge in un comunicato – è il black wednesday delle rinnovabili e dell’efficienza energetica in Europa. L’Unione europea infatti ha deciso di dare un colpo violento alla diffusione delle energie pulite, togliendo a queste ultime la priorità di dispacciamento nelle reti elettriche. Una discriminazione che si aggiunge ad una mole di regole, oneri, e ostacoli che non aiutano la diffusione delle rinnovabili nel Vecchio Continente. L’Europa, a parole, dice di voler essere protagonista dell’abbattimento delle emissioni di gas serra come previsto da COP22 e dagli accordi di Parigi e, invece, alla prima occasione si dimostra in contrasto con queste premesse.”

Per Free è “una decisione non solo contraddittoria, ma anche dannosa per il settore delle rinnovabili che a buon diritto è un settore industriale che produce know how e garantisce un numero di occupati sempre in crescita. Senza considerare che la scelta prevista dall’Europa renderà difficile, se non impossibile, l’entrata in funzione di nuovi impianti a biomasse che hanno per loro natura un costo marginale elevato.”

Sul versante dell’efficienza energetica, invece, innalzare l’obiettivo dal 27 al 30% è “una buona iniziativa, però del tutto insufficiente”.

“Non possiamo più aspettare – si conclude la nota – sul versante della trasformazione del paradigma energetico, sia nei consumi che nella produzione.”

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