Emissioni, con il nuovo target per il 2030 la California ora fa sul serio

Con l'approvazione di una nuova legge, lo Stato californiano, da sempre primo della classe negli Stati Uniti per le politiche climatiche, si è dato l'ambizioso obiettivo di tagliare le emissioni del 40% entro il 2030. Per raggiungerlo dovrà accelerare ancora di più il processo di decarbonizzazione già in atto.

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Di essere la prima della classe tra gli Stati Uniti d’America in quanto a impegno per il clima la California lo ha dimostrato ampiamente. In testa con grande distacco nel fotovoltaico, terza per l’eolico e come CO2 pro capite, dal 2000 è riuscita a ridurre le emissioni disaccoppiandole da crescita economica e demografica.

Alla base di questo successo una serie di politiche che vanno dall’obbligo per le utility di arrivare al 50% della produzione da rinnovabili entro il 2030, all’obiettivo di raddoppiare l’efficienza energetica in edilizia e in altri settori fino agli incentivi ai veicoli elettrici e ad altre tecnologie.

La California ora è sulla strada giusta per raggiungere l’obiettivo che si era data nel 2006 con la legge AB 32, il Global Warming Solutions Act firmato dall’allora governatore Arnold Schwartzenegger, cioè riportare le emissioni ai livelli del 1990 entro il 2020.

Come si vede dal grafico sotto inoltre è riuscita ad ottenere il risultato senza compromettere la crescita economica, anzi.

La settimana scorsa però, nonostante la feroce opposizione di varie lobby e divisioni all’interno degli stessi democratici, il Golden State ha deciso per un cambio marcia coraggioso.

Approvando una nuova legge, la SB 32 (in allegato in basso), infatti, la California si è data l’obiettivo di tagliare le emissioni del 40% entro il 2030. Il grafico sotto dà bene l’idea di come dovrà accelerare la decarbonizzazione per raggiungerlo.

Si tratta di un target analogo a quello dell’Europa, storicamente leader nella lotta al global warming, salvo per il fatto che lo Stato americano parte con non poco svantaggio, dato che l’UE si sta già avvicinando adesso ad aver ridotto del 20% le emissioni rispetto ai livelli del 1990 (obiettivo che l’UE ha per il 2020).

Diversi ostacoli rendono ambizioso il nuovo target californiano: il cap and trade, strumento importantissimo per tagliare le emissioni, ha un futuro incerto perché al centro di una battaglia legale.

Entro il 2025 potrebbe essere spento il più grande impianto che produce elettricità senza emissioni di CO2, la centrale nucleare di El Diablo, che soddisfa da sola circa il 9% della domanda; e infine, come detto, oltre che da petrolieri, industriali, Camera di Commercio, e repubblicani, il nuovo obbiettivo è avversato anche da un certo numero di democratici.

Tagliare le emissioni del 40% d’altra parte richiederà alla California una rivoluzione energetica che deve coinvolgere tutti i settori.

Lo mostra chiaramente uno studio del 2015 uscito dal Lawrence Berkeley National Laboratory a firma di Jeffery Greenblatt (allegato in basso) che appunto analizzava le strade con cui il Golden State può arrivare a quell’obiettivo.

Lo studio di Greenblatt ipotizzava 3 scenari (grafico sotto). Il primo, S1, assume che vengano messe in pratica tutte le politiche in cui la California si è già impegnata. S2 ipotizza invece che oltre alle misure pro clima già deliberate, vengano attuate anche quelle solo in discussione.

In nessuno dei due scenari di cui sopra si arriva al taglio delle emissioni approvato la settimana scorsa. Per arrivare a tagliare le emissioni del 40% sui livelli del 1990 entro il 20230 deve realizzarsi un terzo scenario, più ambizioso denominato S3.

Per avere un’idea, S3 prevede che in 15 anni si raddoppi il contributo delle rinnovabili sulla domanda elettrica, portandolo al 50%, che i veicoli elettrici arrivano ad essere il 25% del parco circolante, dall’1% attuale, che l’elettricità rimpiazzi quasi totalmente il gas nel riscaldamento, e altri assunti di difficile realizzazione.

Ad esempio che si metta in campo una certa capacità di CCS per neutralizzare le emissioni delle centrali a gas e che si realizzi una rete di ferrovie ed alta velocità tale da rimpiazzare l’auto privata per una parte rilevante della domanda di mobilità.

Insomma quella che la California ha intrapreso è una sfida interessante, staremo a vedere se e come riuscirà a raggiungere l’obiettivo che si è data, nella speranza che altri ne imitino il coraggio.

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