La speculazione MSD è costata 745 milioni. Ma da rinnovabili e domanda risparmi per 1,8 mld

I dati dall'Aeegsi in audizione alla Commissione Industria del Senato. Rinnovabili e debole domanda danno prezzi bassi sul MGP, spingendo a spostare le offerte sul MSD, spiega il regolatore. Anev difende le rinnovabili e Codacons annuncia una class action contro gli illegittimi aumenti in bolletta.

ADV
image_pdfimage_print

I prezzi sul Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD) salgono perché trader e termoelettrici abilitati riescono a indovinare e probabilmente anche ad influenzare lo sbilanciamento delle varie zone, approfittandone per speculare, rifacendosi di guadagni che non riescono più ad avere sul Mercato del Giorno Prima (MGP).

Eppure nella visione dell’Autorità sul banco degli imputati sembrano esserci le rinnovabili non programmabili che turbano l’equilibrio del mercato: abbassando i prezzi sul Mercato del Giorno Prima per l’Aeegsi sembrano “colpevoli”, assieme alla bassa domanda, di rendere poco remunerativo questo mercato, spingendo gli altri a rifarsi sul MSD.

I costi, i risparmi e il ruolo delle rinnovabili

Sentita ieri in audizione alla X Commissione Industria del Senato, l’Autorità per l’Energia, tramite il componente del collegio Alberto Biancardi (vedi documento in basso), ha riportato che nei primi sei mesi del 2016 il costo complessivo del dispacciamento ha registrato un aumento consistente rispetto al 1° semestre 2015. La stima è di 745 milioni di euro.

Biancardi ha sottolineato però che nello stesso periodo si è verificato “un decremento molto significativo” sul MGP, il mercato del giorno prima, “valutato in 1,7-1,8 miliardi di euro”, che in parte compensa gli aggravi sul MSD, portando a una riduzione netta dei prezzi di circa un miliardo di euro.

Alla base delle dinamiche registrate nel mese di aprile, ha spiegato, c’è “una domanda molto debole e la più elevata incidenza percentuale di energia da fonti rinnovabili finora registrata, superiore al 60%”, situazione che “comporta problemi nella gestione della rete e maggiori costi“.

La possibilità di prevedere che il prezzo sul MGP si sarebbe attestato a un livello particolarmente e prevedibilmente basso – ha sottolineato Biancardi – “ha comportato lo spostamento dell’offerta da quel mercato a quello dei servizi di dispacciamento, considerato più remunerativo”.

L’indagine e le possibili soluzioni

Il membro del collegio ha ricordato l’indagine avviata dall’Aeegsi nel mese di giugno. Dai dati acquisiti da Terna si desume che l’intimazione ai soggetti coinvolti a mettere fine alle pratiche in questione abbia avuto l’effetto atteso.

Sul lato della domanda non sono ancora disponibili i dati, si è spiegato, ma l’Autorità intende concludere auspicabilmente nei sessanta giorni previsti.

Sulle cause del fenomeno, l’Aeegsi segnala come alcune misure, come la creazione della macro-zona Sud avrebbero consentito la drastica riduzione del prezzo MGP. Tuttavia, la presenza di macroaree e di strozzature della rete consentono un’alta prevedibilità del segno – positivo o negativo – dello sbilanciamento.

Dopo aver sottolineato come la realizzazione dell’elettrodotto di Sorgente-Rizziconi consenta di superare il problema nelle zone interessate, Biancardi ha comunicato che è allo studio un affinamento della regolazione volto a sterilizzare la prevedibilità del segno degli sbilanciamenti.

Anev difende le rinnovabili

A rivendicare l’effetto positivo delle rinnovabili sul mercato elettrico, ieri, con un comunicato è intervenuta nella questione Anev: “I recenti attacchi da più parti rivolti contro le fonti rinnovabili non programmabili – afferma l’associazione dell’eolico – evidenziano in modo chiaro come la positiva rivoluzione introdotta nel mercato elettrico da tali fonti pulite sia oggetto di strumentalizzazione”.

È infatti noto, si spiega, come tali fonti “portino ad una riduzione estremamente significativa del costo del kWh”. I recenti aumenti sul MSD, continua la nota “sono un segnale certamente da valutare con attenzione, ma comunque un aspetto dell’intero sistema e che vale una percentuale della riduzione della bolletta elettrica per i consumatori.”

Inoltre Anev rileva come “tale aumento che taluno sembra voler imputare esclusivamente ai produttori delle rinnovabili non programmabili, non è in alcun modo imputabile ad azioni volontarie dei produttori del settore, e men che meno al mondo eolico. Le voci che da più parti salgono e che montano ancora una volta pretestuosamente contro le fonti rinnovabili, sembrano l’ennesima battaglia di chi per difendere propri interessi o per cercare di ottenere benefici da interventi normativi alle porte, addita altri comparti per trarne un beneficio.”

Il Codacons annuncia la class action

Intanto anche i consumatori, colpiti dall’aumento in bolletta dovuto proprio alla speculazione sul MSD, fanno sentire la loro voce. Il Codacons ha annunciato nei giorni scorsi “una mega class-action in favore di 30 milioni di utenti dell’energia contro i recenti aumenti delle tariffe”.

Impugneremo al Tar del Lazio gli aumenti delle tariffe scattati lo scorso 1 luglio, perché palesemente illegittimi in quanto basati su presupposti illeciti e su veri e propri reati – spiega il Presidente Carlo Rienzi – inoltreremo un esposto alle Procure di Roma e Milano sulla base della denuncia dell’Autorità per l’Energia, affinché si indaghi per associazione a delinquere e truffa aggravata”.   

ADV
×