Enel e Nissan: ecco come si guadagna dalle batterie delle auto elettriche

CATEGORIE:

Nel Regno Unito prende avvio la sperimentazione che coinvolge Enel e Nissan Motor per l’utilizzo dell’energia in eccesso stoccata nelle batterie delle auto elettriche. Il progetto coinvolgerà 100 veicoli, tra cui la Nissan Laef, l’auto elettrica più venduta al mondo e segue un progetti pilota realizzato in Danimarca

ADV
image_pdfimage_print

Una stretta e positiva collaborazione tra operatori elettrici e case automobilistiche rappresenta senz’altro un fattore determinante per il successo della mobilità elettrica. Ed è probabilmente un segnale positivo la collaborazione annunciata nei giorni scorsi a Londra tra Nissan Motor, secondo costruttore automobilistico giapponese, ed Enel, principale utility italiana, che permetterà ai proprietari di veicoli elettrici nel Regno Unito di diventare dei (piccoli) distributori di energia elettrica e di ottenere dei ricavi dall’energia stoccata nelle batterie. Fornendo così un motivo in più per il passaggio all’elettrico.

 

I numeri del progetto

Nella fase iniziale, la sperimentazione coinvolgerà un centinaio di veicoli elettrici di Nissan: la Nissan Leaf, l’auto totalmente elettrica più venduta al mondo (oltre 200.000 auto vendute in cinque anni), e i furgoni elettrici e-NV200. Su questi veicoli è stato installato il software “Vehicle-to-Grid” sviluppato da Enel, che permette alle batterie di lavorare in due direzioni rispetto alla rete elettrica: ricaricarsi con l’energia dalla rete elettrica e reimmettere in rete l’energia stoccata. L’energia stoccata nella batteria può anche essere utilizzata per soddisfare il fabbisogno elettrico dell’abitazione o ricaricare altre auto elettriche. Il controllo della batteria può essere fatto semplicemente tramite smartphone. Se il programma avrà un successo, sarà esteso a livello commerciale. Nissan ed Enel avevano fatto partire a gennaio un primo progetto pilota che ha consentito ai clienti coinvolti di risparmiare tra i 500 e i 1.000 euro l’anno. Ovviamente, per lo sviluppo di questa tecnologia oltre alle tecnologie è necessario il quadro legislativo adeguato. Se nel regno Unito questo è già possibile, in Italia non si può ancora fare, ma Enel ha aperto un dialogo con l’Autority per l’Energia in tal senso.


 

La Nissan Leaf

L’autonomia delle Nissan Leaf coinvolte nella sperimentazioneè di circa 160 chilometri e sono equipaggiate con batterie agli ioni di Litio da 24 kWh che può essere ricaricata al 100% in circa 4 ore (nelle scorse settimane Nissan ha messo in commercio la nuova generazione della Leaf, con batterie da 30 kWh). Secondo i dati forniti da Nissan, quando i proprietari dei veicoli tornano a casa le batterie contengono ancora una quantità di energia sufficientemente elevata per soddisfare i bisogni elettrici delle abitazioni (bastano pochi giorni di utilizzo dei veicoli elettrici per caoirne il funzionamento ed evitare qualunque rischio di rimanere senza carica). A quel punto, in base al costo dell’energia sulla rete il proprietario può decidere se ricaricare la batteria oppure usare l’energia in eccesso per altri utilizzi. La collaborazione con Enel rientra in un progetto più ampio di Nissan che prevede la commercializzazione dal prossimo ottobre di una batteria per usi domestici (xStorage) sviluppato dal partner statunitense Eaton Corp. e che costerà 4.000 euro.

 

Quanta energia serve per i veicoli elettrici?

Anche se tutti veicoli in circolazione in Europa fossero elettrici, la rete elettrica non sarebbe sotto stress (basterebbe il parco elettrico oggi in funzione) a patto di ricaricare i veicoli al di fuori dei momenti di picco di richiesta. Questo il risultato del rapporto “Smart Charging” di Eurelectric, secondo cui se tutti veicoli europei fossero elettrici servirebbero 802 TWh in più, pari al 24,3% di incremento della domanda elettrica. Il fattore critico è rappresentato quindi dai MW e non dai MWh: cioè, quando ricaricare i veicoli.

 

Il ruolo dei proprietari dei veicoli

Appaiono quindi centrali le scelte del consumatore, «la cui partecipazione al mercato – spiega Eurelectric – oltre che dall’autonomia delle batterie, sarà influenzata dal guadagno finanziario». E qui entra in gioco l’Internet of Things che fornirà al consumatore le informazioni chiave per decidere se effettuare una ricarica o rimandarla: la vicinanza dei punti di ricarica, il costo del kWh in quel momento e le previsioni per i minuti successivi, delle precise previsioni meteorologiche sull’irraggiamento solare. Lo studio di Eurelectric stima anche lo sviluppo del mercato dell’elettrico in Europa. Nello scenario più ottimistico, le auto elettriche rappresenterebbero l’11% delle vendite annue nel 2025 e il 33% nel 2035 (circa 4 milioni di veicoli venduti nel 2035). Nello scenario meno favorevole le percentuali sono rispettivamente il 4% e l’1%. Secondo Eurelectric, l’elemento tecnologico da cui dipenderà in larga parte lo sviluppo della mobilità elettrica è costituito dalle batterie, soprattutto costo e autonomia. Per i ricercatori dell’associazione europea, una volta che l’autonomia delle batterie disponibili sul mercato supererà in media i 300 km si potrà assistere a uno sviluppo in larga scala del mercato e questo dovrebbe avvenire già dal 2021.

 

ADV
×