La Cina verso la conquista del mercato dell’auto elettrica: scenari e sfide

Pechino sta accelerando la costruzione di una rete di colonnine pubbliche per ricaricare le vetture a zero emissioni. Previsti 5 milioni di mezzi elettrici nel 2020. Le metropoli al centro del cambiamento tra nuove infrastrutture, riduzione dei costi, incentivi e lotta allo smog.

ADV
image_pdfimage_print

Sarà per lo smog che offusca intere città, o perché le aziende cinesi hanno fiutato affari multi-miliardari pronti a decollare, o solo per mantenere il primato mondiale degli investimenti nelle tecnologie pulite.

Quale che sia la combinazione esatta delle motivazioni, Pechino sembra davvero intenzionata a conquistare il nascente mercato dell’auto elettrica.

Lo confermano alcuni dati diffusi in questi giorni da Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale del Paese del Dragone. La Cina – si legge in una nota – vuole accelerare la costruzione di colonnine di ricarica nelle zone residenziali, con l’obiettivo di spingere la produzione e la vendita di veicoli a zero emissioni.

La nuova infrastruttura sta prendendo forma a Pechino, Tianjin e nelle province di Hebei e Shandong.

Milioni di punti di ricarica

La Cina, prosegue Xinhua citando un documento della National Development and Reform Commission (NDRC), alla fine dello scorso giugno contava circa 81.000 punti di ricarica in tutta la nazione, +65% rispetto ai numeri di fine 2015. In pratica, il ritmo delle installazioni è stato di 170 colonnine al giorno nei primi sei mesi del 2016.

Certo, la strada da percorrere è ancora lunghissima, perché il traguardo programmato dalla China Energy Administration è una rete di prese pubbliche in grado di rifornire cinque milioni di auto elettriche nel 2020, grazie a investimenti superiori a 40 miliardi di dollari nel volgere di quattro o cinque anni.

Tanto che un analista di Bloomberg New Energy Finance (BNEF), Colin McKerracher, ipotizza che Pechino potrebbe presto adottare una politica simile a quella californiana, obbligando i costruttori a vendere un certo numero di vetture elettriche ogni anno, in proporzione alle immatricolazioni complessive.

Non va dimenticato, però, che il mix energetico cinese resta dominato dalle fonti fossili e rischia così di vanificare, almeno in parte, i benefici reali – in termini di CO2 evitata – della crescente elettrificazione dei trasporti.

Difficoltà e barriere

L’auto elettrica si sta diffondendo con una certa fatica nel mondo, con l’eccezione di pochi paesi, capitanati dalla Norvegia, dove le vetture a batteria sono stabilmente sopra il 20% delle vendite totali.

In valori assoluti la Cina ha già superato gli Stati Uniti con oltre 200.000 mezzi elettrici commercializzati nel 2015, ma la difficoltà sta nel conquistare una fetta consistente del parco circolante (vedi anche QualEnergia.it).

La prima barriera è economica: questi veicoli costano troppo, nonostante gli incentivi finanziari e benefici di altro tipo – accesso ai centri storici, parcheggi gratuiti e così via – in vigore in vari paesi. Poi c’è il problema dell’autonomia, che molti automobilisti ritengono ancora insufficiente a coprire tutti i possibili usi.

Sul fronte delle batterie, è presumibile che la situazione cambierà abbastanza in fretta, grazie alla costante riduzione dei costi e ai miglioramenti tecnologici, che si tradurranno in percorrenze medie ben più estese di quelle attuali, senza dover guardare ai modelli più performanti ma alla portata di poche tasche, come la sempre citata Tesla Model 3.

Quale mobilità per le città del futuro?

Sul futuro della mobilità si è concentrato un nuovo studio di McKinsey e BNEF, An Integrated Perspective on the Future of Mobility (allegato in basso).

In sintesi, le metropoli mondiali andranno sempre di più verso un modello di trasporti condivisi, a trazione elettrica, supportato da soluzioni smart di cui la più rivoluzionaria, con ogni probabilità, sarà la guida autonoma o semi-autonoma.

Chiaramente nulla si potrà fare senza una rete capillare di punti di ricarica pubblici/privati. Perfino in Italia, che sull’auto elettrica è rimasta sempre un po’ indietro, sta circolando uno schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva europea sui carburanti alternativi.

Il documento, almeno per ora, non ha fissato degli obiettivi precisi, ma contiene alcune disposizioni per favorire l’installazione delle colonnine (Punti di ricarica per veicoli elettrici: nuove disposizioni e obblighi).

Tornando al rapporto McKinsey-BNEF, gli analisti prevedono che nelle maggiori città del pianeta, tra cui quelle cinesi, fino al 60% delle auto in circolazione nel 2030 potrà essere elettrico, come conseguenza di un mix di politiche governative, estensione delle zone a basse emissioni di CO2 e prezzi in calo dei veicoli.

In altre aree urbane/suburbane, soprattutto nelle economie emergenti – pensiamo ad esempio a Delhi o Mumbai – il modello di mobilità più seguito, probabilmente, sarà di tipo “clean and share”, in cui metà dei chilometri percorsi dai cittadini sarà a bordo di vetture elettriche condivise.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×