Progetti e idee per il riscaldamento e il raffrescamento da fonti rinnovabili

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In un convegno sul riscaldamento e il raffrescamento da energie rinnovabili sono state presentate strategie locali ed europee, progetti pilota, analisi economiche degli interventi, esempi di teleriscaldamento, metodi e risorse di finanziamento. Online le presentazioni dei relatori.

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Lo scorso 7 ottobre a Roma si sono accesi i riflettori sul tema dell’impiego delle fonti rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, grazie a un convegno organizzato congiuntamente dai progetti europei SmartReFlex, RES H/C Spread e dalla Regione Lazio (vedi presentazioni in fondo all’articolo).

Dopo i saluti introduttivi di Cristiana Avenali, Consigliera regionale del Lazio e componente della Commissione Ambiente, che si è occupata in prima persona dell’iniziativa, la presentazione di Joan Carlsson, del centro di ricerca europeo JRC, ha esposto i punti principali della recente strategia per il riscaldamento e il raffrescamento sviluppata dalla Commissione Europea e adottata nel febbraio 2016.

In questa prima sessione, coordinata da Stefano Faberi di ISINNOVA, dal livello europeo si è poi passati a quello nazionale, con un’analisi, riportata da Daniel Gianetti del GSE, della situazione attuale e delle potenzialità delle rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento.

Si è visto come il settore termico, anche se in leggera contrazione, continua ad essere il settore energetico cui corrisponde la maggior quota di consumi finali, poco più del 44% (si veda grafico).

Si è evidenziato, inoltre, come si verifichi una netta prevalenza delle tecnologie distribuite rispetto ai sistemi centralizzati per la produzione di calore (per esempio il teleriscaldamento) che, infatti, sono state oggetto di uno specifico studio di potenziale da parte del GSE.

Nonostante ciò, il potenziale incrementale del teleriscaldamento è stato stimato in soli 4,9 TWh (420 ktep) di energia termica, producibile da gas naturale (36%), rifiuti (42%) e biomasse (22%). Si tratta di un valore che, secondo alcuni dei partecipanti al convegno, sembrerebbe notevolmente sottostimato.

Aggiungiamo che non sono stati adeguatamente considerati i possibili contributi al teleriscaldamento della geotermica o del solare termico, soluzione tecnologica sulla quale l’esempio della Danimarca mostra come si potrebbe puntare in maniera massiccia, tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile.

La presentazione successiva, esposta da Luca Colosimo della Regione Lazio, ha presentato in anteprima i capisaldi del nuovo Piano Energetico Regionale, il cui relativo Documento Strategico è stato approvato a fine 2015.

Per quanto riguarda il settore termico, le previsioni inserite nel piano energetico, estese addirittura fino al 2050, vedono una produzione di rinnovabili pari a circa 3.100 ktep (vedi grafico), realizzata quasi esclusivamente con geotermico e bioenergie e con un contributo trascurabile del solare termico sul quale la Regione, nonostante la notevole fonte energetica disponibile, non sembra voler puntare.

Rispetto ai consumi termici, le fonti rinnovabili dovrebbero coprire al 2050, secondo i tre scenari presentati (“base”, “intermedio” e “virtuoso”), rispettivamente il 9%, il 43% oppure il 75%.

La seconda sessione, coordinata da Riccardo Battisti di Ambiente Italia, ha riportato i principali risultati dei progetti europei dei promotori del convegno.

Gli interventi di Loriana Paolucci di ISINNOVA e di Francesca Lussu di ARPAE Emilia Romagna hanno mostrato come il progetto RES H/C Spread sia stato capace di sviluppare, in sei regioni europee, altrettanti piani regionali pilota per il riscaldamento e il raffrescamento da rinnovabili, compresi di un’analisi costi-benefici per valutare la fattibilità tecnico-economica dei diversi interventi tecnologici possibili. L’Emilia-Romagna, ad esempio, ha elaborato mappe dettagliate su domanda e offerta di energia termica a livello locale, realizzando anche un focus sul potenziale per il calore di scarto industriale, tema sul quale spesso i dati sono sostanzialmente carenti o mancano del tutto.

Per quanto riguarda SmartReFlex, poi, Alice Denariè, rappresentante del Politecnico di Milano per conto di AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano), ha riportato due esempi dal territorio di possibili reti di teleriscaldamento alimentate quasi esclusivamente con fonti rinnovabili, grazie all’azione congiunta di solare termico e biomasse. I Comuni oggetto dello studio, sempre in Emilia-Romagna, sono Mirandola (si veda figura) e Monchio delle Corti e, in ambedue i casi, si tratta di estensione di reti già esistenti a nuove utenze.

La sessione pomeridiana, moderata da Cristiana Avenali, ha introdotto le diverse possibilità di finanziamento degli interventi, iniziando dall’esposizione di Pierluigi Fecondo di e2B Consulting che ha mostrato, con esempi pratici e già realizzati in Italia, come un’aggregazione di Comuni possa sfruttare in modo efficace l’opportunità dei fondi europei ELENA. Questo programma può fornire assistenza tecnica nella fase che va dalla preparazione dei piani d’azione alla realizzazione degli investimenti, tramite personale, studi tecnici e di fattibilità addizionali, appalti e gare, nonché strutturazione finanziaria.

Nella presentazione successiva, Carola De Angelis di Lazio Innova ha dettagliato i fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio nella programmazione pluriennale 2014-2020 del POR FESR, con particolare riferimento all’Obiettivo Tematico 4 “Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori”, ma con un occhio anche all’obiettivo 3, che prevede aiuti alle PMI per gli investimenti per la riduzione degli impatti ambientali dei sistemi produttivi e al 5, dove il tema della sostenibilità si applica al settore agroalimentare e forestale.

Degna di nota anche l’iniziativa specifica “Energia Sostenibile 2.0” che supporta gli investimenti sugli edifici pubblici per migliorare la sostenibilità economica e ambientale attraverso interventi per l’efficienza energetica e l’incremento dell’uso delle energie rinnovabili.

La sessione è stata chiusa da Chiara Candelise, ideatrice e fondatrice della piattaforma di crowdfundingEcomill”, che ha esposto le applicazioni dello strumento di “equity crowdfunding” al settore energetico, differenziando i diversi modelli possibili di interazione tra sviluppatore e investitori. Nonostante il crowdfunding dell’energia non sia stato ancora applicato in Italia, la forte componente di partecipazione diretta e l’innovatività della soluzione lo rendono, senza dubbio, uno dei modelli finanziari più interessanti e promettenti nel prossimo futuro.

Per fare il punto e discutere tutti i temi trattati, il convegno si è infine concluso con una tavola rotonda, moderata da Paolo Cagnoli di ARPAE Emilia-Romagna, che ha visto la partecipazione di Marco Gentilini della Regione Lazio, Eva Zane della Regione Veneto, Katiuscia Eroe di Legambiente e Fabio Roggiolani dell’associazione G.I.G.A.

Il programma del convegno e tutte le presentazioni dei relatori

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