La protezione del clima per lo sviluppo urbano. L’esempio di Tubinga

Recupero dell'acqua piovana, compostaggio, solare, teleriscaldamento, materiali naturali, quartieri senza automobili e ancora: programmi, consulenze e incentivi. La protezione del clima puo' essere il leitmotiv dello sviluppo urbano. La città di Tubinga, in Germania, ne è un esempio.

ADV
image_pdfimage_print

Leggi l’articolo nella versione digitale della rivista QualEnergia

Tubinga è l’esempio di una città che ha scelto nei primi anni novanta la protezione del clima come una variabile guida per il proprio sviluppo urbano. La politica climatica non è considerata un dovere oneroso di proteggere il futuro pagando nel presente, ma una chance per una città più moderna, vivibile, sana, benestante e bella.

Tutto ciò non è il risultato di qualche singola misura illuminata, ma una precisa strategia che ha subito delle modifiche nel tempo sulla base delle esperienze fatte.

Tubinga, 85mila abitanti, si trova nel sud della Germania a pochi chilometri da Stoccarda, è conosciuta per la sua storica università, fondata nel 1477, dove ha studiato Georg Wilhelm Friedrich Hegel e insegnato Joseph Aloisius Ratzinger.

Il settimanale Der Spiegel ha nominato Tubinga la città tedesca con la più alta qualità della vita. La politica climatica è senza dubbio un elemento centrale nell’assegnazione di questo titolo. Nel 1993 la città ha aderito all’Alleanza per il Clima, una rete europea di enti locali e territoriali impegnati nella salvaguardia del clima.

L’attuale programma di protezione del clima inizia nel 2007 con una delibera del consiglio comunale con l’obiettivo di arrivare entro cinque anni a «meno 10% di CO2» impegno che la città ha preso con l’adesione all’Alleanza per il Clima.

Il Comune ha avviato nel 2007 venticinque progetti pilota che dovrebbero servire come buone pratiche, collocati nell’amministrazione comunale e le due municipalizzate, le Stadtwerke (azienda municipalizzata per la produzione e distribuzione di energia e il trasporto pubblico urbano) e la municipalizzata per la costruzione di edifici residenziali e industriali, la Gesellschaft für Wohnungs und Gewerbebau.

In un primo momento furono attivate una serie di misure standard tra cui la gestione energetica in Comune, l’incentivazione dell’energia solare, le ristrutturazioni energetiche, l’efficientamento dell’illuminazione, l’istallazione di pompe di calore ad alta efficienza, le ciabatte con interruttore, l’incentivazione per biciclette e car sharing, le consulenze sul luogo e incentivi specificamente per fasce deboli, le consulenze energetiche e di mobilità per imprese, uffici pubblici e la cittadinanza.

La strategia climatica ha una struttura modulare che si basa su tre elementi portanti. Il primo modulo comprende le attività in casa, misure del comune e delle due municipalizzate, per dimostrare quello che ci si aspetta da altri. Il secondo modulo consiste nel trovare alleati, altre istituzioni e organizzazioni che aderiscono al programma d’azione e lo rendono ulteriormente visibile. Il terzo modulo riguarda la partecipazione della popolazione sulla base di semplici attività di protezione del clima attuabili da tutti. Attività che vanno promosse con delle campagne pubbliche variegate e innovative per informare e motivare.

Per mantenere viva la dinamica della campagna negli anni occorre un consistente lavoro di comunicazione: con la scelta di indicatori di immediata comprensibilità il comune informa attraverso la stampa, Internet ed altri canali i cittadini sui loro contributi alla protezione del clima. Le misure messe in atto a Tubinga dal 2007 oggi sono patrimonio comune.

Quello che sorprende è il lungo respiro con il quale è stato aggiunto un tassello all’altro, tutti in buona salute. Ecco qualche esempio.

Investire nelle rinnovabili

A inizio 2007 a Tubinga c’erano 179 impianti fotovoltaici per 1 MWp, a fine 2013 erano 780 per 10 MWp. In buona parte questo successo è riconducibile alle cooperative energetiche, gruppi di investitori cittadini che istallano impianti su tetti degli edifici comunali che l’amministrazione mette a disposizione gratuitamente.

Nel 2007 il comune ha istituito un catasto di tutte le superfici idonee, offerte online alla cittadinanza. La domanda continua a superare l’offerta nonostante i nuovi tetti divenuti idonei a seguito delle ristrutturazioni degli edifici comunali. Il gruppo più grande, “Energia cittadina Tubinga eG” conta 320 membri e nel 2014 ha pagato 2,25% sul capitale investito.

Il car sharing

Comunemente il car sharing viene considerato una misura per la mobilità sostenibile nelle grandi città. Milano, con 350mila utenti e 2.450 mezzi, è all’avanguardia in Italia seguita da Torino, Roma e Firenze. Le quattro città sono quasi interamente responsabili per il mezzo milione di utenti che usano una flotta di 6mila veicoli.

A Tubinga l’amministrazione ha dato una spinta importante al car sharing organizzato dal 1993 come associazione. Nel 2007, quando il Comune ha aderito con la sua campagna climatica, teilauto aveva 826 membri, all’inizio del 2015 erano quasi 2mila. I membri sono raddoppiati anche perché l’amministrazione ha messo a disposizione parcheggi attraenti e promuove attivamente il car sharing.

La mobilità 2030

La mobilità è senza dubbio il settore più difficile della politica climatica locale. Il comune ha cominciato nel 2009 con l’elaborazione di una strategia “Mobilità Tubinga 2030” con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 dal traffico del 50%; il tutto con il supporto finanziario dell’iniziativa climatica del ministero per l’Ambiente.

Va sottolineato il ruolo di Berlino, per non creare l’impressione che comuni come Tubinga abbiano la bacchetta magica. Riescono a fare ciò che fanno anche grazie al sostegno finanziario e linee guida del governo nazionale e di quelli regionali. L’iniziativa climatica nazionale per esempio ha sostenuto tra il 2008 e il 2014 quasi 20mila progetti di complessivamente 555 milioni di euro, di cui 7mila progetti in 3mila comuni.

I fondi per la mobilità sostenibile a Tubinga oltre a servire per l’elaborazione della strategia mobilità sostenibile 2030, servivano anche per un esteso programma di partecipazione sotto la guida dell’Agenzia federale per l’ambiente, che coinvolgeva l’università, gli ospedali, altri datori di lavoro, cittadine e cittadini. Il risultato era un piano d’azione che venne realizzato passo per passo.

Eliminazione di tutte le barriere architettoniche per il trasporto pubblico, più spazio per pedoni e biciclette, RadCheck (revisione bicicletta) per verificare gratuitamente la sicurezza della propria bicicletta, piccole riparazioni incluse, un biglietto unificato per il trasporto pubblico, consulenze per la gestione aziendale della mobilità e altre misure per ridurre il traffico motorizzato individuale. Un indicatore del successo è la crescita dei viaggi utilizzando il trasporto pubblico; dal 2006 al 2014 sono passati da 17,4 a 20,4 milioni (vedi grafico di seguito).

Sviluppo urbano

Il quartiere “Schafbrühl”, il primo quartiere ecologico in Germania con 110 unità risale al 1985. Il recupero dell’acqua piovana, il compostaggio dei rifiuti organici, l’uso passivo del solare, il teleriscaldamento, i materiali naturali, un quartiere senza automobili sono serviti come buone pratiche per generazioni di architetti. Trent’anni dopo il trasferimento dei primi inquilini a “Schafbrühl” esiste un fitto sottobosco di programmi, consulenze, incentivi per costruire e ristrutturare in modo ecologico ed energeticamente efficiente con il comune come un attore tra gli altri.

L’agenzia per la protezione del clima per esempio è portata avanti da un gruppo di soci tra i quali il comprensorio di Tubinga, l’ordine degli architetti e tre municipalizzate e con il sostegno della cassa di risparmio. L’Agenzia offre consulenze gratuite ai privati, corsi di formazione per architetti, ingegneri e consulenti energetici, certificazione per imprese edili qualificate nel campo energetico e progetti didattici per le scuole.

“Alte Weberei”

La lamentela degli enti locali sulla mancanza dei fondi per poter fare è banale. È così. L’intelligenza di un’amministrazione comunale oggi sta nella capacità di motivare e coordinare altri attori che sanno fare e possono spendere. Il quartiere “Alte Weberei” (vecchio tessutificio) di Tubinga ne è un esempio. Dove una volta uno stabilimento tessile produceva tessuti su un terreno di sei ettari oggi 700 persone hanno trovato casa.

Nel 2009 il Comune di Tubinga pubblicò un concorso di idee per il quartiere che ha visto la partecipazione di un consistente gruppo di architetti e urbanisti. Il concetto vincente ha trovato la sua versione esecutiva in collaborazione con l’amministrazione comunale e una tavola rotonda di cittadini.

Nel luglio 2011 sono state assegnate le opzioni per sei gruppi di imprese che avevano risposto ai criteri sociali, ambientali, urbanistici ed economici. I lavori sono partiti un anno dopo, nel luglio 2012, e sono terminati nel 2015.Il quartiere è al 95% carbon free grazie a un impianto di teleriscaldamento alimentato con biogas. L’allaccio è obbligatorio, infatti le opzioni di alti standard di efficienza energetica erano dei criteri per l’assegnazione.

La “Alte Weberei”, trentanni dopo il quartiere ecologico di “Schafbrühl”, segue gli stessi criteri ecologici, però con standard molto più ambiziosi per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2 e modelli molto sofisticati di collaborazione pubblico-privato per l’attuazione.

L’articolo è stato pubblicato nel n.1/2016 della rivista bimestrale QualEnergia, con il titolo “Il buon clima della città”.

ADV
×