Gli italiani, le rinnovabili e l’efficienza energetica. Un sondaggio

  • 24 Novembre 2016

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L'85% degli italiani ritiene che l’Italia dovrebbe puntare sull’energia solare e il 67% su quella eolica. Si conferma ancora una volta il favore verso le fonti rinnovabili piuttosto che per quelle fossili. Dal rapporto di Fondazione UniVerde e IPR Marketing, realizzato in collaborazione con Cobat.

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Giunto alla XIV edizione il rapporto: “Gli Italiani e il solare – Rinnovabili ed efficienza” (allegato in basso), realizzato dalla Fondazione UniVerde e IPR Marketing in collaborazione con Cobat, è stato presentato il 23 novembre in occasione del IX Forum Qualenergia?.

Dal rapporto emerge che l’85% degli italiani ritiene che il proprio Paese dovrebbe puntare sull’energia solare e il 67% su quella eolica. Si conferma ancora una volta il favore verso le fonti rinnovabili piuttosto che per quelle tradizionali come carbone, nucleare, gas metano e petrolio (che raggiungono appena il 13%).

Il 90% del campione (un dato invariato rispetto allo scorso anno) non ha dubbi sui benefici che l’energia solare può avere per l’ambiente e la considera del tutto sicura. Il 65% ha pensato di utilizzarla, ma scegliere questa fonte energetica è ancora burocraticamente troppo difficile (per il 63%); troppo caro da sostenere e da gestire (per il 51%); dispendioso (per il 48%) e tecnicamente complesso (per il 36%).

Nonostante la valutazione di alcuni aspetti negativi, i dati raccolti nel novembre 2016 registrano come gli italiani siano favorevoli a raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile (lo dice il 75%).

A tal proposito, come nella scorsa analisi, l’89% considera necessario da parte del Governo ripristinare gli incentivi al solare. Se si facilitasse l’autoconsumo e la burocrazia, il 53% sarebbe disposto a installare pannelli fotovoltaici.

Positiva anche la prospettiva futura sul mercato energetico che per la prima volta entra nella rilevazione.

Oltre il 60% pensa che ci sarà un netto passaggio alle rinnovabili e solo il 2% ritiene che continueremo a dipendere dalle fonti fossili. L’83% (stessa percentuale del 2015) è favorevole alla carbon tax sulle attività che producono emissioni di CO2. Sul primato che l’Italia potrebbe avere nel settore dell’energia solare, il campione (57%) sottolinea i vantaggi nel generare posti di lavoro.

Rispetto all’efficienza energetica delle abitazioni, il 61%, valutando il livello energetico della propria casa, risponde che è sicuramente da migliorare con interventi per contenere gli sprechi (solo il 30% li ha già ridotti) come ad esempio rivestimenti esterni con isolanti, impianti fotovoltaici e pannelli solari per l’acqua calda. L’ecobonus è giudicato positivamente dal 69% del campione e andrebbe rafforzato per l’81%.

Anche in questa edizione, il rapporto include un focus, “Storage e Recycling”. Il target conferma la sua conoscenza sui sistemi di accumulo di energia, batterie che consentono di conservare l’energia prodotta per utilizzare al meglio le rinnovabili che sono discontinue. Per il 71% dovrebbero essere incentivati. L’80%% investirebbe in un sistema combinato di moduli fotovoltaici e batterie.

Si conferma anche quest’anno un livello di disinformazione molto alto sul riciclo a fine vita dei pannelli solari, ma il 93%, se dovesse installare un impianto, acquisterebbe, possibilmente a parità di prezzo, i moduli da produttori che ne garantiscano il ritiro gratuito e il corretto smaltimento. Il 63%, infatti, pensa sia importante anche incentivare questo tipo di riciclo.

Sui cambiamenti climatici, il 94% non ha dubbi che il clima negli ultimi anni sia cambiato e per il 71% è un’emergenza da affrontare. C’è poca fiducia sull’atteggiamento dei Governi considerati ipocriti e incoerenti nell’affrontare la questione climatica (54%).

Più del 60% del campione teme che con l’elezione di Donald Trump, nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, ci sarà un peggioramento sulla tutela ambientale perché (per il 68%) favorirà gli interessi delle lobby petrolifere e non rispetterà l’Accordo di Parigi e l’impegno di ridurre le emissioni di gas serra e di contenere l’aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi, bloccando così anche lo sviluppo delle rinnovabili.

L’Europa, rispetto all’Accordo di Parigi, raggiunto durante la COP21, e alla nuova elezione di Trump, dovrebbe andare avanti con determinazione anche senza l’appoggio degli Stati Uniti (per il 41%) oppure vincolarli agli impegni presi (32%). Aumenta anche la sfiducia sugli accordi presi a Parigi considerati per il 73% degli intervistati solo buone intenzioni che non saranno effettivamente messe in pratica.

Per la prima volta, il 68% degli italiani dichiara che voterebbe per un politico attento alle questioni ambientali. Il 59% sostiene che rispetto al 2007, quando fu definita la strategia europea 20/20/20 sui cambiamenti climatici, i politici in tema di ambiente non si impegnano per nulla e che l’ambiente sia diventato un tema del tutto ignorato dalla classe politica. 

Il sondaggio (pdf)

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