App per la casa intelligente, tra nuovi dispositivi e possibilità di automazione

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Da Apple a Google, passando per le utility e le aziende dell’elettronica, la home automation interessa un numero crescente di soggetti. Gli apparecchi smart permettono di controllare consumi, gestire a distanza elettrodomestici, luci e termostati. Integrare mondo fisico e virtuale.

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Gestire la propria casa con le applicazioni di smart home è un settore in rapida e continua evoluzione.

Perlatro anche particolarmente “trasversale” perché interessa non solo le utility, ma anche i colossi dell’informatica e le aziende dell’elettronica, spaziando dagli elettrodomestici all’illuminazione, senza tralasciare termostati, sistemi di allarme, sensori di movimento, videocamere e tante altre cose.

Ormai ogni caldaia, lavatrice, lampadina o frigorifero ha una sua app che permette di controllare da remoto il funzionamento: accensione, spegnimento, programmazione per fasce orarie, monitoraggio dei consumi energetici, avvisi di eventuali emergenze o guasti.

La tendenza, quindi, è la crescente integrazione tra mondo reale e mondo virtuale, resa possibile dall’Internet of Things (IoT). È l’abitazione “fisica” a portata di tap sullo schermo del cellulare o del tablet.

Così anche Apple ha incluso un’app “Casa” nell’ultimo aggiornamento del sistema operativo iOS. In pratica, l’iPhone o iPad può trasformarsi in un dispositivo intelligente per regolare a distanza una serie di accessori: luci, porte, prese elettriche, campanelli, condizionatori eccetera.

Gli accessori devono essere compatibili con lo standard HomeKit. Allora incontriamo subito un limite che spesso caratterizza questo genere di applicazioni, cioè l’integrazione “verticale” di molti ecosistemi tecnologici, pensati per funzionare solamente con un certo numero di marchi e prodotti, per quanto ampio.

Google non è da meno: già nel 2014 aveva deciso di lanciarsi nel campo nascente della domotica acquisendo per 3,2 miliardi di dollari Nest Labs, azienda californiana di home automation che produce, in particolare, un termostato wireless capace di autoregolare la temperatura degli ambienti interni, secondo i parametri inseriti dagli utenti e anche secondo regole di autoapprendimento, basate sulle abitudini delle persone.

Quali sono i vantaggi dell’automazione casalinga? Conviene davvero investire nella domotica? Proprio da Google-Nest arriva un primo esempio di come l’Internet of Things trasposto nell’energia potrebbe rivoluzionare il rapporto tra le utility e i loro clienti. Parliamo della gestione dinamica della domanda, la demand-side response.

L’utente, grazie alle applicazioni smart, può diventare “attivo”, in grado di pianificare l’utilizzo dell’energia. Ciò apre le porte a nuovi servizi di rete, che potrebbero essere premiati dalle stesse utility, con sconti sulle bollette o tariffe speciali: l’accordo tra Southern California Edison e Nest va in questa direzione (nostro articolo, In California una “centrale virtuale” fatta di termostati intelligenti).

L’obiettivo, infatti, è installare migliaia di termostati intelligenti in altrettante abitazioni, creando una sorta di smart grid virtuale che li faccia funzionare simultaneamente per contribuire al bilanciamento dei carichi. L’idea, trasferibile ad altri tipi di apparecchi, è telecontrollare dispositivi in modo coordinato, in tempo reale (fast-response), con accensioni e spegnimenti programmati in base alle esigenze degli utenti e della rete.

L’esperienza è analoga alle sperimentazioni nell’ambito dello storage distribuito (Storage distribuito: in Olanda si mettono in rete le batterie domestiche) per realizzare reti diffuse di apparecchi wireless – che siano batterie di accumulo, termostati, elettrodomestici o impianti completi di domotica – che consentono di gestire domanda e offerta di energia a un livello più ampio, dalla singola abitazione a interi quartieri.

Tornando alla nostra casa, in commercio ci sono già moltissimi prodotti utilizzabili via app che promettono di cambiare le abitudini e farci vivere meglio, con più sicurezza e comodità.

Un esempio è dato dalle prese di tipo smart plug, proposte da diverse piattaforme di home automation tra cui mydlink Home, WeMo, Alarm.com e SmartThings.

Basta inserire la presa speciale in una normale presa di corrente e collegare una lampada o un elettrodomestico, poi scaricare l’app e configurare l’apparecchio collegato. Ovviamente è possibile espandere la rete con una varietà di dispositivi, come sensori di presenza e movimento, telecamere, termostati e così via.

Sicuramente è interessante la possibilità di automatizzare una serie di funzioni. E’ bello pensare di entrare in casa, mentre si accendono all’istante alcune luci e con la temperatura ambiente preimpostata che ha raggiunto il valore desiderato.

Queste e altre comodità hanno però un costo spesso elevato: l’Intelligent Building Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico milanese, infatti, segnalava che il tempo di ritorno degli investimenti nella domotica è mediamente abbastanza lungo, soprattutto in ambito residenziale (Domotica ed efficienza energetica: mercato, costi e convenienza).

Il consiglio, allora, è iniziare a testare alcuni apparecchi più semplici, familiarizzare con le nuove tecnologie e comprendere così quali sono quelle che contribuiscono maggiormente a semplificarci la vita.

Fondamentale è che l’applicazione scelta visualizzi con chiarezza i consumi energetici della nostra smart grid, rapportandoli alla situazione precedente e indicando gli apparecchi più energivori nei vari momenti della giornata. Solo così potremo unire comodità ed efficienza energetica, risparmiando sulle bollette.

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