Una collaborazione Enea-ANCIM per lo sviluppo sostenibile delle isole minori

  • 14 Luglio 2016

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ENEA e ANCIM hanno firmato un Protocollo di Intesa per il risparmio e l’efficienza energetica, le rinnovabili, la mobilità alternativa e la sostenibilità nell’utilizzo dell’acqua e dello smaltimento dei rifiuti proprio mentre in Senato è in discussione un Disegno di Legge quadro sulle isole minori.

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ENEA e ANCIM, l’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori, hanno firmato un Protocollo per lo sviluppo sostenibile delle isole minori italiane e per fare di queste realtà poli di eccellenza green.

Obiettivo è la valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e sociale di 36 comuni italiani sulle piccole isole, attraverso la diffusione del risparmio e dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili, della mobilità alternativa e della sostenibilità nell’utilizzo dell’acqua, nello smaltimento dei rifiuti e nel turismo, proprio mentre in Senato è in discussione un Disegno di Legge quadro sulle isole minori che speriamo possa essere approvato entro l’estate (QualEnergia.it).

Le isole coinvolte nel progetto sono in Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana e rappresentano un’estensione di circa 1.000 kmq con 220mila abitanti, che diventano milioni durante la stagione estiva.

Il Protocollo di intesa Enea-ANCIM è particolarmente significativo per le isole minori visto che queste in genere non hanno al loro interno professionalità tecniche adeguate per questo tipo di progetti.

Si prevede una collaborazione orientata anche ad individuare le fonti di finanziamento, ma anche avviare attività di formazione e informazione per amministratori, operatori, cittadini e, persino “vacanzieri”, che possano favorire lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione locale grazie ad un turismo sostenibile, responsabile e destagionalizzato.

Un possibile modello è quello che l’ENEA sta portando avanti per il turismo sostenibile nelle isole Egadi, con la realizzazione a Favignana di un impianto di compostaggio per la trasformazione della frazione organica dei rifiuti in fertilizzante per il terreno; il trattamento e il riuso delle acque reflue e l’installazione di una ‘casa dell’acqua’, alimentata con pannelli fotovoltaici, per ridurre l’utilizzo di bottiglie di plastica. In 14 mesi sono stati erogati oltre 200mila litri di acqua ed evitate oltre 5 tonnellate di rifiuti di plastica.

L’Agenzia ha brevettato una procedura per il reimpianto sui fondali della Posidonia oceanica spiaggiata, importantissima per l’ecosistema marino perché in grado di assorbire grandi quantitativi di CO2 e habitat ideale per la riproduzione di numerose specie ittiche. È stato inoltre creato un marchio di qualità ambientale, gestito dall’Area Marina Protetta delle Egadi, per le imprese locali che hanno intrapreso un percorso di miglioramento e riduzione dell’impatto ambientale delle loro attività. Sono già 60 e hanno ottenuto la certificazione per aver rispettato i criteri di sostenibilità indicati per ciascuna categoria turistica. E in un anno i visitatori sono aumentati del 7%.

Fra le azioni mirate previste dal Protocollo, lo sfruttamento del “patrimonio rinnovabile” locale con l’adozione di tecnologie energetiche innovative compatibili con il paesaggio e la sperimentazione di sistemi mobilità a basso impatto ambientale. Per la gestione dei rifiuti, invece, riciclaggio e smaltimento saranno gestiti integralmente – ove è possibile – in ogni singolo comune. Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio permetteranno di limitare la costruzione di nuove strutture. Una piattaforma digitale ottimizzerà la gestione di servizi e turismo.

Da pessimi esempi energetici, le isole minori italiane potrebbero diventare avanguardie della transizione energetica ed essere alimentate al 100% da fonti rinnovabile (vedi reporto di Greenpeace Italia “00% rinnovabili: un nuovo futuro per le piccole isole”). E su questo si sta lavorando anche da noi. Attualmente il sistema energetico sulle isole è basato sui combustibili fossili, con una produzione molto costosa e consumi inefficienti. E questo, malgrado le notevoli risorse rinnovabili disponibili.

In Italia, ad esempio, il maggior costo di generazione legato ai generatori diesel presenti nelle 13 isole minori non gestite dall’Enel ammonta a 70 milioni di euro all’anno, cui si aggiungono circa 10 milioni €/anno per le 8 isole non interconnesse e gestite da Enel. Denaro che paghiamo in bolletta nella componente UC4.

Per gli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Le riprese video integrali (circa 4 ore), suddivise per relatore, realizzate nel corso del convegno del Coordinamento FREE (Roma, 4 maggio 2016): “Isole minori, possibili avanguardie della transizione energetica” (Contenuto dei video – pdf)

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