La Città Metropolitana di Milano ha pubblicato il Piano Strategico Metropolitano 2016-2018 (in allegato in basso per gli abbonati a QualEnergia.it PRO), strutturato lungo sei strategie, una delle quali è dedicata a come rendere l’area metropolitana “intelligente e sostenibile”. Proprio su questo punto si è soffermata Renovate Italy – associazione che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica del patrimonio costruito in Italia – che ha evidenziato in una nota stampa ulteriori elementi utili per comprendere l’opportunità di intervenire nell’ambito della riqualificazione energetica in edilizia.
Nello specifico, all’efficienza energetica è dedicato il punto 4 del Piano Strategico Metropolitano di Milano, le cui riflessioni traggono origine dall’obbligo di ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 40%. Questo risultato può essere raggiunto, come ricorda il documento, attraverso una serie di driver, tra i quali si ricorda, appunto, il contributo decisivo della riqualificazione edilizia.
Gli edifici, in effetti, risultano i principali responsabili delle emissioni climalteranti – sottolinea Renovate Italy – e sono il settore con il maggiore potenziale di intervento. Esiste però un profondo divario, dell’ordine di 10 a 1, tra questo obiettivo e le azioni che si attivano spontaneamente. La riduzione di CO2 indicata implica un cambio di passo epocale rispetto alla quantità e qualità degli interventi di riqualificazione energetica che oggi sono posti in essere e rispetto alle previsioni, si assiste a una latitanza drammatica della domanda.
Come dimostrano diversi studi internazionali, le riqualificazioni “profonde” degli edifici generano una pluralità di benefici ambientali, economici, sociali:
- diminuzione delle emissioni climalteranti
- diminuzione delle emissioni inquinanti locali
- drastico calo della spesa sanitaria
- miglior comfort indoor ed aumento della produttività
- lotta alla fuel poverty
- aumento del potere di acquisto delle famiglie
- aumento dei posti di lavoro
- crescita economica locale
- minori spese nella gestione degli edifici pubblici
- aumento del valore degli immobili
- Il valore di questi benefici è pari a 5 volte il costo degli interventi che li generano.
Di fronte a questi dati – prosegue l’associazione – dovremmo chiederci perché il nostro sistema economico continua a sopportare elevati costi derivanti dalla mancata diffusione delle riqualificazioni profonde. Ma una delle ragioni che limita la diffusione di questi interventi è il costo spesso elevato. Una riqualificazione profonda è infatti più complessa di una semplice riqualificazione, perché coinvolge, in modo integrato, diversi elementi dell’edificio, non solo tecnologici, ma anche edilizi, in modo da abbattere stabilmente i consumi di energia.
Questa situazione – scrive Renovate Italy – non è risolta nemmeno dai generosi incentivi statali (meno del 2% di tutte le richieste di detrazioni fiscali a valere sull’ecobonus riguardano interventi integrati o che comunque interessano pareti esterne o copertura) a causa di una serie di barriere, come ad esempio il fatto che l’efficienza energetica non viene percepita come un valore economico e non bastano gli incentivi a creare una domanda che, semplicemente, non c’è.
Il ruolo delle amministrazioni locali
Le amministrazioni locali possono assumere un ruolo strategico nella promozione della riqualificazione energetica degli edifici sia direttamente, negli indirizzi dati alle attività di gestione del proprio patrimonio costruito, che indirettamente, agendo come facilitatore di generazione della domanda. Molteplici esperienze nelle principali città europee dimostrano l’efficacia di queste politiche incentivanti, tanto che alcune di esse hanno direttamente contribuito a modificare leggi nazionali, il cui contenuto contrastava la diffusione delle riqualificazioni energetiche profonde.
Perché è necessaria una riqualificazione profonda degli edifici
È noto che i cittadini europei trascorrono più del 90% del proprio tempo all’interno di edifici, per questo gli edifici devono soddisfare una pluralità di bisogni legati all’abitare, per le generazioni presenti e per quelle future (in altri termini, devono essere sostenibili). Gli edifici attuali, però, molto spesso non soddisfano nemmeno le basilari esigenze delle generazioni presenti; ad esempio, presentano barriere architettoniche, non forniscono la necessaria protezione dal freddo (a causa di isolamento inefficiente e impianti di riscaldamento inadeguati), nè dal rumore (a causa di involucri esterni non performanti).
Anche questa situazione può essere risolta solo grazie all’aumento, in numero ed in profondità, delle riqualificazioni degli edifici, che:
- devono ridurre stabilmente il consumo energetico a meno della metà rispetto alla condizione attuale;
- devono cogliere l’occasione della riqualificazione energetica per migliorare il livello di sostenibilità dell’edificio, in modo che questo soddisfi i bisogni connessi all’abitare delle generazioni presenti e future.
Se la società e le amministrazioni locali non comprenderanno l’importanza di questi interventi, le riqualificazioni energetiche degli edifici continueranno ad essere considerate solo come il più efficace metodo per rispettare gli obblighi comunitari di lotta ai cambiamenti climatici. Piuttosto che carte vincenti per il rilancio dell’area metropolitana, non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto dal punto di vista sociale ed economico.
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