Energia, efficienza e mobilità in Borsa: l’economia verde italiana cresce e si rinnova

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Più aziende quotate in Borsa, ricavi in aumento, diversificazione delle attività. Le principali tendenze sul mercato della green economy nel nostro paese. Giro d’affari nel 2015 pari a 1,6 mld di € con oltre 3.000 dipendenti. Nuovi ingressi nella mobilità sostenibile e delle ESCo.

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Continua a crescere il numero di aziende verdi italiane quotate in Borsa secondo le rilevazioni di VedoGreen, società del Gruppo IR Top specializzata nella finanza per le imprese che soddisfano determinati criteri di economia “sostenibile”.

Nell’ultima edizione dell’osservatorio “Green economy on capital markets” (allegato in basso), infatti, sono entrate altre cinque società che tra 2015 e 2016 hanno compiuto un’offerta pubblica iniziale (IPO, initial public offering). Inoltre, venti società sarebbero pronte a quotarsi sul mercato.

Vediamo più in dettaglio qual è l’identikit di queste imprese e, più in generale, come si sta evolvendo la green economy in Italia, precisando subito che questa definizione va intesa in senso ampio e comprende dieci settori, tra cui: mobilità ecologica, servizi ambientali, chimica verde, biotecnologie per l’agricoltura, gestione e trattamento dell’acqua e dei rifiuti.

Smart Energy è il settore più importante, evidenzia il grafico sotto, con 16 piccole-medie aziende rappresentate sulle 24 del campione elaborato da VedoGreen (67% del totale), che comprende le realtà più innovative e con una capitalizzazione di mercato inferiore a 500 milioni di euro.

Nel complesso, le imprese verdi italiane hanno avuto un giro d’affari di circa 1,6 miliardi di euro nel 2015, una capitalizzazione di mercato pari a 1,2 miliardi e hanno dato lavoro a 3.000 dipendenti.

L’energia “intelligente” include le società attive nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica, tra cui Falck Renewables – che presenta la più alta capitalizzazione di mercato in assoluto dell’intero campione, con 211 milioni di euro – Alerion, Frendy Energy, TerniEnergia (sotto l’elenco completo).

Enertronica è la prima azienda del 2015 per crescita del fatturato e del margine operativo lordo (EBITDA) in confronto ai dodici mesi precedenti, rispettivamente 108 milioni di euro (+960%) e 8,6 milioni (+681%).

Ecco alcuni dati medi per le compagnie appartenenti al comparto dell’energia smart: 68 milioni di euro di ricavi, in crescita del 92% rispetto al 2014, 75 dipendenti, 19% di margine operativo lordo.

Interessante notare che la mobilità verde è un settore particolarmente dinamico, con due ingressi di aziende quotate nel primo semestre 2016, Energica Motor Company e SMRE, che vanno così ad aggiungersi all’unica realtà di automobili/componentistica presente nel campione iniziale di VedoGreen, Landi Renzo.

SMRE si è appena lanciata nella componentistica per veicoli a zero emissioni, realizzando kit con cui trasformare/elettrificare i mezzi tradizionali, mentre Energica Motor Company costruisce motociclette sportive elettriche totalmente made in Italy.

L’efficienza energetica è un po’ la Cenerentola del settore, perché conta solo una società che si dedica esclusivamente a questo tipo di servizi. Si tratta della ESCo Zephyro, anch’essa una novità nell’indice di VedoGreen perché ha fatto la sua offerta pubblica inziale a dicembre 2015, raccogliendo 22 milioni di euro prima della quotazione sul mercato AIM Italia.

Quali scenari si aprono per il futuro?

Per quanto riguarda, in particolare, il settore Smart Energy, gli analisti finanziari ritengono che le imprese cercheranno di variare il mix di attività, quindi non solo la produzione di energia con fonti rinnovabili, ma anche una crescente attenzione alle tecnologie di gestione/accumulo della domanda, anche attraverso l’acquisizione o sviluppo di brevetti innovativi.

Molto importante, nel campo della mobilità sostenibile, sarà potenziare le reti di vendita e definire standard industriali, grazie soprattutto alle joint-venture con società italiane e straniere.

Secondo VedoGreen, che possiede il primo database italiano delle società attive nell’economia verde – sono più di 3.000 quelle censite – una ventina di aziende sarebbe pronta a compiere il salto verso la quotazione in Borsa (elenco a fianco) dopo aver esaminato una serie di parametri finanziari.

In questo caso, però, solo due imprese rientrano nel settore energetico, mentre tutte le altre appartengono a comparti di green economy in senso più ampio.

Questa può essere una tendenza positiva, considerando che tra i settori più rappresentati ci sono l’illuminazione e l’ecoedilizia, che di certo in Italia possono trovare ampi spazi di crescita con nuove soluzioni di efficienza e riduzione dei fabbisogni energetici, puntando a un miglioramento complessivo del patrimonio immobiliare.

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