Rinnovabili e oversupply fanno calare i prezzi elettrici in tutta l’UE

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L’ultimo rapporto sul monitoraggio dei mercati energetici europei spiega le tendenze in atto: sovraccapacità produttiva, diffusione delle fonti pulite, assenza di periodi con prezzi di picco molto elevati. Anche nel settore gas lo scorso anno sono calate le quotazioni all’ingrosso.

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Prezzi elettrici all’ingrosso in discesa nella maggior parte dei paesi, produzione crescente delle fonti rinnovabili, gas continuamente in difficoltà: sono queste alcune delle principali tendenze del 2015 segnalate dai regolatori europei ACER/CEER e contenute nel rapporto sul monitoraggio dei mercati energetici dei 28 Stati membri (allegato in basso).

Nel 2015, spiega lo studio, è proseguita la tendenza al ribasso dei prezzi elettrici in Italia, in Germania e nelle regioni del Baltico (vedi grafico sotto) che era ricominciata nel 2011.

All’opposto, alcune nazioni hanno visto aumentare le rispettive quotazioni all’ingrosso, ad esempio la Spagna a causa della minore produzione degli impianti idroelettrici e il Belgio, poiché il 24% circa della sua capacità nucleare è stato spento per buona parte dell’anno.

L’analisi dei principali mercati elettrici europei, si legge nel documento, mostra che i periodi in cui i prezzi erano molto bassi, a volte prossimi a zero o addirittura negativi, sono stati sempre più frequenti negli ultimi anni.

Allo stesso tempo, sono pressoché spariti i periodi con prezzi molto elevati, necessari per compensare il minore utilizzo degli impianti convenzionali a gas/carbone che, come sappiamo, sono spesso costretti a rimanere fermi per dare la precedenza all’energia generata dalle fonti pulite.

Sono proprio le rinnovabili come l’eolico e il fotovoltaico, secondo i regolatori europei, ad aver portato a questa riduzione generale dei prezzi elettrici all’ingrosso, in combinazione con altri elementi, tra cui la sostanziale sovraccapacità produttiva a livello europeo, due/tre volte superiore rispetto al margine ritenuto necessario dai moderni standard di sicurezza.

L’oversupply sta mandando in pensione molte centrali termoelettriche, non più remunerative perché il loro fattore di capacità, cioè le ore effettive di funzionamento, è diminuito considerevolmente.

Il grafico sotto evidenzia il calo di generazione degli impianti a gas, che nel 2015 sono rimasti sotto l’output complessivo registrato nel 2000, mentre è proseguita l’avanzata dell’energia eolica e solare.

Un altro elemento in grado di spiegare perché i prezzi sono stabilmente calati in diversi paesi è la crescente integrazione delle rinnovabili intermittenti nelle reti, grazie ad esempio al market coupling, anche se rimangono molte barriere, in particolare la mancanza di alcune linee ad alta tensione e un metodo di calcolo più efficace per regolare i flussi elettrici transfrontalieri (vedi anche QualEnergia.it).

Un accenno infine ai mercati del gas (rapporto completo allegato sotto). Anche in questo caso i prezzi all’ingrosso sono diminuiti nel 2015 a causa soprattutto alla contrazione delle quotazioni petrolifere, alla crescente disponibilità di risorse e alla conseguente maggiore concorrenza gas-to-gas tra forniture convenzionali via tubo e importazioni di LNG.

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