Mobilità sostenibile, Italia maglia nera in Europa

Siamo lo Stato membro dell'UE con i cittadini meno soddisfatti in fatto di mobilità urbana. L'Italia è indietro anche sulla diffusione delle fonti rinnovabili nei trasporti e sul numero dei punti di ricarica per i veicoli elettrici. L'edizione 2016 del "Quadro di valutazione dei trasporti della Ue" curato dalla Commissione.

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Siamo il Paese in Europa in cui i cittadini sono più scontenti per la mobilità urbana. Passiamo molte più ore bloccati in ingorghi stadali della maggior parte degli altri cittadini UE.

Anche la qualità dei servizi ferroviari lascia a desiderare, mentre la transizione energetica nella mobilità arranca. Siamo infatti molto più indietro della media europea sia per le rinnovabili nei tra trasporti che per le infrastruttura di ricarica necessarie alla diffusione dei veicoli elettrici.

Lo mostra la nuova classifica sulla mobilità in Europa preparata dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di aiutare i 28 paesi “a individuare i settori che richiedono investimenti e interventi in via prioritaria”.

Un documento che arriva proprio nel bel mezzo della discussione da parte del nostro Paese del decreto di recepimento della direttiva Dafi sulle infrastrutture per i combustibili alternativi.

L’edizione 2016 del Quadro di valutazione dei trasporti della Ue (link in basso) mette a confronto i risultati degli Stati membri in 30 categorie relative a tutti gli aspetti della mobilità, suddivise nelle macro-categorie: Mercato interno, Investimenti & infrastrutture, Unione energetica & innovazione, Persone.

Olanda, Svezia, Germania e Austria, si confermano prime della classe, grazie a “un solido quadro per gli investimenti, punteggi elevati nella sicurezza dei trasporti e un buon grado di attuazione del diritto comunitario”.

L’Italia invece è piuttosto in basso nella classifica, al 17° posto.

Il Belpaese è in testa sul numero di immatricolazioni (nel 2015) di veicoli passeggeri ad alimentazione alternativa  – cioè gpl, metano, biometano, ibride, elettriche, a idrogeno, E85, biodiesel e bifuel – ma sappiamo che questo è dovuto principalmente alla grande diffusione dei mezzi a metano e a gpl.

In quanto a uso di rinnovabili sui consumi per i trasporti siamo invece messi male: al 14° posto con il 4,5% contro l’oltre 20% della prima classificata, la Finlandia e il 5,9% della media UE (dato 2014 – vedi grafico sotto).

Male anche la diffusione di punti di ricarica: siamo al 19° posto con 6 colonnine ogni 100.000 abitanti, contro i 26,3 della media Ue (grafico sotto, dato 2015).

Il nostro Paese è al di sotto della media Ue anche nella gran parte degli indicatori delle categorie “Investimenti & infrastrutture” e “Persone”: nel primo caso la qualità delle ferrovie ottiene un punteggio 4,11 (Ue 4,30), dei porti 4,37 (Ue 5,14) e delle strade 4,55 (Ue 4,77).

Nel grafico sotto l’indicatore sulla qualità delle ferrovie:

Che la qualità delle ferrovie italiane risulti piuttosto scarsa, appare anche dall’indice di soddisfazione per il trasporto ferroviario:

Ancora più allarmante il dato sulla soddisfazione degli italiani per la mobilità urbana (grafico sotto). In nessun altro dei 28 Membri UE i cittadini sono così scontenti dei servizi per muoversi in città.

Non è un caso che siamo tra gli europei che passano più tempo bloccati nel traffico: oltre 35 ore l’anno (grafico sotto, dato 2015).

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