Il modello energetico decentralizzato italiano dei “Comuni Rinnovabili”

Ogni comune italiano ha almeno un impianto alimentato da una fonte energetica rinnovabile. I Comuni con impianti solari sono 8.047. Erano 356 dieci anni fa. I cambiamenti della produzione energetica e le buone pratiche locali nell'edizione 2016 del rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente.

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Sono oltre 850mila gli impianti da fonti rinnovabili distribuiti in tutti i Comuni Italiani e sono 39 i Comuni “100% rinnovabili”, in cui le energie pulite soddisfano tutti i consumi. Il numero dei Comuni in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili è passato in 10 anni da 356 a 8047, praticamente in tutti i comuni del paese (vedi tabella sotto). In 2.660 Comuni l’energia elettrica pulita prodotta supera quella consumata.

Questi alcuni dei dati pubblicati nell’edizione 2016 del rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente (allegato in basso), realizzato con il contributo di Enel Green Power, e presentato oggi, 11 maggio, a Roma presso la sede del GSE.

Il Rapporto racconta il successo delle fonti pulite nel territorio italiano. Oltre ai numeri, tante le buone pratiche (oltre 150 quelle raccolte sul sito www.comunirinnovabili.it) che danno il segnale di un modello energetico che sta cambiando e sta diventando sempre più distribuito e decentralizzato. Anche nel 2015, con un calo notevole dell’installato FV, ad esempio, va ricordato che sono stati realizzati 40.660 impianti, per una taglia media di 7 kWp.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio la distribuzione delle rinnovabili nei Comuni italiani.

I Comuni dell’energia solare sono 8.047

Per il solare fotovoltaico in testa è il piccolo Comune di San Bellino (RO) con 71,3 MW, che superano ampiamente i fabbisogni elettrici delle famiglie residenti, mentre in Italia sono complessivamente 1.420 i Comuni dove grazie al FV la produzione di elettricità supera il fabbisogno delle famiglie residenti.

Nel solare termico a “vincere” è il piccolo Comune di Seneghe (OR), con una diffusione di pannelli solari termici in relazione al numero di abitanti pari a 1.955 mq ogni 1.000 abitanti, distribuiti su edifici pubblici e privati.

I Comuni dell’eolico sono 850

La potenza installata è pari a 9.270 MW, con 474,4 MW in più rispetto al 2014. Questi impianti, hanno permesso di produrre 14,5 TWh di energia (fonte: Terna), pari al fabbisogno elettrico di oltre 5,5 milioni di famiglie.

I Comuni del mini idroelettrico sono 1.275

Il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW e la potenza totale installata per questa dimensione nei Comuni italiani è di 1.297 MW, per una generazione elettrica annuale pari a  oltre 5,1 TWh, cioè come il fabbisogno di energia elettrica di 2 milioni di famiglie.

I Comuni della geotermia sono 535

Per una potenza installata pari a 1086,4 MW elettrici, 233,2 MW termici e 3,4 MW frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2015 sono stati prodotti circa 5,8 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2 milioni di famiglie.

I Comuni delle bioenergie sono 3.137

Una potenza installata complessiva di 2.983 MW elettrici, 1.394 MW termici e 415 kW frigoriferi. Questo tipo di impianti si sta sempre più diffondendo e articolando tra quelli che utilizzano biomasse solide, gassose e liquide. In particolare, quelli a biogas sono in forte crescita e hanno raggiunto complessivamente di 1.192 MW elettrici, 181 MW termici e 65 kW frigoriferi. Gli impianti a biomasse hanno consentito nel 2015 di produrre circa 20 TWh pari al fabbisogno elettrico di oltre 7,7 milioni di famiglie.

I premi

Nel corso del convegno è stato consegnato il premioComuni Rinnovabili 2016” al Comune di Val di Vizze, in provincia di Bolzano che ha raggiunto il traguardo del 100% rinnovabile grazie a un mix di 5 tecnologie da fonti rinnovabili distribuite nel territorio. A soddisfare i fabbisogni elettrici sono impianti mini idroelettrici e fotovoltaici sui tetti di edifici pubblici e privati. A questi, si aggiunge un impianto idroelettrico risalente al 1927, rinnovato tra il 1997 e il 1998, da 21,7 MW. La parte termica viene soddisfatta attraverso una rete di teleriscaldamento, lunga 52,9 km, alimentata da un impianto a biomasse che contribuisce anche ai fabbisogni dei vicini comuni di Vipiteno e Racines. Un ulteriore contributo arriva da altri 2 impianti a biomasse, da 1 impianto a bioliquidi, connessi alla rete elettrica e termica e da alcuni impianti solari termici.

È una società energetica locale a gestire le reti elettriche e termiche, dove si stanno realizzando investimenti anche nella fibra ottica e nella gestione con tecnologie smart delle reti sia energetiche che idriche. L’ultimo progetto in fase di realizzazione è un impianto a biogas in grado di raccogliere i rifiuti zootecnici degli allevamenti della valle e che produce sia energia elettrica che termica (immessa in rete e utilizzata dall’azienda di yogurt vicina). Il materiale di scarto sarà utilizzato come biofertilizzante al posto dei pesticidi. Un esempio concreto di economia circolare che crea opportunità per i territori, risolvendo anche il problema dello smaltimento dei rifiuti reflui. Sulla realtà altoatesina QualEnergia.it ha pubblicato un articolo dal titolo “Autarchia o democrazia energetica? Il caso delle cooperative in Alto Adige”.

Il premio “Buona Pratica” è andato al piccolissimo Comune di San Lorenzo Bellizzi (CS), situato all’interno del Parco del Pollino. In questa realtà con poco più di 660 abitanti si è puntato sulle fonti rinnovabili con notevoli benefici per i cittadini. Con un progetto avviato nel 2012 il Comune ha deciso di utilizzare alcuni terreni, ceduti a titolo gratuito ad alcune cooperative agricole locali, per realizzare 15 MW di impianti fotovoltaici su serre. Le entrate derivanti dal Conto Energia, circa 80.000 euro l’anno, sono state ridistribuite in questi anni alla cittadinanza attraverso l’esenzione della TASI.

Novità del 2016 è il premio “Parchi Rinnovabili”, nato dalla collaborazione tra Legambiente e Federparchi al fine di favorire le buone pratiche ecologiche all’interno del sistema delle aree protette italiane. Innovazione tecnologica, abbattimento delle emissioni climalteranti e generazione distribuita, trovano terreno fertile nelle aree protette che sempre più promuovono modelli e percorsi particolarmente significativi e moltiplicabili. L’obiettivo del premio è proprio quello di valorizzare quelle esperienze concrete e i progetti che si sono distinti in questo ambito e che rendono i Parchi selezionati veri e propri esempi virtuosi che favoriscono la diffusione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nel nostro Paese. Tra i parchi premiati, il Parco naturale dell’Adamello, Il Parco nazionale della Sila, il Parco delle Dolomiti. Premiati anche il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e il Parco Nazionale del Gargano.

Va detto però che ancora esistono notevoli e ingiustificati ostacoli da parte di questi enti alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e solari, anche integrati sulle strutture edilizie pubbliche e priivate, interne ai parchi nazionali e regionali del paese.

Per il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini lo studio presentato oggi illustra una volta di più che i “Comuni più avanzati in questa rivoluzione dal basso, dimostrano come si debba guardare a un modello energetico sempre più distribuito, pulito, innovativo. Al neo Ministro Calenda proponiamo di guardare a queste esperienze per raggiungere l’obiettivo del 50% da rinnovabili annunciato dal Premier Renzi entro la legislatura, liberando in particolare l’autoproduzione, la produzione e distribuzione locale da fonti rinnovabili”.

Il rapporto “Comuni Rinnovabili 2016” (pdf)

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