Come si costruisce un edificio green: l’esempio del Building 1 a Vimercate

Certificato LEED Platinum e premiato agli ultimi GBC Award, il B01 del parco tecnologico brianzolo include una serie di tecnologie e impianti per ridurre i consumi energetici e aumentare il benessere degli occupanti. Una panoramica delle principali soluzioni tecniche adottate.

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Uno degli edifici più “verdi” del mondo si trova nel parco tecnologico di Vimercate: è il Building 1 (B01) che ha meritato il premio annuale per la categoria “design e performance” assegnato da GBC Italia, l’associazione no profit che fa parte della rete mondiale di Green Building Council. Un riconoscimento che promuove le buone pratiche del costruire, con criteri di efficienza energetica e riduzione dell’impatto ambientale.

Il Building 1 (nella foto titolo, scattata da Dario Tettamanzi) lo scorso gennaio ha ricevuto la certificazione LEED Platinum (Leadership in Energy and Environmental Design), il massimo livello previsto dal protocollo dell’edilizia sostenibile importato dagli Stati Uniti, per poi arrivare al GBC Italia Award e alla conseguente candidatura per l’edizione 2017 del premio europeo biennale.

La certificazione LEED è molto complessa: in sintesi, comprende nove aree di sostenibilità con relativi punteggi e permette così di valutare una serie di parametri, dall’energia ai materiali, passando per la gestione dell’acqua, la scelta del sito, l’innovazione tecnologica e altri ancora.

Il B01 di Vimercate ha ottenuto il voto finale di 84/110, classificandosi tra i migliori esempi di edifici del suo genere a livello internazionale.

Con l’aiuto del progettista, l’arch. Gianluca Padula, QualEnergia.it ha voluto approfondire le caratteristiche di questa struttura, spiegando le principali soluzioni tecniche adottate e quali vantaggi apportano in termini di risparmio energetico e benessere per gli occupanti.

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L’edificio, foto di Matteo Piazza

Il sistema edificio-impianto

Va detto, per prima cosa, che il Building 1 comprende cinque aree collegate tra loro da una hall centrale, per una superficie totale di circa 32.000 metri quadrati tra uffici, laboratori, magazzini, auditorium, sale riunioni eccetera. Si trova nell’Energy Park brianzolo, i cui lavori sono iniziati nel 2007 con la riqualificazione di un ex sito industriale di 160.000 metri quadrati complessivi.

Il polo tecnologico ospita le sedi di diverse aziende e comprende altri due edifici già certificati LEED Platinum negli anni passati.

Il punto di partenza del progetto, spiega Padula, «è stata la simulazione energetica di tipo dinamico, sia nel periodo invernale sia in quello estivo, che ha permesso di quantificare un risparmio dei consumi energetici del 20-28% rispetto a un edificio “base” con caratteristiche standard».

Vediamo allora come si compone il sistema edificio-impianto del B01:

  • Impianto centralizzato VRF (variant refrigerant flow) ad alta efficienza per soddisfare le diverse esigenze di caldo e freddo contemporaneamente nei vari ambienti. I multi split utilizzano sistemi a flusso di refrigerante variabile con tecnologia a pompa di calore aria-aria e unità esterne sulla copertura dell’edificio, ciascuna delle quali è collegata a più dispositivi interni.
  • Impianti per immettere aria primaria filtrata e trattata ed espellere aria dagli uffici e dai servizi igienici, mediante specifiche unità di trattamento (UTA).
  • Tecnologia di controllo BMS (building management system) con lo standard KNX che permette di regolare-monitorare tutti gli apparecchi HVAC (heating, ventilation and air conditioning) e il sistema automatizzato di frangisole.
  • Gestione intelligente dell’illuminazione attraverso il protocollo internazionale DALI (digital addressable lighting interface) che consente di ottimizzare l’intensità della luce artificiale secondo la disponibilità di luce naturale.
  • Tettoia fotovoltaica che produce il 2,3% dell’energia elettrica richiesta dall’edificio.
  • Vasca di raccolta delle acque meteoriche per l’irrigazione degli spazi verdi e per alimentare le apparecchiature sanitarie.
  • Pannelli di facciata con finitura TX-active autopulente
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Una visuale notturna dell’edificio, foto Dario Tettamanzi

La progettazione dell’edificio, inoltre, ha posto grande attenzione alla “sostenibilità” a 360 gradi, come richiesto dalla certificazione LEED.

Secondo l’impostazione di questo protocollo, infatti, la struttura va considerata nel suo contesto di riferimento, valutando, ad esempio, le aree verdi, le modalità di trasporto, la riduzione dei rifiuti, l’impiego di materiali riciclati e prodotti da aziende locali.

L’obiettivo è ridurre l’impronta ecologica complessiva. Ecco alcuni risultati documentati:

  • 100% di riduzione dell’uso di acqua potabile per l’irrigazione
  • 100% di energia green certificata REC per le parti comuni e l’illuminazione esterna
  • 96,54% degli spazi regolarmente occupati con visione verso l’esterno
  • 89,4% dei rifiuti di costruzione non inviati a discarica
  • 63,3 % di legno certificato FSC e senza contenuto di urea formaldeide
  • 5,2 % dei posti auto riservati ai veicoli a basse emissioni
  • Spogliatoi-docce per il 3 % degli occupanti per consentire di fare sport
  • Uso di materiali per le finiture interne a bassissimo contenuto di composti organici volatili

 

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