Il Ministro Calenda su rinnovabili, capacity market ed energivori

Nel 2017 va rivista e aggiornata la Strategia Energetica Nazionale e quella sulle rinnovabili. Quasi pronta una misura per allegerire le bollette degli energivori. Favorevoli alla riforma dei sistemi di remunerazione della capacità di produzione elettrica. Il ministro a tutto campo sul mercato dell'energia.

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Nel 2017 sarà rivista e aggiornata la Strategia Energetica Nazionale e quella sulle rinnovabili, visto che “si profilano oggi nuove sfide e nuovi obiettivi”, ha detto Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, a margine del convegno “The future of energy. Towards a sustainable development”, organizzato da The European House Ambrosetti ed Eni due giorni fa.

Il ministro ha parlato, oltre che di energie rinnovabili, anche di imprese energivore e di market capacity, con il suo taglio liberista, ma con una certa attenzione più alla generazione centralizzata che distribuita. Ma andiamo con ordine.

Sconti agli energivori

Sulla prossima norma per gli energivori “stiamo preparando una misura, che vedremo se inserire nella Legge di Stabilità o fare un decreto”, ha detto.

Il provvedimento sugli energivori serve – ha spiegato il ministro – ad alleggerire  l’onere delle rinnovabili per le aziende che sono intense consumatrici di energia. Questo perché, si è soliti affermare, le imprese dei settori manifatturieri ad alta intensità elettrica sono esposte alla concorrenza internazionale.

“È una norma fondamentale perché è tutto quest’anno che non viene erogata ma è stata sospesa addirittura da più tempo”, sottolinea il ministro. Ad ogni modo, “abbiamo raggiunto l’accordo con la Commissione europea, abbiamo la comfort letter e aspettiamo a giorni l’ok ufficiale, poi procederemo”.

Va detto tuttavia che, secondo i dati Eurostat del 2014, le nostre aziende energivore che consumano ad esempio tra 70.000 e 150mila MWh/anno pagano già adesso il 15% in meno circa dei loro concorrenti in Germania.

Ricordiamo che rientrano nella definizione di impresa energivore quelle che hanno consumi annuali di energia elettrica per lo svolgimento della propria attività uguali o maggiori a 2.400 MWh (2.400.000 kWh) o un rapporto tra costo effettivo dell’energia elettrica utilizzata e fatturato uguale o superiore al 3%.

Il pericolo però è quello di garantire dei prezzi dell’elettricità di favore alle aziende, senza pretendere il loro efficientamento energetico in tempi ragionevoli, questo sì che sarebbe un pessimo approccio per la competitività internazionale nel medio periodo.

E poi resta la discriminazione connessa alla riforma della tariffa elettrica degli utenti non domestici proposta dall’Autorità per l’Energia.

Questi vedrebbero invece cancellata la progressività della tariffa, secondo il principio più consumi e più paghi, in base al quale veniva spinto il risparmio energetico. Come sappiamo la riforma rischia di tagliare le gambe a fotovoltaico, risparmio elettrico e cogenerazione, ma anche di rendere più salata la bolletta per gran parte delle piccole e medie imprese (vedi analisi sugli impatti della riforma per il fotovoltaico e per le PMI)

Capacity Market

Calenda ha poi parlato di capacity market, la riforma dei sistemi di remunerazione della capacità di produzione elettrica installata, annunciando che entro l’inizio del prossimo anno saranno pronte le prime linee dell’intervento.

Il ministro quando spiega la ragione di questo provvedimento fa riferimento alla necessità di avere capacità di riserva e per il bilanciamento, esigenza che è legata, spiega, innanzitutto al boom delle rinnovabili che richiedono bilanciamento sulla rete, e poi alla chiusura di diverse centrali termoelettriche, perché obsolete o non produttive.

“Abbiamo fatto un decommissioning molto forte di centrali, e adesso arriviamo a una soglia in cui bisogna fare attenzione ad avere una produzione che sia in grado di sostenere i consumi con un margine significativo”, spiega Calenda. “Questo è più complesso in un Paese che ha tanta energia rinnovabile e che essendo intermittente va bilanciata – precisa il ministro – e su questo abbiamo iniziato il lavoro che si concluderà con un primo disegno entro la fine dell’anno”.

In questo caso non ci vorrà un provvedimento, ma basterà anche un decreto ministeriale, spiega il ministro che sul fronte della tempistica aggiunge: “abbiamo disegnato la prima bozza, adesso la stiamo condividendo con l’Autorità per l’Energia, poi andrà in consultazione; avrà una serie di passaggi, per cui potremmo avere un disegno definito nel corso dei primi mesi del 2017 per andare in vigore nel corso dell’anno, a secondo di quanti affinamenti dovremo fare e di quanto ci mette l’Europa a concedere il ‘bollino’”.

Un aspetto, questo, non di poco conto e ancora tutto da chiarire. Il capacity market remunera, tramite aste, la potenza messa a disposizione. Di fatto nasce come un vero e proprio soccorso ai cicli combinati a gas, da tempo in crisi.

La Commissione europea è da sempre sospettosa verso questo meccanismo e ha spesso considerato la presenza di un floor price – il prezzo minimo nelle aste – una forma di indebito aiuto di Stato. Ma senza un prezzo remunerativo quanti parteciperebbero concretamente alle aste?

A parte la questione della flessibilità e del bilanciamento, invocata da Calenda, questo provvedimento proverà in tutti i modi a garantire la sopravvivenza delle grandi centrali e, se mal gestito, avrà come effetto collaterale quello di stroncare le rinnovabili.

Molti osservatori temono che per non gravare di altri oneri la bolletta, a pagare questo aiuto ai fossili possano essere le rinnovabili. Ma il capacity market – fanno notare altri – potrebbe avere anche altri effetti negativi per eolico e solare: toglierà spazio alla contrattazione a lungo termine, vista da molti come essenziale per il futuro delle rinnovabili, e ritarderà l’applicazione commerciale dello storage.

Conviene dare denaro ad impianti termoelettrici in affanno per mantenerli in vita artificialmente così da fornirci energia durante qualche ora di picco? Non sarebbe meglio aumentare la flessibilità del sistema (favorita peraltro anche dall’attuale sviluppo del market coupling), dando più spazio alle rinnovabili? Anche su questo si giocherà la partita del futuro mercato elettrico.

Energie rinnovabili

Infine il ministro Carlo Calenda ha annunciato che entro il prossimo anno il governo proporrà la nuova strategia sulle rinnovabili, che tiene conto delle linee guida europee e che punterà a una maggiore neutralità tecnologica, mantenendo uno spazio per l’innovazione e la ricerca, perché, ha sottolineato, il loro mercato è in continua innovazione e non possono essere considerate come mere commodity.

Ha detto di aver iniziato il dialogo con la Commissione su questo aspetto. Ci sarà un decreto ministeriale e dovrà essere varato entro la fine di quest’anno.

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