Detrazioni edilizia ed ecobonus: benefici per 18 mld e verso 2016 record

Le due misure hanno fatto guadagnare al sistema Paese 18,4 mld di € in 18 anni, creando 1,4 milioni di posti di lavoro. Lo spiega il nuovo rapporto curato da Servizio Studi Camera e Cresme. Le proiezioni per il 2016 parlano di oltre 29 mld di investimenti, di cui 3,5 in efficienza energetica.

ADV
image_pdfimage_print

Le detrazioni fiscali sono state un successo sia per il numero di interventi incentivati, che per le entrate dello Stato, che per le ricadute positive che hanno avuto sul sistema-Paese: un beneficio quantificabile in 18,4 miliardi per il periodo 1998–2016.

Il dato arriva dalla quarta edizione dell’analisi Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione“, elaborata da Servizio studi Camera e Cresme (in allegato in basso).

Verso un 2016 record

Dalla relazione emerge che dopo la proroga arrivata con l’ultima finanziaria, nel 2016 le detrazioni si apprestano a segnare un record per investimenti e interventi incentivati.

Le proiezioni dei dati, basati sulle rilevazioni dei primi sette mesi dell’anno, sembrano infatti far registrare di nuovo un incremento che si tradurrebbe in investimenti pari a 29,2 miliardi di euro, dei quali 3,5 stimolati dall’Ecobonus del 65% per il risparmio energetico e 25,7 dalle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edilizie (che comprendono anche vari interventi quali l’installazione del fotovoltaico o di altri impianti).

Se l’andamento delle proiezioni fosse confermato, il 2016  farebbe registrare un +16% sugli investimenti incentivati rispetto al 2015 e 1,7 milioni di domande, mostra lo studio (si veda la tabella qui e il grafico sotto).

Tra 1998 e 2016, silegge nello studio, le detrazioni hanno attivato investimenti per 237 miliardi di euro, di cui 205 hanno riguardato le ristrutturazioni edilizie e poco meno di 32 la riqualificazione energetica.

Il dato a consuntivo per il 2015 indica un volume di investimenti pari a 25 miliardi di euro veicolati dagli incentivi, 3 per la riqualificazione energetica e 22 per il recupero edilizio, in calo rispetto a quello al dato 2014, anno in cui le detrazioni hanno mosso 28,5 miliardi di euro di investimenti.

Efficienza, gli interventi più diffusi

Tra le varie informazioni contenute nel rapporto, le tipologie di intervento più popolari tra quelle incentivate con l’Ecobonus del 65% (ex 55%) per l’efficienza energetica.

Come si vede dalla tabella sotto, la sostituzione infissi la fa da padrona, seguita dalla sostituzione degli impianti di riscaldamento.

Il saldo economico

Molto interessante poi la parte dello studio dedicata al saldo economico delle due misure.

Le agevolazioni sono state utilizzate da quasi 14,3 milioni di contribuenti; l’ammontare di investimenti attivati nel periodo 1998-2016, come detto, è pari a 237 miliardi di euro;
il costo per lo Stato, dovuto ai minori introiti conseguenti agli incentivi, ammonterebbe a 108,7 miliardi di euro; il gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione fiscale vigente, sarebbe pari a 89,8 miliardi.

Il saldo totale di questa prima somma, che non tiene conto delle ricadute economice legate agli investimenti, sarebbe negativo per 18,9 miliardi di euro, pari a poco meno di 1 miliardo di euro medio annuo. Attualizzando i valori per il periodo in esame, dato che lo Stato incassa subito ma concede le detrazioni su 10 anni, il conto si ribalta e diventa positivo per lo Stato, con una plusvalenza di 0,3 miliardi di euro.

Considerando tra i benefici anche l’impatto che gli investimenti generano in termini di matrice di contabilità sociale (cioè contando altri elementi quali l’occupazione) e, tra le uscite, non solo il minor gettito dell’IRPEF, ma anche il minor gettito sui consumi energetici derivanti dal relativo risparmio generato, il saldo risulta positivo per lo Stato quasi 9 miliardi di euro.

Che le detrazioni siano state un’ottima idea lo si capisce ancora meglio allargando lo sguardo al sistema-Paese (grafico sotto). In questo conto, infatti, i benefici economici risultano di oltre 18,4 miliardi:

Lo Stato, infatti, vanta un saldo positivo di circa 9 miliardi di euro; gli investitori (prevalentemente famiglie), hanno un risultato “negativo”, cioè spese, per oltre 178 miliardi (saldo tra l’investimento effettuato, negativo, le detrazioni fiscali, positive, e il risparmio sulle bollette energetiche, positivo).

Le imprese e il fattore lavoro, infine, segnano un saldo positivo di quasi 188 miliardi di euro, risultato di un fatturato (positivo), all’interno del quale sono compresi i compensi e le retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse, nonché le imposte e gli oneri sociali sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali (negativi).

Oltre 1,4 milioni di occupati diretti

Infatti, per citare un dato sull’occupazione, gli investimenti attivati dagli incentivi nel periodo 2011-2016 avrebbero generato un assorbimento di 1.460.223 occupati diretti, corrispondenti a una media annua nel periodo di oltre 243.000 occupati. La media annua degli occupati, considerando anche gli occupati indiretti, sarebbe pari a circa 365.000 occupati (vedi tabella sotto).

Insomma, alla fine un ottimo affare anche senza considerare una serie di elementi che non entrano nel conto fatto dal rapporto: la valorizzazione del patrimonio immobiliare, in termini di decoro, prestazioni funzionali e prevenzione dei rischi sismici. E, last but not least, tutte le ricadute positive date dal risparmio di energia: dalla maggiore sicurezza energetica per il Paese, alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico locale, senza dimenticare la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati a QualEnergia.it PRO

ADV
×