Dalla Commissione UE una nuova strategia per i trasporti verdi

Svelato un documento in cui Bruxelles tratteggia il futuro della mobilità a basse emissioni di CO2. Auto elettrica, corridoi ferroviari, standard di efficienza per vetture e furgoni post-2020. Aerei e navi restano però ai margini dell’agenda, così come lo sviluppo dei biocombustibili avanzati.

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Nella transizione energetica verso le fonti pulite, non doveva mancare una nuova strategia europea per la mobilità a basse emissioni di CO2. Vediamo quali sono allora i punti di forza e debolezza nel documento predisposto dalla Commissione UE (sotto la versione integrale della comunicazione).

Lo scenario è complesso, come ammette Bruxelles: i trasporti, soprattutto quelli stradali, sono responsabili per circa un terzo delle emissioni di gas serra in Europa e sono la principale causa dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane. Il grosso scoglio da abbattere è la dipendenza dal petrolio, che assicura il 94% del fabbisogno energetico dei trasporti nel Vecchio continente.

L’obiettivo allora è promuovere fonti energetiche alternative, migliorare l’efficienza dei veicoli è così ridurre le emissioni di CO2 e di altre sostanze nocive. Come riuscirci? Nel documento della Commissione ci sono tante buone idee, alcune per nulla nuove, come i trasporti multi-modali per favorire il passaggio dalla gomma al ferro sia per le merci sia per i passeggeri, potenziando i corridoi ferroviari.

Poi c’è un capitoletto sulle prospettive aperte dalla mobilità digitale: attraverso la condivisione/elaborazione delle informazioni, ad esempio, si potrebbero introdurre pedaggi stradali basati su un numero maggiore di dati, tra cui gli effettivi chilometri percorsi e le emissioni di CO2 dei singoli veicoli.

Un futuro elettrico

Come evidenzia la comunicazione, le vetture a ridotte emissioni di CO2 dovranno conquistare quote rilevanti di mercato intorno al 2030. Il punto essenziale, si legge nel documento, è sviluppare le diverse reti di rifornimento per i combustibili alternativi, dalle colonnine elettriche all’idrogeno, passando per il gas/metano e i biocarburanti. L’idrogeno, in realtà, per la Commissione rimane un optional.

L’attenzione maggiore è dedicata all’auto elettrica (vedi anche QualEnergia.it) e alla necessità di eliminare le barriere che ne stanno frenando la diffusione, tra cui soprattutto la mancanza di punti di ricarica. Il traguardo finale è permettere a un automobilista di attraversare l’Europa con una vettura elettrica, perché ricaricare la batteria dovrà essere facile e veloce come fare il pieno di benzina.

Per quanto riguarda i veicoli a combustione interna, la Commissione europea vorrebbe agire in due direzioni principali. La prima è introdurre nuovi test per calcolare i consumi effettivi di carburante in situazioni reali di guida, con relative emissioni di CO2, cercando così di riguadagnare la fiducia dei consumatori, che ha raggiunto i minimi storici con il diesel-gate innescato da Volkswagen.

Standard di efficienza

La seconda direzione in cui intervenire, prosegue il documento europeo, è potenziare gli standard di efficienza energetica per le auto e i furgoni post-2020. Un annuncio particolarmente importante, come evidenzia una nota di Transport&Environment, è che Bruxelles vuole fissare standard di efficienza sui consumi di carburante anche per i camion, un settore questo che finora è rimasto completamente trascurato nell’agenda europea dei trasporti sostenibili.

La Commissione, quindi, intende lanciare una consultazione pubblica per definire una proposta legislativa sui trasporti stradali pesanti.

Navi, aerei e biocombustibili

Nel documento resta peròqualche zona d’ombra, chiarisce Transport&Environment. Scorrendo le pagine, infatti, si trova solo qualche accenno ai trasporti marittimi e aerei, con un generico impegno per provare a definire accordi internazionali sulla riduzione delle emissioni climalteranti.

Un altro punto in chiaroscuro è la poca convinzione con cui Bruxelles critica l’utilizzo di biocarburanti ottenuti da colture alimentari, mentre servirebbe uno sforzo molto più deciso per sostituirli interamente con biocombustibili avanzati, come quelli ricavati dalle alghe e dalle biomasse di scarto (alcune considerazioni recenti di Transport&Environment sull’argomento).

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

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