Ma quanto consumano davvero le auto elettriche?

Con l’aiuto di alcuni siti web vediamo quali sono i consumi reali, sperimentati dagli automobilisti, delle principali vetture a zero emissioni. Con l’avvertenza che tutti i dati e relativi calcoli sull’autonomia media delle auto elettriche sono in costante evoluzione, com’è logico in un settore ancora di nicchia.

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Quanto consuma esattamente un’auto elettrica? Rispondere a questa domanda può essere molto difficile, perché l’autonomia reale delle batterie è influenzata da moltissimi fattori, come lo stile di guida, le temperature esterne, la presenza di salite e discese eccetera.

Quindi il problema è lo stesso che incontriamo con le vetture a benzina o diesel: spesso c’è una discrepanza molto netta tra i valori dichiarati dalla casa e quelli reali, verificati su strada dagli automobilisti. Con l’aggravante che i dati disponibili sono ancora pochi, vista la scarsa diffusione dei mezzi a zero emissioni.

Un aiuto può arrivare dal sito tedesco Spritmonitor, che fornisce le informazioni ricevute direttamente dagli utenti sui consumi minimi, massimi e medi di centinaia di vetture di tutte le marche. Qualche mese fa, il blog gruppoacquistoauto.it ha raccolto e rielaborato i dati su dieci modelli con alimentazione esclusivamente elettrica.

Per prima cosa, ricordiamo che il consumo di un’auto a batterie si può esprimere in energia utilizzata per chilometro; nel nostro caso, kWh/100 km è il parametro di riferimento per misurare l’efficienza complessiva del veicolo.

Un altro dato fondamentale è la capacità in kWh della batteria installata sul singolo mezzo. Il rapporto tra la capacità e il consumo, moltiplicato poi per 100, indicherà l’autonomia media chilometrica della vettura in questione. Chiaramente è un esercizio teorico, perché presuppone che la batteria sia efficiente al 100%, mentre sappiamo che le sue prestazioni peggiorano gradualmente durante l’uso.

Dall’analisi del blog aggiornata a ottobre 2015, emerge che il consumo medio delle nove auto considerate è pari a 15,78 kWh per 100 km. In realtà c’è un decimo modello inserito nella tabella, la Tesla Model S, che però è stato escluso dal calcolo finale per via delle sue caratteristiche tecniche notevolmente superiori rispetto alla concorrenza. La fonte primaria è sempre Spritmonitor: i dati sono in continua evoluzione e già si notano delle differenze rispetto ai mesi scorsi.

Lo stesso blog ha pubblicato di recente un aggiornamento sui consumi delle auto elettriche. Spesso però le rilevazioni inserite sul sito tedesco per i veicoli di questo tipo sono davvero poche, quindi tutti i calcoli vanno presi con una certa prudenza. Senza dimenticare, infine, che stanno per uscire sul mercato modelli aggiornati, con batterie più performanti che promettono percorrenze maggiori.

L’auto meno energivora, tornando ai nostri dati, è la Volkswagen e-Up! con un consumo medio pari a 13,74 kWh/100 km, seguita da Citroen C-Zero e Kia Soul EV (poco più di 14 kWh/100 km per entrambe le vetture). Per Nissan Leaf e Renault ZOE, invece, i valori sono nell’ordine di 16,5-16,6 kWh ogni cento chilometri percorsi.

Il passo successivo è stato rapportare i dati sui consumi di energia elettrica con la capacità delle batterie. Stavolta, in cima alla classifica, troviamo la Kia Soul EV con un’autonomia media di circa 185 km, grazie soprattutto alla sua batteria da 27 kWh, la cui capacità è superiore a quella di tutte le altre vetture esaminate. Tranne la Mercedes Classe-B electric drive (28 kWh) che, però, consuma di più e quindi alla resa dei conti si ferma a 141 km di percorrenza media.

La Nissan Leaf, con batteria da 24 kWh, va attaccata alla presa di corrente dopo una media di 144 chilometri percorsi, anche se la casa ne dichiara circa duecento. La Renault ZOE si ferma dopo 132 km (210 quelli dichiarati), mentre la BMW i3 arriva a circa 118 chilometri prima di aver bisogno di una colonnina per la ricarica.

Certo, la Tesla Model S supera 400 chilometri in media con la sua maxi batteria da 85 kWh, ma dopo aver visto il prezzo di listino è facile immaginare perché siano in pochi a potersela permettere.

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