Moduli fotovoltaici, l’evoluzione dei prezzi e le anacronistiche misure antidumping

Sempre più aziende cinesi del fotovoltaico decidono di abbandonare l’accordo del prezzo minimo d’importazione siglato nel 2013, preferendo piuttosto pagare i dazi doganali. Vediamo perché e come si sta evolvendo il mercato europeo. Continua la discussione protezionismo vs libera concorrenza.

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Molte aziende cinesi del solare scelgono di pagare i dazi esistenti, piuttosto che continuare a vendere i loro moduli fotovoltaici nell’ambito del minimum import price (MIP), l’accordo volontario sottoscritto tra Bruxelles e Pechino nel dicembre 2013.

L’obiettivo di quell’intesa era limitare lo sbarco sul mercato continentale di prodotti low-cost, che avrebbero danneggiato l’industria fotovoltaica europea di qualità.

La maggior parte dei marchi cinesi aderì al patto, accettando di commercializzare i propri moduli a un prezzo minimo d’importazione che al momento è pari a 56 centesimi di euro per watt. Su tutti gli altri pannelli gravano tuttora dazi doganali del …

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