Fotovoltaico, mercato triplicato in Cina nella prima metà del 2016

Nei primi 6 mesi del 2016 nel Paese asiatico si sono installati 20-22 GW di nuova potenza, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2015. Il parco fotovoltaico cinese, che già era il più grande al mondo, arriva dunque a 63 GW di potenza cumulata. Ci si aspetta un calo delle installazioni nella seconda metà dell'anno.

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Nei primi 6 mesi del 2016 il mercato del fotovoltaico cinese ha avuto una brusca accelerazione: si sono installati 20,7 GW di nuova potenza, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2015.

La notizia arriva dall’agenzia di stampa statale Xinhua che cita i dati della China Photovoltaic Industry Association, mentre altre stime, come quella del sito cinese PVmen.com parla addirittura di oltre 22 GW (vedi tabella).

Si tratta di un volume impressionante che porta la potenza cumulata nel Paese a 63 GW. La Cina, ricordiamo, raggiungendo nel 2015 i 43 GW era già la nazione con più fotovoltaico al mondo, dopo aver superato la Germania.

Dietro a questa impennata nei volumi, va detto, c’è “il trucco”: il 30 giugno è scattato un taglio nelle tariffe incentivanti, ora sotto a 1 yuan/kWh (15 centesimi di dollaro) e questo spiega la corsa a completare gli impianti prima di quella data.

Ci si aspetta dunque che nella seconda metà dell’anno il ritmo delle installazioni FV rallenti nettamente.

Con 20-22 GW installati in soli 6 mesi, Pechino ha già superato l’obiettivo che si è dato per il 2016, di 18,1 GW. Una parte degli impianti ancora non sono connessi alla rete, visto che in varie aree del paese è ancora inadeguata.

Se si contassero tutte le installazioni, comprendendo i piccoli impianti su tetto e il FV off-grid nelle aree rurali, stima CPIA, la nuova potenza annuale dovrebbe arrivare a 30 GW.

Assieme alle installazioni, nel Paese cresce anche la produzione di moduli, aumentata del 37,8% nella prima metà del 2016. La capacità produttiva cinese ora dovrebbe essere intorno ai 27 GW e questo potrebbe portare problemi di sovrapproduzione soprattutto alla luce del calo della domanda interna previsto per la seconda metà dell’anno in corso.

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