Le misure per un’economia circolare e le potenzialità per l’Italia

Si è conclusa la consultazione pubblica sul pacchetto europeo sull’economia circolare. Molte le osservazioni e le idee nuove. Ma qual è la situazione italiana sullo sviluppo di una economia circolare e quali le possibili conseguenze che potrebbero derivare dal recepimento del pacchetto?

ADV
image_pdfimage_print

Il 17 maggio si è tenuta la conferenza prevista dalla Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato per discutere gli esiti della consultazione pubblica sul pacchetto europeo di misure per l’economia circolare.

La consultazione – che si è chiusa il primo aprile – era stata avviata dalla Commissione per acquisire le valutazioni delle parti interessate in merito al pacchetto sull’economia circolare adottato dalla Commissione europea il 2 dicembre 2015.

I contributi dei partecipanti (addetti al settore, cittadini, ma anche pubbliche autorità e centri di ricerca e università) saranno utili per predisporre la risoluzione che dopo l’approvazione sarà trasmessa alla Commissione europea e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati al Consiglio dell’Unione europea.

Apprezzata come best practice dal Commissario europeo per l’ambiente e dagli altri parlamentari europei, in occasione della conferenza interparlamentare “Energia, innovazione ed economia circolare” (L’Aja, aprile 2016), la consultazione riguardava il pacchetto nel suo complesso e l’impatto del piano di azione, oltre alle proposte legislative per la revisione di alcune direttive europee:

  • modifica delle direttive su veicoli fuori uso, pile, accumulatori e rifiuti di pile e accumulatori, e su RAEE;
  • modifica della direttiva sulle discariche dei rifiuti;
  • modifica della direttiva sui rifiuti;
  • modifica della direttiva su imballaggi e rifiuti di imballaggi.

Il metodo utilizzato per la consultazione si è articolato tra audizioni, deposito di contributi e questionari da inviare attraverso il sito web della Commissione Ambiente.

Dalle risposte emergono alcune criticità da leggere come un invito a fare meglio, fissando obiettivi più ambiziosi: l’attenzione non adeguata alla raccolta differenziata, che non viene resa obbligatoria, l’esigenza di norme chiare e la carente applicazione delle stesse.

Tra le possibili integrazioni del pacchetto si segnalano, infatti, entro il 2030, l’obiettivo di incremento del 30% nell’efficienza dell’uso delle risorse e il divieto di conferimento in discarica ed, entro il 2020, il divieto di incenerimento, salvo che per i rifiuti non riciclabili e non biodegradabili, obiettivi vincolanti di riduzione nella produzione dei rifiuti. Si propone una spinta maggiore verso l’economia circolare con più attenzione al processo produttivo, design, progettazione e riutilizzo delle materie prime secondarie.

Per quanto riguarda il settore specifico dell’energia tra le misure proposte per favorire la modifica dei programmi aziendali nell’ottica dell’economia circolare ci sono anche le politiche di sostegno per la produzione e l’uso delle biomasse, la stabilità degli investimenti pubblici nell’efficienza energetica, l’introduzione di incentivi economici per le costruzioni “verdi” e la riqualificazione degli edifici esistenti su tutto il tessuto urbano, non soltanto come interventi isolati.

Non mancano le proposte che valorizzano il ruolo degli incentivi alle industrie che riducono l’utilizzo dei combustibili fossili.

Economia circolare e Italia

Qual è la situazione italiana e quali sono le possibili conseguenze che potrebbero derivare dal recepimento del pacchetto sull’economia circolare?

Proviamo a fare il punto della situazione italiana ricorrendo anche alle parole del Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca. Era il 18 febbraio e Karmenu Vella, presentando alle Commissioni ambiente di Camera e Senato il pacchetto di misure sull’economia circolare, ci invitava a considerare la gestione dei rifiuti non solo come un problema ma come un potenziale da valorizzare. Sottolineava il ruolo che l’Italia può svolgere nel percorso europeo di transizione verso un’economia circolare, evidenziando l’importanza della sinergia tra il pacchetto comunitario e l’entrata in vigore del Collegato ambientale (Legge n. 221/2015), considerandolo un modello per gli altri Stati membri.

Accesso ai finanziamenti

Vella propone il coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali al fine di individuare gli esempi migliori tra le realtà che attuano le buone pratiche da replicare anche grazie agli investimenti previsti dal pacchetto sull’economia circolare.

Si tratta dei fondi SIE ma anche del programma di finanziamento dell’UE per l’innovazione e la ricerca, “Horizon 2020”, e dei fondi strutturali per la gestione dei rifiuti e gli investimenti nazionali nell’economia circolare. Lo sviluppo non può fare a meno dei finanziamenti privati che possono contare su uno strumento di finanziamento importante come il Fondo europeo per gli investimenti strategici che per l’Italia prevede il finanziamento di 7 progetti con 1,3 miliardi di euro. Di questi 100 milioni di euro saranno destinati alla società Arvedi, innovativa e di piccole dimensioni, all’avanguardia per quanto riguarda i componenti per i veicoli ibridi-elettrici.

Innovazione e design italiano

Il Commissario europeo esalta l’innovazione e il design italiano e soprattutto cita tre esempi virtuosi per la gestione dei rifiuti: la città di Milano, la cittadina di Capannori e la società Contarina, volendo dimostrare che l’Italia può assumere un ruolo di guida per lo sviluppo dell’economia sostenibile.

Come sottolinea Enzo Favoino, tecnico e ricercatore della Scuola Agraria del parco di Monza, e coordinatore scientifico di Zero Waste Europe, si tratta di tre realtà che stanno spostando in alto i limiti dell’ambizione, e mostrano la fattibilità di strategie e pratiche che fino a qualche anno fa venivano ritenute velleitarie.

Il Comune di Milano, la più grande città al mondo con la raccolta dell’organico porta a porta sul 100% della popolazione, e città europea con il più alto tasso di raccolta differenziata, tra quelle con oltre un milione di abitanti.

La cittadina di Capannori, prima Comunità in Europa ad avere adottato la strategia “Rifiuti Zero” e la società Contarina che con Capannori possono essere considerate la punta di un iceberg di iniziative che si stanno diffondendo ovunque nel nostro Paese, e che generano un messaggio fondamentale: si può puntare alla massimizzazione progressiva dei recuperi e alla contestuale minimizzazione del ricorso a discariche e inceneritori, generando risparmi, efficientamenti nel sistema produttivo, e occupazione. Sempre secondo Favoino, la combinazione dei messaggi dall’alto (il pacchetto UE sull’Economia Circolare e le sue previsioni strategiche) e delle evidenze operative “dal basso”, come i laboratori di sostenibilità su cui da tempo si opera in Italia, sta determinando una situazione vivace e promettente.

Contarina è la società per azioni a partecipazione interamente pubblica di gestione dei rifiuti su tutto il territorio del Consiglio di Bacino Priula che comprende 50 comuni della provincia di Treviso. “Il discorso del Commissario Vella testimonia che stiamo andando nella giusta direzione per tutelare l’ambiente e le risorse naturali, oltre che per limitare gli sprechi e creare opportunità”, ha dichiarato il direttore generale di Contarina, Michele Rasera.

Il sistema di gestione dei rifiuti Contarina punta al riuso, al recupero e al riciclo anche nella realizzazione delle strutture impiantistiche che producono energia pulita. Per esempio, nell’impianto di selezione delle frazioni secche riciclabili (carta, plastica, vetro, metalli) realizzato l’anno scorso nella sede aziendale di Spresiano, Contarina ha voluto migliorare l’efficienza energetica, installando solo lampade a led e motori elettrici azionati da inverter che consentono di ottimizzare i consumi elettrici dell’impianto nel suo complesso.

Un impianto fotovoltaico da 300 kWp è stato installato sulle tre tettoie di stoccaggio dell’impianto che si aggiunge al parco fotovoltaico da 605 kWp installato nel 2012 in una parte dell’impianto di trattamento del rifiuto non riciclabile, arrivando a coprire circa un terzo dell’intero fabbisogno dello stabilimento. Oltre a questi significativi interventi si segnala anche la bonifica dell’ex-discarica “Tiretta” di Paese, accompagnata dalla copertura della stessa con un impianto fotovoltaico da 1 MW con moduli flessibili in tecnologia CIGS che si adattano alla superficie sulla quale sono posati, limitando così l’impatto visivo.

Per Vella il segreto del successo di Contarina sta anche nel rapporto di fiducia con gli utenti e nella trasparenza del sistema che consente di monitorare i loro consumi.

ADV
×