Bonifica amianto negli edifici pubblici, firmato il decreto che assegna gli incentivi

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Il provvedimento stabilisce i criteri per l’assegnazione delle risorse: 5,536 milioni di euro per il 2016 e 6,018 milioni per ciascuno degli anni 2017 e 2018. Priorità a progetti nelle vicinanze di asili, scuole, parchi giochi, strutture accoglienza, ospedali, impianti sportivi e cantierabili in 12 mesi.

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Dopo vari annunci è stato firmato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti il decreto che fissa i criteri per l’assegnazione degli incentivi alla rimozione dell’amianto negli edifici pubblici, mentre c’è ancora da attendere per le regole per la misura destinata ai privati.

Con il decreto appena  firmato il Minambeinte stanzia 17,5 milioni per gli edifici pubblici, si spiega in una nota: in totale il fondo per la progettazione degli interventi di bonifica dei beni contaminati da amianto, istituito dal  “Collegato Ambientale”, prevede stanziamenti per 5,536 milioni di euro per il 2016 e 6,018 milioni per ciascuno degli anni 2017 e 2018, destinate.

L’incentivo

Destinatari di questa misura saranno gli edifici pubblici nei quali debbono essere svolti interventi di rimozione e smaltimento dell’amianto e del cemento-amianto presente in coperture e manufatti.
I contributi saranno concessi in proporzione tra il 50 e il 100% del costo, al netto dell’Iva: sarà poi il ministero dell’Ambiente a stilare una graduatoria su base annuale delle richieste ammesse al contributo e relativa percentuale di ammissione, secondo criteri di priorità.

I criteri della graduatoria

Tra questi costituisce titolo preferenziale la collocazione in un raggio non superiore a 100 metri da asili, scuole, parchi giochi, strutture di accoglienza, ospedali e impianti sportivi.

Altri criteri sono la presenza di un progetto definitivo/cantierabile attuabile in 12 mesi, l’esistenza di una segnalazione da parte degli enti di controllo sanitario o di tutela ambientale sulla presenza di amianto, la collocazione in un sito d’interesse Nazionale o la presenza nella mappatura dell’amianto.

Il progetto dovrà essere corredato da relazione tecnica, documentazione che attesti la presenza di materiali contenenti amianto, computo metrico dettagliato dei costi di bonifica e quadro economico riepilogativo.

Scuole e telerilevamento

Una specifica dotazione verrà prevista per le scuole, al centro dell’impegno del governo.

Proprio nelle scorse settimane il direttore per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque del ministero dell’Ambiente Gaia Checcucci e la coordinatrice della Struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica della Presidenza del Consiglio Laura Galimberti hanno siglato un protocollo d’intesa che prevede un progetto pilota di telerilevamento attraverso il quale procedere ad una capillare mappatura dell’amianto negli edifici scolastici, cominciando da tre province: Alessandria, Pisa e Salerno.

E i privati?

Per i privati, ricordiamo – dispone il Collegato – ci sarà un incentovo erogato sotto forma credito d’imposta del 50% delle spese sostenute e ripartito in 3 quote annuali, a favore dei titolari di reddito d’impresa che effettuano interventi di bonifica dell’amianto su beni e strutture produttive.

L’investimento per essere incentivato dovrà essere di almeno 20.000 euro e avvenire sul territorio italiano. Ma qui il decreto attuativo ancora manca.

Per gli incentovi ai privati il limite di spesa complessivo della misura è di 5,667 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019.

Tantissimo da bonificare

Quanto sia serio il problema dell’amianto in Italia lo mostrano i dati rilanciati oggi – giornata nazionale delle vittime di questo materiale – da Legambiente. In Italia – ricorda l’associazione ambientalista – muoiono 4mila persone ogni anno per tutte le malattie ad esso correlate, con oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2012: 6mila casi in più rispetto al precedente aggiornamento del Registro nazionale mesotelioma di Inail risalente al 2008.

A 24 anni dalla sua messa al bando, l’amianto è ancora diffusissimo in diverse forme, sul nostro territorio: le stime (per difetto) di CNR-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate; il Programma nazionale di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto, il Ministero dell’Ambiente riporta oltre 44mila siti contenenti amianto di cui 2.236 bonificati e 41.350 ancora da bonificare.

Stime purtroppo destinate a crescere vista l’incompleta documentazione inviata dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente. La Calabria addirittura non ha mai inviato il report annuale e altre cinque regioni (Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata) non hanno fornito i dati del 2014.

Il Piano Regionale Amianto (Legge 257/92) – secondo l’ultimo aggiornamento di Legambiente del marzo 2015 – manca ancora in sei regioni (Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna); solo dieci su venti hanno concluso il censimento e altrettante hanno realizzato la necessaria mappatura dell’amianto sul territorio.

L’accoppiata vincente con il fotovoltaico

Un’ottima idea per far sparire da sopra le nostre teste l’amianto l’Italia l’aveva avuta negli anni scorsi, quando con i vari Conto Energia per il fotovoltaico avevano riservato un incentivo maggiorato, a chi approfittava della rimozione di un tetto di Eternit, per l’installazione di un impianto fotovoltaico.

A fine 2012, grazie a questa possibilità, di cui avevano approfittato soprattutto nel Nord e Centro Italia, erano stati risanati 26.000 tetti con amianto, per una superficie di 20 kmq e una potenza elettrica ottenuta di circa 2,5 GW.

Da luglio 2013, come sappiamo, la tariffa incentivante per il FV è stata eliminata, anche se come abbiamo mostrato anche con le misure attuali può essere ancora una buona idea, dal punto di vista economico, sostituire una copertura in amianto con un impianto fotovoltaico.

Certo sarebbe meglio se si tornasse a promuovere l’accoppiata rimozione amianto – FV: “con uno stanziamento di 20 milioni di euro – stima Legambiente – si potrebbe realizzare la bonifica di oltre 10 milioni di metri quadri di coperture in cemento amianto e avviare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.

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