Gran Bretagna: a maggio la produzione da fotovoltaico supera del 50% quella da carbone

Per la prima volta un intero mese ha visto il sorpasso del solare sulla fonte fossile più inquinante. L’output di maggio del FV è stato del 50% maggiore rispetto a quello del carbone, anche a causa dei bassi prezzi del gas. Negli USA il FV al 64% delle nuove installazioni gennaio-aprile 2016.

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Prima un solo giorno, poi una settimana, e infine tutto un mese: è il sorpasso del fotovoltaico sul carbone in Gran Bretagna. Sabato 9 aprile, il solare aveva generato più elettricità di quella prodotta dagli impianti a carbone: 29 GWh contro 21. La fonte rinnovabile aveva coperto il 4% del fabbisogno elettrico nazionale mentre la fossile si era fermato al 3%.

Maggio era cominciato nel migliore dei modi, con il fotovoltaico in vantaggio sulla generazione più inquinante; e i dati definitivi confermano che questa tendenza ha proseguito per l’intero mese. Il risultato, secondo le stime di Carbon Brief, è che l’output di elettricità solare è stato del 50% più elevato rispetto al carbone, 1.336 GWh contro 893.

Boom solare a maggio

Si tratta, è chiaro, di numeri con un valore più simbolico che “definitivo”, perché cambiare modello energetico è un processo lungo e complesso, ma evidenziano la crescita delle rinnovabili e del gas naturale a scapito delle centrali termoelettriche più obsolete. Mentre a gennaio il carbone aveva soddisfatto il 17% dei consumi elettrici inglesi, molto più del fotovoltaico con il suo 1%, a maggio le parti si sono invertite: 6% del fabbisogno complessivo assicurato dal solare, grazie ovviamente al miglioramento delle condizioni climatiche (giornate più lunghe e irraggiamento solare più intenso) contro il 4% segnato dalla risorsa fossile concorrente.

La partita è sempre più aperta. La generazione da carbone, già crollata ai minimi storici nel 2015, ha proseguito il suo declino nei primi mesi del 2016, anche a causa della maggiore convenienza del gas, i cui prezzi all’ingrosso sono calati di circa il 40% in pochissimo tempo.

Come sta cambiando il mix energetico

Il mix energetico della Gran Bretagna sta cambiando, osserva Carbon Brief. In alcuni periodi di maggio, addirittura, l’output del carbone è stato prossimo allo zero. L’obiettivo del governo inglese è chiudere le centrali più inquinanti entro il 2025.

Il solare FV, intanto, è arrivato a 10 GW di potenza totale installata, di cui ben 4 GW nel solo 2015, in una corsa – proseguita a inizio 2016 – per completare i progetti prima delle riduzioni agli incentivi annunciate da Londra.

Nei primi quattro mesi di quest’anno, le diverse fonti rinnovabili hanno generato il 22% dell’energia elettrica richiesta in Gran Bretagna. Queste le quote delle altre tecnologie: gas 35%, nucleare 19%, carbone 16%, importazioni da Francia e Olanda 7%.

Fotovoltaico in crescita negli Stati Uniti

Intanto vediamo che il fotovoltaico sta battendo i suoi stessi record anche negli Stati Uniti. Come riporta GTM Research, la nuova potenza installata nei primi tre mesi del 2016 è stata pari a 1,6 GW (+24% sullo stesso periodo del 2015), che rappresenta il 64% dell’intera capacità di generazione entrata in esercizio da gennaio a marzo.

Le previsioni negli Usa sono particolarmente ottimiste: il mercato del fotovoltaico è dato in crescita del 94% nel corso del 2016, grazie soprattutto alla proroga delle agevolazioni fiscali per gli investimenti (ITC, investment tax credit). Tra qualche mese, insomma, gli Stati Uniti potrebbero affidarsi a quasi 15 GW di potenza solare in più rispetto alla fine dello scorso anno, con incrementi in tutti i segmenti di mercato: residenziale, commerciale e utility-scale.

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