Ecco perché le energie rinnovabili già ora costano meno delle fossili

Applicando al calcolo dei costi parametri più aggiornati e realistici di quelli comunemente usati, gli impianti eolici e fotovoltaici già oggi produrrebbero a costi minori delle centrali alimentate a gas e a carbone. Nel giro di quattro anni il distacco sarà ancora più netto. Uno studio di Carbon Tracker.

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Davanti alla domanda “le rinnovabili sono già economicamente competitive rispetto alle fonti convenzionali?”, c’è una sola risposta giusta: “Dipende”.

Come riportiamo ormai regolarmente su QualEnergia.it, in alcuni contesti particolari già oggi il fotovoltaico e l’eolico riescono a produrre a costi inferiori rispetto alle fossili, senza considerare che queste restano ancora economiche solo perché scaricano sulla collettività i danni che producono.

Pochi giorni fa ad esempio abbiamo scritto dell’asta in Cile in cui l’energia prodotta da un grande parco FV è stata offerta a circa la metà del prezzo di quella da una nuova centrale a carbone.

Gli LCOE delle varie fonti, cioè il costo “tutto compreso” per l’intero periodo in cui un impianto riesce a produrre energia hanno tuttavia range molto ampi. Se il parco FV cileno del record produrrà a 3 centesimi di dollaro per kWh, oggi altre centrali FV in contesti diversi hanno LCOE anche di 4-5 volte più alti.

Molti sono infatti i fattori che influenzano l’LCOE. Oltre ai costi veri e propri della tecnologia, vanno considerati quelli del capitale con cui si fa l’investimento, ma non meno importanti sono altri elementi.

Ad esempio influiscono in maniera rilevante il costo di approvvigionamento dei combustibili o la disponibilità di risorse naturali, la vita utile dell’impianto e il fattore di carico, cioè il rapporto tra produzione effettiva e produzione teorica, cioè quella che l’impianto avrebbe se funzionasse sempre nel corso dell’anno (8760 ore) e alla massima potenza.

Ora però un nuovo report realizzato da Carbon Tracker si spinge oltre al “dipende” e conclude che, anche guardando ai valori medi degli LCOE delle diverse tecnologie, eolico e fotovoltaico già oggi sono competitivi con gas e carbone e lo saranno in misura sempre maggiore nei prossimi anni.

Paramentri più realistici

Lo studio (in allegato in basso) arriva a questa conclusione applicando nel calcolo dei costi dei parametri aggiornati e – secondo il giudizio dei ricercatori – più realistici di quelli comunemente utilizzati.

In particolare, l’analisi, coerentemente alle tendenze in atto, assume che le centrali a  fossili costruite ora abbiano fattori di carico minori di quelli storici e una durata di vita utile più corta.

I risultati sono riassunti in un grafico che rappresenta tre scenari: “Reference 2016” si riferisce ai valori convenzionalmente usati nelle analisi; “Updated 2016” è il calcolo “corretto” con i valori coerenti ai trend attuali, mentre “2020 2D” si riferisce a un futuro in cui vengano messe in atto le politiche necessarie a tagliare le emissioni di gas serra abbastanza da fermare il global warming ai fatidici 2 °C.

In particolare lo scenario “Updated 2016”, quello per cui le rinnovabili risultano già ora più economiche delle fossili, assume valori “aggiornati” per il costo del capitale delle rinnovabili, il fattore di carico e la vita utile degli impianti a gas e a carbone (vedi tabella sotto).

Le centrali termoelettriche lavorano meno

La maggior parte degli studi attuali sugli LCOE, si argomenta, non tengono conto che, in un mondo che si sta decarbonizzando e in cui cresce la produzione da rinnovabili, le centrali a fonti fossili lavorano sempre meno e una futura estensione della loro vita utile sarebbe improbabile.

Il grafico qui sotto, ad esempio, illustra l’evoluzione del fattore di carico delle centrali a gas e a carbone negli ultimi anni.

In alcune regioni come l’Unione Europea il capacity factor è da anni in picchiata: come in Italia ben sappiamo, questi impianti, spiazzati dalle rinnovabili a costo marginale nullo, lavorano per un numero di ore all’anno sempre più basso.

Per questo motivo, mentre le altre analisi (scenario “Reference”) usano valori di load factor dell’80% per il carbone e del 60% per il gas, il calcolo di Carbon Tracker usa rispettivamente 59% e 38% che sono i valori medi rilevati a livello globale per il 2013.

Adottando questi valori, le fossili risulterebbero molto meno competitive economicamente e le rinnovabili le avrebbero battute già ora, senza incentivi e malgrado un costo della CO2 con valori sostanzialmente ininfluenti (nell’analisi il prezzo della CO2 è considerato a 5$/ton).

Uno scenario a breve, al 2020

Se il sorpasso è già avvenuto ora, mostra il report, nel giro di 4 anni le fonti pulite allargheranno ancora più nettamente il distacco.

Se infattiè possibile, anche se poco probabile, che i prezzi dei combustibili fossili possano diminuire ridando fiato alle centrali termoelettriche, è comunque abbastanza scontato che da qui al 2020 scenderanno ulteriormente i costi di investimento delle rinnovabili, sia come come costi iniziali sia come costi del capitale.

Il risultato è che gli LCOE medi del fotovoltaico e dell’eolico tra 4 anni saranno, rispettivamente, di 6 e 15 $/MWh, mentre quelli di gas e carbone, rispettivamente, di 16 e 38 $/MWh.

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