Accumulo per il fotovoltaico, meglio “tutto in uno” o componibile?

Sul mercato ci sono diverse soluzioni per lo storage domestico abbinato a un impianto FV: sistemi all-in-one con inverter e batteria integrata, oltre a sistemi componibili, che il tecnico-installatore può assemblare con dispositivi di marche diverse. Vediamo vantaggi/svantaggi di entrambe le opzioni.

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Il fotovoltaico può entrare in una nuova era, fatta di maggiore autoconsumo dell’energia elettrica prodotta, minori sprechi e bollette sempre più leggere? La risposta non può che affidarsi alla diffusione dei sistemi di accumulo (SdA), che sta accelerando grazie a una serie di fattori.

Cerchiamo allora di capire come si sta evolvendo la tecnologia, quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei sistemi compatti all-in-one e di quelli componibili, con i relativi costi.

Il primo elemento che sta riconfigurando il fotovoltaico “tradizionale” è la batteria al litio, il cui costo è sceso moltissimo negli ultimi anni. Dietro questa rivoluzione dello storage c’è soprattutto l’industria automobilistica, che sta provando a lanciare sul mercato vetture elettriche più efficienti e dai prezzi più contenuti (vedi QualEnergia.it).

Quando si può installare un SdA

Come spiega l’ingegner Rolando Roberto di ATER (Associazione Tecnici Energie Rinnovabili), che in questi mesi ha fatto una ricognizione sui prodotti presenti sul mercato, ci sono altri elementi che fanno sperare in un’accelerazione del mercato domestico dello storage elettrico in Italia.

Innanzitutto, la normativa dice chiaramente (vedi anche QualEnergia.it) che «si può installare un SdA su un impianto esistente o su uno di nuova realizzazione, a parte alcuni casi particolari che riguardano il primo conto energia. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la detrazione fiscale del 50% vale anche quando l’accumulo è installato in un secondo momento rispetto all’impianto fotovoltaico».

Un altro aspetto molto importante, chiarisce l’esperto, è che i maggiori produttori di inverter hanno finalmente reso compatibili i loro dispositivi con i diversi tipi di batterie in commercio.

Piombo o litio?

Una domanda molto frequente è se convenga ancora puntare sulle batterie al piombo rispetto a quelle al litio.

La risposta è “no”, secondo Rolando Roberto, perché il divario di costo si è molto ridotto: ora una buona batteria al piombo-gel per applicazioni solari, e ce ne sono, ha un prezzo “solo” del 30% circa inferiore rispetto a un dispositivo di pari prestazioni al litio. Il piombo, prosegue il tecnico, può incorrere in diversi incidenti di percorso, dovuti soprattutto a un uso improprio dei sistemi, ad esempio una scarica profonda con solfatazione o una perdita di efficienza dovuta a surriscaldamenti.

Il rischio, quindi, è dover intervenire con una manutenzione già dopo pochi anni o addirittura pochi mesi. Peraltro queste batterie, se non fanno parte di un sistema integrato, vantano una garanzia di 2-3 anni contro una media di 5-10 per il litio.

Sistema integrato o componibile?

Confrontiamo adesso i sistemi pre-cablati “tutto in uno” con quelli componibili. I primi offrono alcuni vantaggi: sono compatti, con un minimo ingombro e facili da installare su impianti di nuova realizzazione. C’è una sola “scatola” che contiene un inverter fotovoltaico con batteria integrata al litio e dispositivo d’interfaccia.

Tra le soluzioni delle marche più note possiamo citare ABB React, SMA Smart Energy, Samsung SDI. La garanzia è unica e, quindi, copre tutti i componenti.

Quanto deve spendere, in totale, il cliente per far installare un impianto fotovoltaico con le batterie? Chiariamo prima un aspetto: parlando di solare con accumulo è meglio utilizzare, come parametro di riferimento per i prezzi, la quantità di energia stoccabile, anziché la potenza di picco installata.

Allora per un nuovo impianto fotovoltaico da 3 kWp, con batterie al litio da 6 kWh (effettivi) all-in-one di una marca primaria, il prezzo finale “chiavi in mano” è di poco superiore a 19.000 euro, includendo tutti i componenti e i servizi: pannelli fotovoltaici, inverter, batterie, quadri elettrici, struttura, installazione e collegamento alla rete, gestione delle pratiche amministrative. Siamo, quindi, nell’ordine di 3-4.000 euro (iva inclusa) per ogni kWh di energia effettivamente accumulabile. Consideriamo sempre che per un impianto FV residenziale (3-6 kWp) il costo oggi del kWp installato è di 1.800-2.200 € (iva inclusa).

Vediamo ora che cosa cambia con un SdA componibile. Un sistema del genere, chiarisce l’ing. Roberto, ha due principali punti di forza nel paragone con un accumulo inverter/batteria integrata. Per prima cosa, è configurabile in modo più preciso secondo i profili di carico del cliente; il tecnico, infatti, può scegliere tra differenti tecnologie e capacità di accumulo.

Il secondo vantaggio è economico: se il sistema è configurato bene, il risparmio può essere molto consistente rispetto a una soluzione all-in-one, perché il prezzo finale chiavi in mano scende a circa 2.000-2.800 €/kWh di energia effettivamente accumulabile, che si traduce in un costo complessivo nell’ordine di 13.800 euro per il nostro impianto fotovoltaico da 3 kWp con batterie al litio da 6 kWh di una marca primaria, come Tesla, Sonnenbatterie o LG Chem. Ovviamente, un SdA componibile presuppone, da parte dell’installatore, un grado di competenza maggiore.

Accumulo su impianti esistenti

Per quanto riguarda, invece, l’installazione di un accumulo su un impianto preesistente, cade un po’ la distinzione fatta finora, sistemi tutto in uno vs storage componibile. Difatti, c’è un elemento in meno da installare, cioè l’inverter di rete. L’utente ha bisogno solo di una batteria e del suo dispositivo d’interfaccia con l’installazione solare.

Facile intuire che i prezzi dell’accumulo siano più convenienti: siamo nell’ordine di 1.100-1.500 €/kWh di energia effettivamente accumulabile.

Anche in questo caso, stiamo parlando di un prezzo finale chiavi in mano, che comprende, quindi, installazione, fornitura, pratiche di aggiornamento al GSE. Ad esempio, termina Rolando Roberto, su un impianto monofase con potenza compresa fra 3-6 kWp, posso aggiungere in retrofit un kit componibile da 6 kWh effettivi di accumulo, con una spesa finale di circa 7.800 euro.

Un’ultima avvertenza: i prezzi sono in continua evoluzione e per il 2017 sono attesi nuovi prodotti sul mercato delle batterie, di conseguenza è molto probabile che i costi dell’accumulo fotovoltaico scenderanno ancora.

Vedi anche QualEnergia.it: Accumuli per il fotovoltaico: breve guida all’acquisto

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